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Categories: Spettacoli

Matteo vs. Matteo: il confronto

Confronto annunciato, atteso e ultra-commentato quello tra i due leader: il dibattito televisivo.

Un duello che ha consolidato agli occhi del pubblico e dell’elettorato la figura di Matteo Renzi come avversario diretto del leader del partito più votato secondo i sondaggi. Matteo Salvini, seppure con l’ultimo burrascoso capitolo che ne ha visto la brusca fuoriuscita dai banchi del Governo, si pone come leader del Centrodestra agli occhi del grande pubblico. Allo stesso tempo Italia Viva, il neopartito formato dall’ex segretario del Partito Democratico, si prefigura come la prosecuzione di un racconto che per molti democratici liberali non ha visto la propria conclusione né in occasione del referendum sulla riforma costituzionale del 2016, né con le ultime elezioni politiche.

I due Matteo

La sfida ha visto come protagonisti del duello Matteo Salvini e Matteo Renzi si è svolta a partire dalle 22.50 di ieri sera su un campo di battaglia di tutto rispetto: il fiore all’occhiello della tradizione televisiva italiana: Porta a Porta, primo canale di Mamma Rai.
Il confronto ha preso il via da un’osservazione a proposito delle tasse sui premi televisivi, complice l’amarcord video in apertura, creato ad hoc da un Bruno Vespa in grande slancio, sul passato come concorrenti televisivi dei due avversari. “Io su quel premio in tv pagai le tasse, lei non so, magari Berlusconi le riservò un trattamento di favore”, afferma con subitaneo e spontanea ironia il leader di Italia Viva nel corso del duello con il segretario della Lega, che aveva criticato il governo giallorosso in relazione all’ipotesi di tassare i premi di chi vince i concorsi in tv.

Lo scontro televisivo

La divisa dei due è quella istituzionale, completo blu, serietà, un piccolo azzardo nella fantasia della cravatta del leader leghista ma il profilo e la levatura dello scambio appare alto, nell’immagine, e, bisogna dirlo, anche nei contenuti per un format che per la prima volta riesce a prendere vita in un contesto come quello della tv italiana. È infatti innegabile come negli altri paesi, lo scontro diretto televisivo, il dibattito tra leader di fazioni opposte sia tutto tranne che inusuale. Ma il conduttore di Porta a Porta, vista l’occasione più unica che rara ha previsto tutto, nei minimi dettagli, andando persino a stravolgere la classica disposizione delle poltrone in studio, sostituendole con un banco semicircolare.
“È 27 anni che fa politica, non ha portato a casa nulla, Salvini. Solo spot. La sua è la politica degli spot”, attacca Renzi, rivolto a Salvini al quale dà del Lei nel corso del confronto Rai. “L’ultimo sondaggio dà la Lega al 33%, il governo è nato per non far votare gli italiani sennò vince la Lega”. Risponde così Salvini alla domanda sul perché abbia fatto cadere il governo, elencando le motivazioni secondo le quali la convivenza con i pentastellati ed un eccessivo numero di no alle riforme e ai provvedimenti previsti in agenda avevano reso il rapporto oramai alla frutta: dal no alla Tav, fino al no alla Flat Tax,, all’autonomia ed anche alle Olimpiadi. Queste le rimostranze del Matteo dal verde vessillo.

Un duello acceso

Molte le freddure e le frecciate rispetto alle abitudini estive dei due: dai riferimenti al Papeete, al caviale a Montecarlo: “Vedo che è un reato andare in spiaggia con il figlio, a sinistra siete abituati a champagne e caviale a Montecarlo, io vado a Milano Marittima perché preferisco lasciare i soldi in Italia”, afferma Salvini.
Molti gli spunti forniti dai due e non meno dal conduttore, relativi alla nascita del neo-governo giallorosso e delle dinamiche che ad esso hanno dato luogo: “una manovra di Palazzo, forse machiavellica”, si schernisce Renzi ammettendo una responsabilità dettata dall’esigenza di salvaguardare gli interessi del Paese: da un punto di vista economico, istituzionale, un discorso di credibilità in ambito europeo che spazi dall’aumento dello spread, dell’Iva: argomenti che Salvini accusa come colpi uno dopo l’altro, poiché il leader di Italia Viva non risparmia l’avversario neanche nel ricordargli il tasso di presenze (ed assenze) registrato alle riunioni dei vertici, alle quali il leader della Lega sembra aver preferito da quanto riportato da Renzi prendere parte a sagre e feste nei comuni della Penisola. “Io adoro l’Italia delle Pro loco, dei comuni, delle sagre: ma se io ho il 33 e lui il 3% vuol dire che qualcosa ho fatto e gli italiani non sono scemi. Epoca Renzi 500mila sbarchi, epoca Salvini 28mila. Io ho cravatta delle Fiamme Oro perchè domani vado a funerali dei due agenti”. Ha così replicato il leader leghista. I due Matteo sono d’accordo su una cosa: Virginia Raggi deve dimettersi da sindaco di Roma – “Spero che si dimetta domattina, abbiamo fatto una petizione – dice Renzi – Se c’è una persona che ha fallito come sindaco è lei, se lo faccia dire da un ex sindaco. Molto meglio i sindaci della Lega rispetto a lei”. E Salvini aggiunge in conclusione del confronto:”La Lega raccoglie firme contro la Raggi, lo faremo anche sabato a piazza San Giovanni”.

Valeria Fossatelli

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