Un omicidio in piena regola quello che si è avuto a Marsala. Una persona è stata uccisa a coltellate e, subito, è stata fermata una coppia.
La confessione da parte dei due arrestati è arrivata quasi immediatamente. Ora le indagini delle Forze dell’Ordine proseguono per capire il movente dell’omicidio stesso.
Una macabra scoperta quella fatta dagli uomini delle forze dell’ordine in un’abitazione di un rione a Marsala, in Sicilia. Il corpo, martoriato di coltellate, di un 60enne è stato trovato. Era all’interno della sua stessa abitazione.
Immediatamente partite le indagini, da parte dell’Arma dei Carabinieri, si sono subito concentrate su di una coppia, che è stata fermata già poche ore dopo la scoperta dell’omicidio stesso. La vittima, identificata, si chiamava Antonio Titone.
Da una primissima ricostruzione, che ha portato poi, al fermo della coppia, ci sarebbero delle probabili questioni di droga dietro l’omicidio. La coppia, una 40enne e il suo compagno pluripregiudicato e da poco uscito di prigione, sono stati arrestati e portati in caserma per essere interrogati. Sotto torchio dalle domande degli inquirenti, la donna è stata la prima a cedere, con una sola e semplice frase: “Siamo stati noi”.
Le indagini stanno cercando di ricomporre il quadro dell’omicidio stesso. Si sa che la vittima e i suoi assassini si conoscevano bene, in particolare per fatti legati allo spaccio ed al consumo di droga. I Militari dell’Arma stanno ricostruendo la vita della vittima e hanno scoperto che la coppia frequentava spesso la casa del 60enne ucciso e, a dare conferma e verifica di ciò, anche alcuni filmati delle telecamere di sicurezza presenti nel rione dove la vittima abitava.
I sospetti dell’Arma dei Carabinieri è che si tratti di un omicidio che ha, alla base, motivi di droga. Si sta indagando anche sulla veridicità della confessione della coppia, specie sulle parole della donna. Sono stati trovati, infatti, vestiti macchiati di sangue ed è stata proprio la donna reo confessa ad indicare ai Carabinieri dove li avesse nascosti dopo l’omicidio.
Ancora, invece, non è stata ritrovata l’arma del delitto, un coltello con il quale la vittima è stata ferita più e più volte, prima di morirne sotto i fendenti. Non si sa ancora se sia stato nascosto insieme ai vestiti sporchi di sangue o sia stato gettato altrove.
A confessare il tutto è stata la donna che sta, a poco a poco, ricostruendo tutti i passaggi dell’efferato omicidio. Silenzio, invece, dal suo compagno. Ora resta da capire, anche in base alle loro testimonianze, il movente dell’omicidio stesso.
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