Dopo mesi di discussione sull’Italicum, per la legge elettorale si riaffaccia l’ipotesi del Mattarellum. La sconfitta al referendum costituzionale del sì ha aperto la strada alla crisi di governo che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi e alla formazione dell‘esecutivo di Paolo Gentiloni. Fin dai primi istanti la richiesta delle opposizioni è stata di andare alle urne il prima possibile: anche il PD di marca renziana non vede l’ora di andare a votare, ma per tutti rimane il problema di quale legge elettorale usare. L’Italicum infatti, seppur approvato in Parlamento, ha due problemi: vale solo per la Camera (perché legato alla riforma costituzionale che doveva modificare il Senato, poi bocciata dal voto popolare) ed è in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. La situazione è molto delicata anche perché Sergio Mattarella ha chiarito di non aver intenzione di sciogliere le Camere se il Parlamento non mette mano alla legge elettorale, armonizzandola per Camera e Senato. Da qui, la proposta di Renzi: usare il Mattarellum, con le opportune modifiche, e andare al voto a breve, forse già ad aprile.
La proposta dell’ex premier ha ricompattato il PD con la minoranza che ha aperto al dialogo e ha dato la sua disponibilità a lavorare per andare al voto con un Mattarellum modificato.
Diverse invece le posizioni delle opposizioni. Il primo a dichiararsi disponibile ad andare al voto con qualsiasi legge è stato Matteo Salvini per cui l’importante è dare la parola ai cittadini, come non importa. Il segretario del Carroccio ha così accolto la proposta di Renzi e ha aperto sull’utilizzo del Mattarellum, così come Fratelli d’Italia. “Renzi dice che ci vuole un articolo per riproporre il Mattarellum. Allora ci vogliono anche due settimane per approvarlo. Ci va bene se significa che torniamo a votare immediatamente”, ha dichiarato Giorgia Meloni.
Il Movimento 5 Stelle al momento dice no. Fin dai primi istanti della crisi di governo, il movimento di Grillo ha dichiarato di voler andare alle urne il prima possibile e ha proposto di utilizzare l’Italicum così come sarà modificato dalla Consulta dopo il 24 gennaio anche per il Senato, presentando una proposta ufficiale anche in Parlamento. Non sono mancate le polemiche, visto che il movimento lo aveva definito “peggio del Porcellum” e “incostituzionale”, chiedendone la sua cancellazione. In un primo momento sembrava che anche il M5S aprisse al Mattarellum, almeno fino al tweet del deputato Danilo Toninelli che ha chiuso la strada verso un possibile dialogo con il PD. Porte chiuse anche dallo stesso Grillo. “Noi vogliamo andare al voto subito, con una legge elettorale che abbia il vaglio della Consulta. Tu vuoi aprire il mercato delle vacche e allungare il brodo per discussioni infinite sulla legge elettorale? Risparmiarcelo”, si legge sul blog.
Forza Italia ha infine dichiarato il suo no al Mattarellum. “Con un baro come Renzi non si possa trovare alcun accordo se il suo stile è sempre lo stesso, cioè di dire, come ha fatto oggi: il Matterellum, prendere o lasciare. È una strada impossibile. Pensiamo ad altro. Stop”, ha dichiarato Renato Brunetta.
Il Mattarellum prende il nome dal relatore della legge, l’attuale Presidente della RepubblicaSergio Mattarella. La legge è stata messa in atto in seguito al referendum del 18 aprile del 1993 ed è una riforma elettorale che ha introdotto nel nostro Paese un sistema elettorale misto. Da un lato c’è un sistema maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi del Parlamento. Dall’altro c’è un recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato. per il restante 25% dei seggi. Altre due caratteristiche tipiche del Mattarellum consistono in due punti specifici. Si tratta del proporzionale con liste bloccate per il 25% dei seggi alla Camera e dello sbarramento del 4%, sempre alla Camera.
Il Mattarellum ha sostituito il sistema proporzionale precedente, che era rimasto in vigore dal 1946. La legge Mattarella è rimasta in vigore fino al 2005, per essere sostituita dalla legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum. Proprio attraverso il Mattarellum sono state formate varie legislature della Repubblica Italiana, in particolare la 12esima, la 13esima e la 14esima.
Il Mattarellum crea un sistema elettorale maggioritario che però è corretto da una quota proporzionale che corrisponde a un quarto dei seggi di ogni Camera. Il territorio nazionale viene suddiviso, in 475 collegi uninominali per la Camera e in 232 per il Senato. I seggi sono attribuiti in base a un sistema maggioritario a turno: in sostanza viene eletto il candidato che ha la maggioranza relativa dei voti nel collegio. Naturalmente i candidati possono presentarsi ciascuno per un proprio collegio.
I seggi rimanenti vengono assegnati con un sistema proporzionale che funziona diversamente per la Camera e per il Senato. Per la Camera, l’elettore ha un’altra scheda elettorale, in modo da poter attribuire i 155 seggi che rimangono: a questi ultimi possono accedere soltanto i partiti che superano la soglia di sbarramento del 4%. In base a dei quozienti vengono poi stabiliti i seggi che spettano a ciascuna lista. Per quanto riguarda il Senato, gli altri 83 seggi vengono assegnati su base regionale, secondo un metodo particolare, detto delle “migliori medie”: in base a questo sistema, i seggi di ciascun gruppo vengono dati ai candidati perdenti che ottengono le migliori percentuali elettorali.
Il Mattarellum crea una situazione per cui che alla Camera viene effettuato uno scorporo parziale, mentre al Senato quest’ultimo diventa totale, il che significa che la quota proporzionale diventa minoritaria, un aspetto in contrasto rispetto all’impianto generale della legge elettorale.
Per questo molti politologi ritennero che il tentativo, da parte della legge Mattarella, di creare un sistema prevalentemente maggioritario dovesse essere ritenuto soltanto come un qualcosa di illusorio. L’altro nome di questa legge era quello di “Minotauro”, per la natura “ibrida” del sistema elettorale introdotto.
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