La vespa velutina pericolosa seconda gli esperti, si riconosce perché più grande e più nera della vespa diffusa in Italia: a rischio le api.
Una vespa aliena pericolosa per l’ecosistema autoctono. Lo dicono gli esperti in relazione all’arrivo della vespa velutina dalla Francia. L’insetto si è insinuato nel nostro Paese passando dalla Liguria e dalla Toscana; è più grande della vespa crabro, diffusa in Italia, ed è “molto pericoloso soprattutto per le api“. Cosa fare se ci si imbatte nell’insetto e come riconoscerlo.
L’allarme arriva dagli agronomi e dai forestali di Roma. In Italia è massima allerta per una nuova specie sbarcata nei nostri prati e nel nostro ecosistema. Si tratta come già anticipato della vespa velutina, una vespide proveniente dalla Francia che potrebbe mettere a rischio il comparto dell’apicoltura nazionale. Ne andrebbe di mezzo la produzione di miele, certamente, ma anche l’incolumità e la sopravvivenza delle api che da questa specie vengono attaccate e uccise. Le api sono essenziali per l’impollinazione delle piante sia coltivate che a crescita spontanea, dice Flavio Pezzoli, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Roma.
E’ ancora il presidente Odaf a confermare che ormai da tempo la situazione viene monitorata dalle Regioni con un sistema di allerta efficace, ma anche che i cittadini e gli agricoltori devono essere in grado di riconoscere la vespa in quelle zone dove magari non è ancora stato fatto alcun avvistamento. La segnalazione dunque risulta importante a detta di Pezzoli per potere intervenire e prevenire, proteggere le api locali e il sistema: “Qualora ci si imbattesse nella vespa velutina, bisognerà segnalarla prontamente al sistema fitosanitario regionale di riferimento per il censimento e l’intervento delle Istituzioni per contenere l’insetto”.
A inizio 2020 l’Italia aveva dovuto fare i conti, con le medesime problematiche relative, con l’arrivo della cosiddetta Vespa Killer. Il calabrone asiatico, proveniente dalla Cina e dal Giappone che distruggeva e attaccava gli alveari di api. Adesso un nuovo insetto alieno, in un momento in cui spesso si sente parlare di “specie aliena” come nel caso del Granchio blu, spaventa per il possibile impatto con la fauna locale.
La vespa velutina si differenzia dalla vespa crabro – quella italiana – per il colore e per la grandezza. Come ha spiegato Pezzoli infatti, presenta una banda tra il giallo e l’arancione sulla parte finale dell’addome, poi una linea gialla sul primo segmento di addome mentre le zampe sono nere – a differenza delle vespe italiane – con solo la parte terminale gialla. La testa è invece gialla e arancione frontalmente, dall’alto è nera. Molto più grande di un’ape e di poco più grande della vespa crabro, la velutina può sembrare di fatto un calabrone. Al momento si sta diffondendo nel Centro e starebbe a detta degli esperti scendendo verso Sud; anche a Roma la situazione è in costante monitoraggio, anche se nella zona della Capitale non risultano ancora avvistamenti. Nella Regione Lazio ha fatto sapere il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono scattati tutti i sistemi di allerta, e l’attenzione rimane alta.
Le velutine attaccano le api nel periodo estivo, così come diverse specie di altre vespe e calabroni. Alcune vespe sono però più aggressive di altre, ecco perché saranno gli esperti e gli apicoltori a dover comprendere in questi mesi i comportamenti e le differenze tra le varie fasi. Anche la vespa meno aggressiva di fatto, potrebbe di fronte a un piccolo apiario attaccare, e per prevenire il danno si dovrà attuare una strategia preventiva.
Per fare fronte a questa situazione sarà fondamentale, oltre all’uso eventuale di trappole, il monitoraggio con la tecnologia per individuare gli alveari. Gli esperti sconsiglierebbero il danneggiamento degli alveari con metodi artigianali; non è consigliato nemmeno disfarsene con degli insetticidi nocivi.
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