Terza classificata in Coppa del Mondo ad Aspen, Marta Bassino si sta rivelando essere il futuro dello sci azzurro e mondiale. La giovane atleta, classe 1996, ha iniziato sin dalla sua più tenera età a gioire per i primi successi, arrivando a conquistare degnamente molteplici podi con la maglia azzurra, diventando speranza di un atteso ritorno della valanga rosa. Sul finire della stagione 2016/2017 e sulla scia della memorabile tripletta di Aspen che ha affiancato Marta Bassino alle compagne di squadra Federica Brignone e Sofia Goggia, l’atleta si è raccontata a NanoPress tra le gioie e le emozioni che l’hanno accompagnata in questa continua crescita.
Quando si è accorta che nello sci poteva primeggiare a livello assoluto e quali ricordi ha della prima vittoria importante?
Per me è stato tutto abbastanza una crescita, anno dopo anno ho fatto sempre un passo in più. Da piccolina ho più o meno vinto quasi tutte le gare… poi sono entrata nel circuito giovani e in Comitato: il primo anno era andato bene ed il secondo anno sono entrata in squadra C e, anche quell’anno, raggiunsi ottimi risultati. L’anno dopo mi hanno mandata in Coppa Europa, durante la quale avevo vinto a Sestriere ed i Mondiali Junior. Dall’anno successivo sono entrata ufficialmente in Coppa del Mondo e questo è il terzo anno. E’ stata quindi tutta una crescita.
Qual è stato il risultato che fino ad oggi le ha dato maggior soddisfazione?
I tre podi in Coppa del Mondo mi hanno dato molta più soddisfazione ed emozione rispetto alla vittoria ai Mondiali Junior. Per il primo podio di Sölden io ero in un altro mondo, la prima volta non capivo più niente, neanche da parte fossi girata! E’ stato molto emozionante.
La sua specialità è il gigante ma ha ottenuto buoni risultati anche in Slalom e Super G. Ha qualche ambizione/aspettativa di poter diventare una campionessa polivalente o preferirebbe continuare a specializzarsi nel Gigante?
L’idea è sempre la stessa, quella di essere polivalente: quest’anno sono stata in un gruppo che si chiamava ‘Polivalenti’ proprio perché facciamo più discipline. La mia idea è, però, quella di partire prima di tutto dal Gigante. Poi, quando ottengo i risultati desiderati nella mia specialità, mi dedico anche ad altre discipline.
Nel 2013 è entrata a far parte dell’Esercito col grado di caporale, quale messaggio ha avvertito da questa ‘chiamata’?
Da lì ho capito che quello che stavo facendo poteva diventare il mio lavoro. Avere uno stipendio mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta e che era quello che volevo fare. Devo dire un grande grazie.
C’è una persona non familiare, essendo stato suo papà il suo primo allenatore, che si sente di ringraziare in modo particolare per i consigli e gli insegnamenti utili che l’hanno accompagnata in questo percorso?
Fabrizio Martin, che è l’allenatore del Comitato. Lui mi ha allenato solo un anno ma anche successivamente è stato sempre presente, se avevo qualche dubbio chiamavo lui. Ancora quest’estate ho fatto allenamento due giorni da sola con lui a Deux Alpes.
Qual è la pista in cui preferisce o in cui ha preferito gareggiare?
E’ difficile, tutte le piste alla fine mi sono piaciute. Sono molto legate ai risultati e alle emozioni che mi hanno trasmesso. La gara di Sestriere, ad esempio, anche se non sono salita sul podio mi ha emozionato perché era presente tutto il mio pubblico, la mia famiglia ed il mio fan club. Una pista che mi ha proprio divertito, invece, è la pista di Cortina in cui ho fatto discesa. Mi diverte molto.
Quest’anno è esplosa Sofia Goggi. Se l’aspettava?
Mah, così tanto sinceramente no. Pensavo potesse fare bene visti gli allenamenti di quest’autunno in cui già andava forte, ma avrei pensato più in velocità, in Gigante non così tanto. Comunque è anche riuscita a mantenere la posizione, è partita fortissima e non è più scesa dal podio.
Qual è il rapporto con le altre compagne di squadra? Con chi è più legata?
Ultimamente sono spesso in camera con Federica Brignone, poi ci cambiamo perché stando tanto tempo insieme è normale che ci possano essere bisticci o due parole. Io ero molto affezionata a quelle più grandi, la Mölgg, Irene, Chiara, Costanza… le mie prime compagne di squadra, ma facendo loro solo gigante e slalom le vedo di meno. Sono state sorelle maggiori che mi hanno preso sotto l’ala. Con loro non c’è rivalità ma amicizia.
Sono cambiati i rapporti con i suoi amici di sempre?
Stando poco a casa non li vedo più come una volta, come quando andavo a scuola. Gli amici più stretti comunque li sento sempre.
In Italia c’è una forte voglia di rivedere primeggiare la valanga rosa. Pensa che l’anno prossimo possa essere quello giusto?
Si, spero di sì anche perché ci sono io, ci siamo noi che ne facciamo parte e sarebbe proprio una cosa bella. Noi ci proviamo!