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Categories: Spettacoli

Massimo Di Cataldo a processo per l’ex compagna: archiviazione dell’inchiesta per procurato aborto

Il cantante Massimo Di Cataldo a processo, l’ex compagna lo aveva accusato di procurato aborto postando anche alcune foto su Facebook per validare la tesi, rivelatasi infondata: il Gip, infatti, ha deciso l’archiviazione dell’inchiesta su Massimo Di Cataldo e l’ex fidanzata Anna Laura Millacci. Lo ha stabilito Elvira Tamburelli del Tribunale capitolino, relativamente all’interruzione non volontaria della gravidanza della donna: quest’ultima, infatti, dichiarò pubblicamente – anche con l’ausilio del social network Facebook – di essere stata picchiata dal cantautore di origini romane.

Decise le sorti sul filone relativo all’accusa di procurato aborto alla Millacci, ora il Gip dovrà esprimersi anche sull’ulteriore accusa avanzata al cantante romano dall’ex compagna: quella di maltrattamenti. Sono passati circa due anni, da quando Anna Laura Millacci in veste di ex fidanzata di Massimo Di Cataldo denunciò pubblicamente presunte violenze subite dal cantante di origini romane.

A dar scandalo, in quel periodo, furono alcune foto pubblicate dalla donna sul social network Facebook che descrivevano un volto tumefatto e quella di un feto abortito, attribuendone all’uomo la presunta responsabilità di entrambe le questioni:

L’ho fattoscriveva la donna su Facebook perché i miei genitori credevano alla versione di Massimo che negava tutto“. Da queste dichiarazioni, nei giorni successivi partì l’indagine, mentre a gennaio 2014 una perizia medica ha stabilito che non risultano tracce di lesioni o di procurato aborto.

Questo provvedimento – ha detto l’avvocato difensore di Di Cataldo, Daniele Boccioliniè la prova che il mio assistito, il quale ha sempre proclamato la propria innocenza, ha detto la verità“. L’avvocato, inoltre, non risparmia un commento sull’attenzione mediatica – a suo dire insana – riservata al caso di cronaca sin dagli anni scorsi:

In questo Paese deve finire una volta per tutte l’insana abitudine di sbattere il ‘mostro’ in prima pagina, senza un minimo di riscontro“. La sentenza, infatti, ha dato ragione al presunto “mostro”, che si è detto soddisfatto e alleggerito dalla triste vicenda:

Sono molto sollevato dall’archiviazione di questa indagineha concluso il cantante -, è stato appurato che io non ho responsabilità sull’accaduto. Ma non dimentico che si tratta comunque di una vita interrotta e ricordarlo mi fa ancora male. Per quanto riguarda il resto, continuo a essere fiducioso in quanto la mia coscienza è pulita”.

Raffaele Di Santo

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