Un’occasione speciale in questo 2023 per ricordare uno dei grandi registi e attori del cinema italiano: Massimo Troisi, un uomo diventato un’icona, grazie alla sua ironia, la sua delicatezza e alla sua malinconia. Quest’anno avrebbe compiuto 70 anni.
C’è un prima e un dopo Massimo Troisi per tutti gli appassionati di cinema: la sua ironia, dettata da un grande sentimento insito dentro di lui, non è più tornata in nessun altro artista, ecco perché resta unico ed è diventato una vera e propria icona.
Il 19 febbraio 2023 Troisi avrebbe compiuto 70 anni e infatti, in questi giorni, sono tantissimi gli omaggi che molti suoi amici e colleghi gli stanno conferendo. Questo è il nostro.
Massimo Troisi: le origini e la carriera del comico dei sentimenti
Parlare di Massimo Troisi, soprattutto per chi è partenopeo, non è facile soprattutto perché non è semplice racchiudere in poche parole quello che ha rappresentato e che ancora oggi, per molti, rappresenta.
Quest’anno Massimo avrebbe compiuto 70 anni, se solo una brutta malattia non se lo fosse portato via il 4 giugno del 1994.
Fino ad allora, però, Massimo Troisi ha regalato tutto sé stesso al mondo della recitazione, raccontando storie di tutti i giorni, del popolo, con un sentimento e un’ironia mai visti prima (e neanche dopo di lui).
La sua gentilezza resta nella storia, non solo con il suo pubblico, ma con tutti coloro che lo circondavano. La sua umiltà, come la sua fragilità, lo hanno sempre rappresentato ed è per questo, probabilmente, che è diventato uno dei grandi.
Nato a San Giorgio a Cremano, paese del vesuviano in provincia di Napoli dove è ricordato da tutti costantemente, l’attore era l’ultimo di sei figli e non ha avuto un’infanzia semplice.
Già da piccolo la sua salute vacillava, affetto da una disfunzione cardiaca, ma questo non ha scalfito minimamente la sua passione per l’arte.
Si appassiona al teatro, dove comincia da giovane, e vede il suo futuro proprio lì, su un palcoscenico sulle orme dei grandi maestri napoletani, come Eduardo De Filippo e Antonio De Curtis, in arte Totò.
Inizia in un teatro parrocchiale, insieme ai suoi amici Lello Arena, Nico Mucci e Valeria Pezza. Lì ottiene i suoi primissimi successi, facendo ridere il pubblico entusiasta delle sue performance.
Insieme a Lello Arena e Enzo Decaro, altro suo grande amico, fondano la compagnia “RH-Negativo”, che diventerà poi “La Smorfia”, sbarcando poi in tv nel 1977 nel programma “No-Stop”.
I loro sketch diventano famosissime, fanno ridere ma anche riflettere, e il trio diventa tra i più noti della comicità italiana dell’epoca, spopolando tra il pubblico italiano
Con la sua abilità, la mimica facciale, il gesticolare tipico del suo popolo e un’espressività fuori dal comune, Massimo Troisi riesce a farsi amare, non solo per l’attore che è ma anche per l’uomo dietro la maschera.
La svolta sul grande schermo
Dopo che il suo gruppo teatrale si scioglie nel 1981, Massimo si prepara per il suo esordio al cinema.
Proprio in quell’anno, esce “Ricomincio da tre”, un cult per tutti gli amanti del genere comico campano. Girato con un budget irrisorio, il film di Troisi spopola al cinema, incassando decine di miliardi di lire.
Ecco arrivare il boom per l’attore, che sforna anno dopo anno diversi successi, come “Non ci resta che piangere” nel 1984, “Il viaggio di Capitan Fracassa” (1990), dove Troisi ritorna a interpretare Pulcinella, e “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” del 1991.
Il talento di Massimo, così, si diffonde in tutta Italia: la sua arte, la sua maniera di interagire con gli altri, sia dentro che fuori dal set, sono inimitabili e saranno davvero d’ispirazione per le generazioni successive.
Purtroppo, però, la sua salute non migliorò con il tempo, tanto che le sue condizioni diventarono sempre più serie.
Ma, prima di andare via, Massimo Troisi ci ha regalato una perla del cinema, forse la sua interpretazione più brillante: “Il Postino”, un grandissimo atto d’amore per l’arte.
L’attore voleva a tutti costi fare questo film, nonostante sapeva di dover essere operato urgentemente al cuore. Aveva amato il romanzo “Il postino di Neruda”, scritto dall’autore cileno Antonio Skármeta, e voleva ardentemente regalare la sua versione al suo pubblico.
Dopo essere volato a Los Angeles per parlare con il regista britannico Michael Radford, Massimo decide di girarlo.
Rimanda l’intervento al cuore, pronunciando una frase rimasta nella storia: “Questo film lo voglio fare con il mio cuore”.
E così è stato: “Il Postino” è il suo ultimo gesto d’amore verso il cinema, verso il pubblico e verso tutti coloro che lo hanno amato.
Chissà quante altre meraviglie ci avrebbe regalato Massimo Troisi, se il destino gli avesse permesso di restare con noi ancora un po’. Oggi gli auguriamo un buon compleanno, magari guardando un suo film o qualche sua vecchia intervista, per ricordarlo e ricordarci cosa significa essere un vero grande artista.