Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato in visita a Casal di Principe, ricordando Don Peppe Diana, il noto prete antimafia ucciso nel 1994. Ecco le parole di Mattarella.
Oggi, 21 marzo, è la Giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e, per celebrare questa commemorazione, Sergio Mattarella si è recato a Casal di Principe, in provincia di Caserta, località nota per l’attività della camorra e dove venne ucciso Don Peppe Diana.
Il Presidente della Repubblica ha tenuto un importante discorso, parlando con i giovani delle scuole della cittadina, ricordando tutte le vittime delle organizzazioni criminali. Ecco cosa ha detto.
Mattarella è arrivato a Casal di Principe per commemorare le vittime della mafia, in questa giornata di ricordo che in tutta Italia si celebra oggi.
Il Capo dello Stato ha prima di tutto fatto visita alla tomba di Don Peppe Diana, il prete ucciso il 19 marzo 1994 nella sagrestia della sua chiesa, proprio a Casal di Principe.
Sergio Mattarella ha onorato la sua memoria, ricordando tutto quello che ha fatto per la sua comunità, definendolo un uomo coraggioso, un vero e proprio eroe che ha cercato di combattere la camorra fino alla fine dei suoi giorni:
“Ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione. Don Diana aveva capito, nella sua esperienza quotidiana, che la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani”
Parlando all’istituto Guido Carli di Casal Di Principe, il Presidente ha incontrato i ragazzi della scuola, ricordando quanto è stata importante la battaglia di Don Diana:
“Dovete essere fieri di essere nati in questa terra, che ha saputo compiere questa vera, grande, rinascita. Dovete avvertire l’orgoglio di essere concittadini di Don Diana. Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza, quella a cui don Diana ha passato idealmente il testimone della legalità”
Per chi non conoscesse la sua storia, Don Peppe Diana fu un sacerdote nonché un attivista antimafia, ucciso dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo del 1994.
Alle 7.30 di mattina, mentre si trovava nella sagrestia della chiesa San Nicola di Bari, due killer lo uccisero.
La sua “colpa” fu quella di aver incitato tutti i cittadini a ribellarsi contro il potere dei clan in quel territorio, una lotta che non si stancava mai di portare avanti.
Don Peppe Diana ha vissuto durante gli anni del dominio dei Casalesi, che sul territorio di Casal di Principe e dintorni comandavano sotto la guida di Francesco Schiavone, detto Sandokan.
Durante la sua vita, scrisse una lettere molto nota, chiamata “Per amore del mio popolo”, un vero e proprio manifesto contro la criminalità organizzata, un invito a non smettere mai di lottare contro il crimine e le mafie.
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