Secondo un rapporto elaborato da Save The Children, ci sono alcune regioni in Italia dove le condizioni di maternità sono migliori.
In testa alla classifica abbiamo l’Emilia-Romagna, Bolzano e la Valle d’Aosta. Invece, la situazione è più difficile in Sicilia e Basilicata. Dalla stima è stato evidenziato anche che l’età media in cui le donne partoriscono si è alzata leggermente.
L’Organizzazione internazionale Save The Children, che si occupa della tutela dei bambini nel mondo, ha stilato un rapporto prendendo in esame le condizioni di maternità in Italia. In questo, sono emerse delle differenze importanti fra le varie regioni e anche l’aumento dell’età media delle partorienti.
Le zone più amiche delle mamme sono la provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta, invece le condizioni più sfavorevoli sono state evidenziate in Basilicata, in Campania e in Sicilia.
“Le Equilibriste”, questo il nome dato alla ricerca, aveva come scopo quello di tracciare l’incidenza delle nascite nel nostro Paese, facendo un’importante differenziazione in base al luogo. Sono stati analizzati diversi aspetti: demografia, sistema sanitario, condizioni di lavoro, rappresentanza, servizi dedicati alle mamme, frequenza di episodi violenti e soddisfazione soggettiva.
Le prime tre zone hanno superato di 10 punti il valore di riferimento nazionale, fissato a 100. Bene anche Toscana, Trento, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, che si trovano immediatamente dopo i primi posti e superano il valore di pochi punti.
Forse è un modo di pensare dettato da antichi stereotipi, fatto sta che da sempre sentiamo dire che più ci si sposta al Nord e più le condizioni di vita e lavoro sono migliori. In realtà anche in questo tracciato emerge un quadro simile, infatti come fanalino di coda della classifica ci sono le regioni: Puglia, Calabria, Campania, Basilicata e Sicilia, le quali sono sotto al valore di riferimento di almeno 10 punti.
Come abbiamo detto, Save The Children ha preso in considerazione diversi indicatori. Nell’area di Rappresentanza, relativa alla percentuale di donne in organi politici a livello locale in ogni regione, ci sono delle regioni che occupano i primi posti. Queste sono il Veneto, l’Umbria e la Toscana. I punti critici in questo senso sono la Basilicata, la Sardegna e la Valle d’Aosta, qui la presenza femminile è ben al di sotto del valore di riferimento nazionale.
Altra voce importantissima è quella che riguarda la salute e in questo senso spiccano la Valle d’Aosta, che addirittura supera il valore di ben 40 punti con un sistema sanitario davvero eccellente, poi Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Toscana, mentre Campania e Calabria sono agli ultimi posti. Treno e Bolzano, province autonome entrambe, sono le più virtuose per quanto riguarda i servizi offerti alle donne che scelgono di diventare mamme e anche ai loro bambini, in effetti la rete di asili nido è ben organizzata, così come ci sono buone mense e tante attività che si occupano dei bambini a tempo pieno.
A seguirle dal punto di vista dei servizi c’è la Valle d’Aosta, l’Emilia-Romagna e la Toscana, che come abbiamo visto dominano un po’ questa classifica sotto tutti i punti di vista. Anche nel settore dei servizi purtroppo, Campania, Calabria e Puglia sono agli ultimi posti.
C’è anche un’altra tematica rilevante presa in considerazione dal rapporto, ovvero la soddisfazione soggettiva delle mamme e queste è risultata essere ai livelli più alti nuovamente a Trento e Bolzano, seguite da Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e poi Molise. Ancora una volta, in coda abbiamo Calabria e Sicilia.
Man mano che scopriamo questi dati è innegabile come le province gestite autonomamente risultano essere quelle migliori per la maternità e in effetti sono agli ultimi posti solo per quanto riguarda una voce, quella della violenza sulle donne. Se guardiamo invece alla presenza di centri antiviolenza, le regioni dove ce ne sono di più sono il Friuli-Venezia Giulia, ancora Bolzano e poi Molise, Valle d’Aosta. Abruzzo ed Emilia-Romagna.
C’è anche un atro dato interessante da tenere in considerazione, sono sempre di più i padri che chiedono il congedo di paternità e mentre fino a pochi anni fa la maternità pesava più che altro sulle madri, il trend mostra che non è più così.
Dall’analisi di Save The Children è emerso in fine che l’età in cui si sceglie di diventare madri è aumentata e ora l’età media del parto è di circa 32 anni, una delle più alte in Europa. Già nel 2019 in realtà i dati erano simili e addirittura il 9% delle partorienti aveva superato i 40 anni.
I rinvio della maternità e la bassa fecondità sono frutto di diverse concause ma ci sono anche altri motivi, come la voglia di continuare a lavorare e non doversi fermare per la gravidanza, ma anche le preoccupazioni a livello economico. Sono tante infatti anche le coppie che decidono di non fare figli.
Il nostro augurio è che la politica tenga conto di questi dati e finalmente si impegni a sostenere le regioni demograficamente a rischio, migliorando tutto ciò che ruota intorno alla vita quotidiana delle mamme. Solo così si potranno incentivare le nascite, la vera forza di ogni Paese.
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