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Manifestazione di protesta fuori dai cancelli del Parco della Montagnola, dove si tiene la festa del Pd a Bologna, e dove Matteo Renzi è intervenuto, non senza essere contestato da parte di un gruppo di persone. Il presidio era stato organizzato da parte di un centinaio di manifestanti dei collettivi bolognesi che aveva tentato anche l’accesso alla Festa, all’ingresso del Parco della Montagnola dal lato di piazza 8 agosto. C’è stato un lancio di uova contro gli agenti di polizia del dispositivo di sicurezza che hanno reagito con una carica ed è stato lanciato qualche fumogeno. Il cordone delle forze di polizia ha dunque impedito ai manifestanti l’accesso all’area del comizio. Tra i dimostranti una ragazza è stata portata via in barella. Non c’è stato contatto diretto fra i dimostranti e Renzi, che ha raggiunto il palco accedendo da una parte diversa dei contestatori.
Qualche fischio contro Matteo Renzi si è alzato pure quando al principio del suo comizio ha iniziato a parlare della scuola. Il premier ha prontamente replicato: “Abbiamo un compito, ed è cambiare l’Italia, non ci fermeranno tre fischi. Terremo botta“. “Sono pronto ad incontrare chiunque sulla scuola“, aveva detto Renzi, ottenendo in risposta dei fischi che si sono ripetuti anche quando ha aggiunto: “La mia maestra si chiamava Eva Bonamici, ed era una staffetta partigiana, e mi insegnò che la libertà è il dono più grande. E la prima libertà è poter rispondere con un sorriso“.
Sui fatti che sono seguiti alla manifestazione No Expo a Milano, e alla contro manifestazione ‘nessuno tocchi Milano’ è intervenuto dicendo: ”Agli amici del Pd di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulire le vetrine e dire che quattro teppistelli non la vinceranno, non avranno la meglio. Siamo più forti noi”.
Sull’Italicum
“Non ho le verità in tasca, ma ci proveremo fino in fondo. Tagliaremo il traguardo dell’Italicum, delle riforme, e daremo più soldi a scuola pubblica, e lo stiamo già facendo. Senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccare la prima regola del gioco“. Così il premier e segretario Pd Matteo Renzi, nel suo intervento alla festa dell’Unità a Bologna, citando il maratoneta Dorando Pietri, come metafora per le riforme italiane fallite in passato.