Matteo Salvini è tornato in Italia dopo essere stato con Antonio Razzi in Corea del Nord, e aver incontrato il presidente dell’Assemblea Suprema del Popolo Kim Yong Nam, in quella che lo stesso segretario della Lega Nord Salvini, su Facebook, ha definito come “missione in Corea del Nord“, specificandone la natura “assolutamente privata e non istituzionale“. Quasi un viaggio di nozze quello che la nuova strana coppia della politica italiana ha deciso di trascorrere in Corea del Nord. Matteo Salvini e Antonio Razzi hanno infatti deciso di fare ‘coming out politico’ verso la dittatura, andando insieme a ossequiare il regime di Kim Jong-un.
Stretto riserbo è stato mantenuto a proposito dei motivi della visita del leader leghista e del senatore di Forza Italia, ma secondo un’agenzia di stampa locale, i due avrebbero consegnato una lettera per Kim Jong-un.
Matteo Salvini ha invece chiarito, intervistato dal Corriere al suo rientro in Italia che: “Nella nostra delegazione c’erano imprenditori nei settori del turismo, dell’agricoltura, dell’edilizia: lì si possono fare affari, hanno bisogno di trattori, di motorini“.
Questioni di affari, insomma.
‘Troppi pregiudizi sulla Corea del Nord’
Come riporta l’agenzia di stampa coreana, che ha ha pure diffuso alcune immagini sul web, l’incontro diplomatico è avvenuto nella Mansudae Assembly Hall di Pyonyang.
Qui, una delegazione di politici italiani di vari schieramenti – tra i quali, a sorpresa , è comparso Matteo Salvini – guidati dal senatore Razzi, già responsabile dell’associazione parlamentare Amicizia Italia-Corea ha portato i suoi ossequi al leader supremo Kim Jong-un.
“Là lui (Razzi, ndr) è un’autorità assoluta, una star“, spiega Salvini intervistato al suo ritorno in Italia.
Forse per questo, Razzi, sempre secondo l’agenzia di stampa coreana, avrebbe davvero consegnato nelle mani di Kim Yong-nam una lettera destinata al leader supremo Kim Jong-un, con i saluti di Silvio Berlusconi, e di tutta l’associazione Amicizia Italia-Corea.
Matteo Salvini, intervistato, ironizza sul regime, spiegando che la pena di morte c’è anche negli Stati Uniti, e poi rileva di essersi trovato davanti a “Un Paese molto diverso dal nostro, un’opportunità gigantesca per i nostri imprenditori. Hanno bisogno di molte cose e l’embargo nei loro confronti è idiota. Pensi che ci avevano chiesto due navi da crociera e non gliele possiamo dare. È assurdo, non sono cannoni. L’embargo nei loro confronti andrebbe tolto, come alla Russia di Putin del resto“.
Eè noto che Razzi ha spesso manifestato un certo feeling con la Corea del Nord, arrivando anche a negare la dittatura e il regime di Kim Jong-un. Un anno fa paragonò il Paese alla “Svizzera d’Oriente con strade sono belle e molto pulite. Lì puoi andare tranquillo, nessuno ti tocca. Mica è Roma. Forse è la nazione più sicura che conosca”.
Gli fa eco, ora, Matteo Salvini, spiegando che la Corea del Nord è davvero come la Svizzera: “Per la pulizia, certamente: non c’è una cartaccia per terra“, anche se poi ci tiene a precisare: “Ma io preferisco la libertà sempre e comunque“.
Razzi, ha fatto sapere che anche lui racconterà maggiori dettagli una volta tornato. Raggiunto telefonicamente ha affermato in maniera concisa: “Io e Salvini? Abbiamo fatto grandi cose!! Ma ora non posso dire, racconterò tutto al ritorno“.
Salvini invece ha già ribadito l’entusiasmo per il Paese del Nord: “I bambini giocano per strada, non alla Playstation“. “E poi c’è grande rispetto per gli anziani, tutte cose che in Italia c’erano e non ci sono più“.
E la censura? Il leader lumbard termina con parole sagge, ma tristi, visto il contesto: “Internet e il telefonino non andavano: un’esperienza impagabile, che da sola vale il viaggio“.