La scorsa settimana Laura Bonafede, una maestra elementare, è stata arrestata con l’accusa di aver agevolato la fuga del capo della mafia Matteo Messina Denaro.
Sarà interrogata questa mattina a Palermo da Alfredo Montalto.
Laura Bonafede, la maestra elementare arrestata per aver favorito la latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro, sarà interrogata questa mattina dal gip del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto. Secondo il giudice istruttore, la donna sarebbe stata coinvolta in una relazione stretta con il capomafia arrestato il 16 gennaio presso la clinica Maddalena di Palermo, sin dal 2007. Le lettere che i due si sono scambiati rivelano la sua completa adesione alle logiche e agli interessi della mafia. La donna pare abbia frequentato il boss per molti anni, anche durante la sua latitanza, trascorrendo lunghi periodi di convivenza con lui e con la figlia Martina Gentile.
I carabinieri del Ros, su richiesta della Dda di Palermo, hanno arrestato Laura Bonafede, l’insegnante di Campobello di Mazara indagata per i suoi rapporti col boss Matteo Messina Denaro, per i reati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Tali reati sono stati aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra. Anche la figlia, Martina Gentile, è stata indagata. La Procura aveva richiesto gli arresti domiciliari per la ragazza, ma il gip Alfredo Montalto ha rigettato l’istanza a causa della mancanza di gravi indizi di colpevolezza.
Secondo l’ordinanza, le due donne erano devoti al boss e avevano instaurato un sistema di complicità con lui, basato su una tradizione mafiosa familiare che le aveva portate ad adorarlo. Questa adorazione non aveva alcuna spiegazione razionale, ma era motivata dalla loro totale adesione allo spirito, agli ideali e ai comportamenti del criminale. Nonostante la sofferenza subita dalla loro famiglia a causa del rapporto con il boss, le due donne hanno continuato a mantenere questo atteggiamento nei suoi confronti, fornendogli assistenza con ferma convinzione e orgoglio. Questo è un segno inequivocabile della loro irredimibile adesione ad uno stile di vita mafioso, nonostante le conseguenze negative che ha avuto sulla loro vita e sulla loro famiglia.
Secondo quanto affermato dal giudice per le indagini preliminari di Palermo, Alfredo Montalto, Laura Bonafede avrebbe svolto un ruolo di rilievo all’interno della rete di relazioni che ha consentito al latitante di Campobello di Mazara di sfuggire alle autorità. Il magistrato ha evidenziato come la giovane abbia quasi preso il posto del padre Leonardo Bonafede, impossibilitato a farlo a causa della sua detenzione e della scomparsa avvenuta lo scorso novembre. Secondo quanto riportato, sembrerebbe che Bonafede abbia mostrato una totale adesione alla storia criminale di Messina Denaro. Questa adesione sarebbe emersa anche nell’educazione impartita alla figlia Martina Gentile, la quale sembra essere completamente immersa nella cultura mafiosa e addirittura intenzionata a trasmettere questi ideali nefasti alla piccola Dafne, figlia di Martina.
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