Non è sempre tutto così facile ad un esame di maturità e, molto spesso, l’emozione e la paura possono giocare dei brutti scherzi. Ecco tutti gli “strafalcioni” che la maturità, targata 2023, ci ha regalato.
Scherzi della memoria? O impreparazione vera e propria degli studenti? Sta di fatto che, comunque, fanno molto sorridere…e vale la pena di leggerli.
Maturità 2023: gli strafalcioni più al top
Gli esami di maturità 2023 stanno per terminare. Sono in corso gli orali e, per la maggior parte degli studenti, è già tempo di vacanza. Dopo le ansie degli scritti e la paura di fare scena muta all’esame orale, tutto sembra andato per il verso giusto. Anche se, come ogni anno, gli strafalcioni non sono mancati.
Strafalcioni frutto dell’ansia, della paura, o dell’impreparazione degli studenti stessi? Non ci è dato saperlo, sta di fatto però che il portale “Skuola.net” ha raccolto una vera e propria gallery di orrori (e non solo grammaticali) di tutto quello che “non si doveva dire” durante il colloquio della maturità. Non ci credete? Ed invece è stato proprio così.
Per alcuni di essi, c’è davvero da mettersi le mani nei capelli ed immaginare, anche, la faccia dei professori a sentire di “cotante perle di saggezza” uscite fuori dalla bocca dei propri allievi. Ma alla base, alla fine, c’è sempre stata la confusione, l’ansia, la paura…almeno così si spera.
Iniziamo da chi ha considerato Giovanni Pascoli non un autore della letteratura italiana ma, bensì, un pittore. O chi ha confuso gli autori di un dipinto, quale “La persistenza della memoria”, attribuendolo a Salvador Dalì e non a Marcel Proust.
Garibaldi ha scritto la “Divina Commedia”
Ma c’è stato, anche, un vero e proprio orrore per il nostro padre della lingua italiana, Dante Alighieri, che si è visto sottrarre la sua opera, la Divina Commedia, per consegnarla direttamente nelle mani di Giuseppe Garibaldi che, da eroe dei due mondi, si è trovato a diventare autore dell’opera più celebre ed importante della lingua italiana.
Ma la letteratura italiana è stata la più gettonata in materia di strafalcioni. Non solo il povero Dante si è visto sottrarre la sua opera magna, ma anche il buon Luigi Pirandello si è visto, giusto un attimo, “aumentare” il numero di una sua opera: da “Uno, nessuno e centomila”, si è arrivata a “Uno, nessuno e duecentocinquantamila”.
Il pezzo forte, nonché la situazione forse più preoccupante che si poteva presentare, è stato chi non ha saputo rispondere a questa domanda, facendo calare il gelo ed il silenzio in tutta la commissione: “Chi è Sergio Mattarella”. Anche Pascoli, però, torna ad essere fra i più gettonati per gli strafalcioni. La sua poesia “X Agosto”, scritta in ricordo di suo padre, morto proprio il 10 agosto, è diventata “Per Agosto”…solo perché non si conoscono i numeri romani.
Insomma: tanti strafalcioni che hanno fatto sorridere in molti e gelare qualcuno.