Oggi è una giornata importante, la Festa della Repubblica e il fulcro delle celebrazioni è sicuramente la parata militare a Roma.
Si sta tenendo in questo momento in via dei Fori Imperiali la tradizionale sfilata dei corpi delle Forze Armate voluta per la prima volta nel 1948 dall’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Un momento solenne e molto importante per omaggiare tutti coloro che, con diversi ruoli, difendono il nostro Paese e intervengono in momenti difficili come ad esempio l’alluvione che si è abbattuta in Emilia Romagna. Un’occasione così importante viene presenziata da tutte le cariche dello Stato, in primis Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, i primi a prendere posto sulla tribuna presidenziale allestita per assistere alla parata.
È iniziata questa mattina intorno alle 10 la parata del 2 giugno, tradizionale sfilata in cui i reparti delle Forze Armate italiane si ritrovano a Roma. Questo evento, in vigore dagli anni Quaranta sebbene con percorsi che nel tempo sono cambiari e alcuni stop come quello della pandemia, si tiene ogni anno.
Sullo bellissimo sfondo della Capitale e in particolare del Colosseo addobbato per l’occasione con l’enorme bandiera srotolata dai Vigili del fuoco, si tiene la parata ma le le celebrazioni si sono aperte con l’alzabandiera solenne presso l’Altare della Patria, dove come da tradizione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ha omaggiato il Milite Ignoto mentre la bandiera italiana colorava i cieli grazie alle Frecce, che quest’anno piangono la scomparsa del giovane pilota Alessandro Ghersi, morto di recente in circostanze tragiche.
Dopo aver passato in rassegna i diversi reparti è giunto in tribuna a bordo della Giulia che viene utilizzata solo in questa occasione. Nella stessa postazione hanno preso posto poi le più alte cariche statali. Citiamo ad esempio la premier Giorgia Meloni ma anche i presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa. Poi chiaramente ci sono tutti i vertici militari.
Giorgia Meloni ha concesso alcuni minuti ai giornalisti prima dell’inizio dell’evento, dicendo che niente che si chiami pace può essere scambiata per invasione, questo ha un chiaro riferimento al conflitto in Ucraina, impossibile non parlarne dal momento che oggi è un giorno rilevante per le forze armate ma anche per il raggiungimento di valori faticosamente conquistati come la libertà e la democrazia. Ricordiamo infatti lo storico referendum del 1946 in cui appunto gli italiani vennero chiamati a scegliere fra Monarchia e Repubblica, in una sessione dove per la prima volta c’erano anche le donne.
Giorgia Meloni non ha dubbi:
“c’è una nazione aggredita e un aggressore. oggi si celebra la patria e chi l’ha creata prima di noi, si celebrano i valori e la comunità nazionale ma anche l’impegno delle forze armate italiane nelle situazioni più impegnative e nelle emergenze”.
La presidente del Consiglio ha sottolineato che la giornata di oggi non deve essere considerata solo come una celebrazione museale ma serve a far riflettere che solo uniti si può uscire dalle situazioni di difficoltà e ognuno deve fare la sua parte.
“siamo tutti legati, nessuno può risolvere i problemi da solo. dobbiamo ricordare che sono stati fatti sacrifici per costruire la nostra repubblica, bisogna preservarla e sacrificarci noi stessi per difenderla e trasmetterne il senso a chi verrà dopo di noi”.
La carica dello Stato che più rappresenta questa giornata è sicuramente il ministro della Difesa Guido Crosetto ed è importante riportare anche le sue parole in questa giornata di unità nazionale.
“La repubblica italiana è nata con un referendum in cui si votò liberamente a suffragio universale e grazie al lavoro dei nostri padri costituenti che redassero la costituzione italiana. oggi compie 77 anni di storia ed è importante celebrare questo giorno, che sia di esempio anche per le nuove generazoni”.
Ricordiamo, riprendendo questo intervento, che si celebrano anche i 76 anni della Costituzione. Ancora, Crosetto ha continuato ponendo l’attenzione anche sull’alluvione in Emilia Romagna, perfetto esempio del lavoro dei militari per prestare soccorso. Il ministro della Difesa ha parlato di questa tragedia perché deve essere una dimostrazione del senso più importante della Repubblica, cioè la comunità che affratella e unisce tutti i cittadini.
Queste parole arrivano al margine della parata, poco prima che inizi con la tradizionale apertura da parte di 300 sindaci provenienti da tutta Italia, compresi anche quelli delle zone alluvionate.
In totale sono 5.500 coloro che sfileranno fra cui non solo militari ma anche uomini e donne di soccorsi, oltre a tanti mezzi in dotazione ai diversi reparti.
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