Lutto cittadino a Mascalucia in provincia di Catania, in occasione della celebrazione del funerale della piccola Elena. La bambina di 5 anni uccisa dalla madre a sangue freddo.
Sospese tutte le attività di qualsiasi esercizio commerciale a Mascalucia, in vista della celebrazione del funerale di Elena, la bambina di 5 anni uccisa dalla madre. A celebrare la messa, l’arcivescovo Luigi Renna, il quale afferma “non lapidiamo la madre”.
Ciò che è accaduto ad Elena, bambina di 5 anni, è una vicenda che fa accapponare la pelle. Tutto è iniziato quando la madre 23enne, Martina Patti, ha denunciato un finto rapimento della piccola da parte di tre uomini armati.
Fin da subito però gli inquirenti hanno capito che qualcosa non andava nei racconti della donna, la quale poco dopo ha confessato di averla uccisa e seppellita all’interno di un campo poco lontano dall’abitazione in cui vivevano.
Una storia incredibile le cui indagini per conoscere i particolari sono ancora in corso. Attualmente la madre è stata dichiarata colpevole. Da quanto è emerso dai vari interrogatori è stata ritenuta nel pieno delle sue facoltà mentali, nonostante la donna, tramite i suoi racconti abbia tentato di far credere il contrario.
Infatti all’interno dell’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Catania, Daniela Monaco, Martina Patti è stata considerata una donna lucida e calcolatrice, la quale se non arrestata potrebbe darsi alla fuga.
Il funerale della piccola Elena, è stato celebrato all’interno della Basilica Cattedrale dall’arcivescovo Luigi Renna. La bara bianca colma di fuori è stata accolta dall’enorme folla con un applauso. Tanto il dolore nell’assistere alla celebrazione.
L’accesso alla Basilica da parte del pubblico è stato permesso solo dall’entrata laterale di via Vittorio Emanuele. Mentre l’ingresso principale è stato riservato solo ai familiari, tra cui il padre, i nonni e la zia, i quali hanno accompagnato il feltro della piccola.
Durante la celebrazione l’arcivescovo ha speso delle belle parole, chiedendo alla comunità di non seminare odio. ” non lapidiamo la madre”. Ha iniziato il discorso raccontando di aver letto una scritta su di un muro, che augurava riposo eterno alla bambina e tormenti per la madre. Spiega che la piccola non sarebbe d’accordo con quelle parole. Questo perché i bambini sono puri e non provano odio.
“Perché un bambino, quello che Gesù Cristo ha messo al centro, non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici”.
Ha affermato, invitando poi i genitori a non insegnare l’odio ai propri figli, perché l’odio non porta a nulla, se non altro odio.
Una cerimonia straziante, colma di dolore e disperazione. Giuste e rassicuranti le parole dell’arcivescovo, anche se quello che è successo a Elena è un qualcosa di così innaturale, crudele ed inumano che nulla probabilmente può alleviare il dolore dei familiari.
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