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Matteo Renzi negli Usa: cosa ha ottenuto il Presidente del Consiglio nel suo viaggio in America? E’ una domanda che in molti si pongono, alla luce dei giorni passati dal Premier negli Stati Uniti, ricchi di visite ufficiali e di discorsi che esprimono la sua volontà di andare avanti nel suo percorso politico nel migliore dei modi. Ma quali possono essere i vantaggi di una visita di questo tipo per il nostro Paese? Sicuramente gli interventi di Renzi sul futuro dell’Italia sono serviti a rafforzare l’immagine del nostro Stato agli occhi della comunità internazionale.
Ma non è solo un rafforzamento dell’immagine l’obiettivo raggiunto da Renzi in America. La visita ufficiale lo ha portato a New York e nella Silicon Valley, passando per San Francisco, per dei veri e propri confronti faccia a faccia con esponenti della politica e del settore della tecnologia, durante i quali ha ottenuto numerosi consensi.
Perché è andato?
Matteo Renzi ha iniziato il suo viaggio da San Francisco. Ha partecipato, nel corso del primo giorno, ad una cena, offerta da John Hennessy, presidente dell’Università di Stanford, con molti esponenti di rilievo della Silicon Valley. Lunedì 22 ha avuto un incontro con più di 150 imprenditori italiani che si occupano di tecnologia, poi si è confrontato con Dick Costolo, CEO di Twitter, e in seguito è stato alla Scuola Internazionale Italiana della città. Successivamente ha avuto un incontro con l’amministratore delegato di Yahoo!, Marissa Mayer.
Martedì 23 c’è stato un altro importante evento, al quale hanno partecipato diversi esponenti politici di numerosi Paesi del mondo: il vertice ONU sul clima, un’occasione per discutere sugli effetti del riscaldamento globale, sui cambiamenti climatici e sulle conseguenze per il nostro pianeta, che si fanno sempre più preoccupanti. In seguito, nella stessa giornata, Renzi ha incontrato Bill Clinton e la moglie Hillary.
Mercoledì 24 Renzi ha partecipato all’incontro messo a punto dal Council of Foreign Relations e giovedì ha effettuato un intervento all’Assemblea Generale dell’ONU. Prima di rientrare nel nostro Paese, nella giornata di venerdì 26, il Premier ha visitato la sede di Fiat Chrysler Automobiles di Auburn Hills.
Cosa ha ottenuto?
Diverse sono state le manifestazioni di consenso ottenute da Renzi nel corso della sua visita negli Stati Uniti. Innanzitutto ha ricevuto delle parole di vicinanza da parte dei Democratici Usa, realizzando in questo modo una vera e propria intesa con alcuni degli esponenti politici americani. Un’altra intesa c’è stata sicuramente con l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, che rappresenta uno degli imprenditori che Renzi deve convincere ad investire nel nostro Paese. E proprio Marchionne si è detto contento della volontà del Presidente del Consiglio di effettuare una riforma completa dell’articolo 18 e delle leggi sul lavoro in generale.
La visita negli Stati Uniti è stata per Renzi anche l’occasione per spiegare le sue riforme nel dettaglio e per lanciare un messaggio chiaro al Partito Democratico. Le priorità di Renzi sono rappresentate, oltre che dalla riforma del lavoro, anche da quella della Pubblica Amministrazione, da quella della giustizia e dalla lotta alla corruzione. Tutto questo, per Renzi, dovrebbe essere un modo per il nostro Paese di guardare al futuro. E proprio sulla riforma del lavoro si è rivolto al PD: “In Italia personalità dell’estrema sinistra, e non della destra, pensano che va ad ogni costo mantenuto lo Statuto dei Lavoratori e che questo è l’unico modo per essere uomini di sinistra”. Renzi si augura che “il PD scelga il futuro e non il passato”.
Un altro punto fondamentale che rappresenta il consenso ottenuto dal Premier in America è quello relativo all’incontro con Bill Clinton e con la moglie Hillary. L’ex presidente degli Stati Uniti si è rivolto a Renzi con queste parole: “Gli italiani sentono che hanno bisogno di un Governo, sei arrivato al momento giusto, grazie al tuo consenso puoi farcela”. La manifestazione di approvazione da parte di Clinton è davvero importante, perché l’ex presidente ha voluto sottolineare la possibilità di una grande disponibilità a lavorare insieme e bisogna tenere in considerazione anche il fatto che Hillary Clinton potrebbe essere tra poco tempo la candidata per i Democratici alla Casa Bianca.
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