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Come sarebbe l’Italia con Matteo Salvini premier? Sarebbe diversa da quella attuale o alla fine non cambierebbe nulla? Le possibilità che il leader della Lega Nord arrivi a Palazzo Chigi ci sono, forse non molte al momento, ma non è detta l’ultima parola. Se il centrodestra riuscisse a risolvere la crisi interna e a riunirsi con un programma condiviso, le probabilità salirebbero. Certo, Salvini dovrebbe far dimenticare a metà Italia (dal Po in giù) gli anni di lotta contro il Meridione, il “Roma ladrona la Lega non perdona”, i cori razzisti contro i napoletani, il Nord “libero” dalle mafie perché la criminalità c’è solo al Sud: l’impresa non è poi così ardua in un paese dalla memoria corta come il nostro. Se tutti i pianeti si allineassero, come sarebbe l’Italia di Matteo Salvini?
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Piaccia o no, il segretario del Carroccio è un politico esperto, forgiato in anni di battaglie, forte di una militanza di base che non è mai venuta a mancare. Ancora oggi, all’apice del successo personale, ama i bagni di folla nei mercati e nelle piazze cittadine, ma non disdegna i salotti tv (dove è ospite fisso) e il palcoscenico mediatico dei social. Salvini sa parlare alla “pancia” del suo elettorato, usando toni meno urlati dei suoi predecessori (come dimenticare i gestacci e le parolacce di Umberto Bossi?) ma non per questo meno forti. Il programma elettorale è simile a quello della Lega dei primi tempi: al posto dei “terroni” ci sono gli immigrati (che in realtà ci sono sempre stati). Sono cambiati i modi ma non la sostanza: ecco come potrebbe essere l’Italia sognata da Matteo Salvini.
Mai più immigrazione. La nuova Italia avrà le frontiere più militarizzate d’Europa. Una sorta di Australia all’europea, con la Marina schierata a difesa delle coste, pronta a rispedire al mittente i gommoni dei disperati: altro che chiusura del Brennero. Dopo aver gridato all’invasione dello straniero per anni, il premier leghista realizzerà il sogno più grande, seguendo l’esempio del suo guru, Donald Trump: chiudere tutti i confini italiani, alle persone e alle merci.
Tutto sarà made in Italy (felpe e ruspe comprese) in una sorta di favolosa autarchia, una bolla dove tutto sarà puro e italiano e dove tutto costerà il quadruplo. Altro che iPhone di ultima generazione: gli italiani torneranno a usare il caro vecchio telefono di casa, inventato dall’italianissimo Antonio Meucci.
Anche i lavoratori delle campagne saranno (forse) tutti italiani: chi non trovava lavoro e passava ore a infierire contro gli “stranieri che rubano il lavoro”, in un primo momento si spaccherà la schiena a raccogliere i pomodori per una manciata di euro, ma poi tornerà a lamentarsi su Facebook, cercando l’ennesimo capro espiatorio. In tutto questo, trovare una forma di (italianissimo) Grana Padano sarà quasi impossibile: dopo la fuga degli indiani sikh, quasi nessuno è tornato a lavorare nelle stalle e la produzione è crollata.
Niente più euro ed Europa: l’uscita dell’Italia dalla zona euro provocherà un disastro economico-finanziario di proporzioni enormi, ma vuoi mettere la soddisfazione di tornare a usare le vecchie lire, alla faccia di Mario Draghi?
D’altro canto, Angela Merkel e company lasceranno l’Italia al suo destino: i rapporti industriali e commerciali con i partner europei saranno ridotti a zero. In compenso, arriveranno commesse di ogni tipo dalla Corea di Kim Jong-un.
In politica estera, basta con la diplomazia del buonismo, meglio il realismo e l’interventismo di Vladimir Putin: se poi saremo chiamati a sostenere il pugno d’acciaio del nuovo zar, sarà difficile tirarsi indietro.
In cambio però ci sarà sicurezza e legalità per le strade: grazie alla nuova legge sulla legittima difesa (e al luminoso esempio dell’America di Trump), quasi ogni famiglia avrà un’arma in casa, da usare contro ladri, venditori porta a porta e chiunque tenti di violare il sacro confine della porta senza un permesso. Insomma, una nazione di killer casalinghi ma rigorosamente made in Italy.
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