Matteo Renzi torna a criticare il Dpcm (e Conte)

Matteo Renzi torna a scagliarsi contro l’ultimo Dpcm emanato dal premier Giuseppe Conte, entrato in vigore questo lunedì e che dovrebbe valere fino al prossimo 24 novembre.

Danni all’economia e tensioni sociali

Il leader del partito Italia Viva aveva immmediatamente chiesto delle modifiche, ora lo critica di nuovo apertamente. Intervistato da La Repubblica, Renzi sostiene che le norme del Dpcm non sono basate su dati scientifici ma solo sulla preoccupazione dei vari ministri. Potrà servire a ridurre i contagi, forse, ma di contro creerà un danno economico e sociale.

Alla presunta diminuzione dei casi, corrisponderà l’aumento i disoccupati, secondo Renzi, e questo avrà delle ripercussioni a livello sociale. Il Dpcm, infatti, “fomenta le tensioni sociali di un Paese diviso tra garantiti e non, crea un doppio binario sui ristori economicamente insostenibile nel medio periodo“.

L’industria culturale

L’accusa è dunque di aver agito in maniera frettolosa in preda all’ansia, senza pensare a un piano strategico per le attività e i lavoratori. Servirebbero numeri e dati chiari, ma secondo il politico, i consulenti dei vari Ministri sono troppo spesso in televisione e commenta sarcasticamente “spero rimanga loro il tempo di studiare le carte“.

Un’altra critica che muove Renzi è quella nei confronti del trattamento riservato al settore della cultura, come sappiamo, duramente colpito dal Dpcm, che “tradisce una visione ottocentesca della cultura vista come mero divertimento di cui si può fare a meno e non come pilastro – anche economico – della nostra identità: preoccuparsi dei cinema e dei teatri senza aver fatto funzionare trasporti e tamponi è umiliante“.

Matteo Renzi: serve razionalità

L’ex PD auspica di non dover arrivare alla chiusura del paese, ma guarda all’esempio di Macron se fosse necessario metterlo in atto anche in Italia: ieri il presidente francese ha parlato alla nazione in maniera chiara e diretta. Dunque, meglio un lockdown che “procedere con decreti continui come fosse una telenovela. Facciamo un piano serio, anche duro se serve, ma un piano strategico da qui a sei mesi.“. Si può uscire dalla pandemia solo se si agisce in maniera razionale.

Infine, risponde direttamente a Giuseppe Conte, che lo accusa di mettere in atto giochini politici. Secondo Matteo Renzi, rispondere così alle sue critiche è più da populista che da premier in carica. E a rimarcare la sua esperienza politica di lunga data a differenza del Primo Ministro ha dichiarato “Vorrei ricordare che senza i miei giochini politici di un anno fa oggi Conte farebbe il professore all’Università di Firenze e in queste ore si occuperebbe di come funziona la didattica online da Novoli, non di dpcm“. L’invito di Zingaretti, leader del PD, a cercare di mantenere la coesione e di non alzare ora il tono della discussione politica è, a quanto pare, rimasto inascoltato.

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