Una morte che sta destando molti sospetti. C’è chi dice sia stato un suicidio e chi, invece, non crede a questa ipotesi. Ma come e perché è morto il broker Massimo Bochicchio? La testimonianza ed il racconto del cognato provano ad inquadrare meglio la vicenda.
Tutti si stanno domandando dove l’uomo stesse andando con la sua moto, prima di sbandare e finire fuori strada.
Un incidente che deve essere ancora del tutto ricostruito, a partire dal perché il noto broker Massimo Bochicchio stesse viaggiando, lungo la Via Salaria, per andare chissà dove e, proprio lì, vi ha trovato la morte.
Un gravissimo incidente stradale, avvenuto nelle due ore di permesso che gli erano concesse da quando era ai domiciliari, che lo ha visto coinvolto: viaggiava sulla sua moto BMW quando, ad un certo punto, la stessa è sbandata ed è finita fuori strada, incendiandosi sul colpo.
Il tutto è successo verso le 12 di ieri, domenica 19 giugno. Il broker era molto noto alle cronache, in particolare quelle giudiziarie, poiché accusato di truffa ai danni di personaggi del mondo dello sport, fra i quali gli allenatori Antonio Conte e Marcello Lippi ed il calciatore Stephan El Shaarawy.
C’è qualcuno che ipotizza e pensa che Bochicchio si sia suicidato poiché, proprio oggi, doveva esserci l’udienza dove lui è imputato per attività abusiva finanziaria e riciclaggio. Ma non tutti sono ancora convinti di questa versione. In un’intervista al quotidiano “Il Messaggero”, a cercare di chiarire e, a dare anche, una possibile ipotesi a tutto quello che è accaduto, è stato il cognato di Bochicchio, Claudio Iacomelli.
A chi gli chiede se sapesse dove l’uomo stesse andando, il cognato ha risposto che il suo congiunto sapeva guidare bene la moto, ma di preciso non sapeva dove si stesse dirigendo: “Forse era uscito per farsi un giro potendo farlo in ragione del permesso” – dichiara.
Iacomelli, inoltre, specifica che, per dove è stato ritrovato l’uomo, sull’asfalto non ci sono segni di frenata. Probabile anche la pista e l’ipotesi di un malore. L’uomo, però, non crede alla pista suicidio o che Bochicchio abbia voluto causarsi l’incidente da solo: “No, avrebbe scelto un altro modo se avesse voluto farla finita” – afferma nell’intervista.
La tensione per il processo c’era, continua Iacomelli, ma Bochicchio era ottimista, speranzoso che tutto si sarebbe risolto e la sua vita sarebbe ricominciata d’accapo di nuovo. Una morte che ha ancora molti lati oscuri e che, si spera, siano messi in luce quanto prima.
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