Dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre, Matteo Renzi ha annunciato di volere presentare le dimissioni, ma Mattarella può rifiutarle? E’ questa la domanda a cui proviamo a rispondere dando uno sguardo agli scenari possibili che si aprono adesso.
Il 5 dicembre, un giorno dopo il voto, il presidente del Consiglio Matteo Renzi si è recato al Quirinale per un colloquio informale di oltre un’ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel pomeriggio è previsto un consiglio dei ministri straordinario convocato dove avverrà il definitivo scioglimento del governo. Quindi Renzi dovrebbe salire ufficialmente al Colle per rassegnare le sue dimissioni da premier, non senza amarezza: “Ci abbiamo provato e non ce l’abbiamo fatta – ha detto in lacrime appena saputa la vittoria del NO – mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta”.
A questo punto la palla infuocata è passata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è stato chiamato a decidere se accettare o rifiutare le dimissioni di Renzi. Le ipotesi in campo erano diverse: Mattarella avrebbe potuto accettare di mandare Renzi a casa solo dopo l’approvazione della legge di Bilancio.
Quindi avrebbe potuto rifiutare le dimissioni e chiedere alle Camere di decidere sulla sorte di Renzi con un eventuale voto di fiducia. Avrebbe anche potuto accettare le dimissioni e ridare l’incarico a Renzi con una maggioranza allargata. Ma è probabile che il Capo dello Stato si rassegni ad accettare direttamente le dimissioni del premier per impegnarsi a dar vita a un nuovo esecutivo ‘tecnico-politico’, magari affidando l’incarico a Pier Carlo Padoan, con l’obiettivo di traghettare il Paese fino a nuove elezioni.
Quest’ultima sembra l’ipotesi più attendibile, dato che il punto fondamentale da evidenziare è che sembra già saltata l’ipotesi di un nuovo, secondo governo a guida Renzi fino alle prossime elezioni politiche, visto che il premier dimissionario ha seccamente rifiutato l’ipotesi di un Governo Renzi bis (nel colloquio al Quirinale il Capo dello Stato, come da legge, ha chiesto al segretario del partito di maggioranza di riprovare a cercare la fiducia del Parlamento, ricevendo in risposta un secco ‘no, grazie’).
Le norme ora prevedono che Mattarella dia il via alle consultazioni al Quirinale per cercare un nome condiviso in grado di formare un nuovo esecutivo. In base al risultato delle consultazioni potrebbe scegliere la strada del voto anticipato, sciogliendo le Camere, oppure puntare al governo tecnico.
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COSA SUCCEDE CON LE DIMISSIONI DI RENZI, TUTTI I POSSIBILI SCENARI FUTURI
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