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Il 19 aprile da piazza Santa Rosa a Savigliano, il 26enne Mattia Miraglio, ha cominciato la sua avventura, che consiste nell’affrontare il giro del mondo a piedi. Proprio così, Mattia è partito per una lunga, lunghissima passeggiata, che durerà circa cinque anni, tempo stimato per fare un giro completo attorno al globo, potendo contare solo sulle proprie gambe. Approssimativamente il percorso inizia verso il Friuli, poi a sud, verso la Turchia. Da lì in poi, Iran, India e giù fino all’Australia e alla Nuova Zelanda. Andrà sempre a piedi, utilizzerà altri mezzi, prevalentemente navi, solo quando la conformazione del paesaggio non gli permetterà di proseguire altrimenti.
Circa 50.000 km e circa 5 anni di durata. Dalla Nuova Zelanda alla costa ovest dell’America del Nord, poi Messico, America del Sud, Sud Africa e verso nord, passando sulla costa orientale; infine in Europa dalla Spagna, alla Francia e nuovamente in Italia. Tutti i suoi spostamenti saranno visibili sul blog www.rainbowfeet.net, che sarà il modo migliore per seguire in tempo reale tutte le fasi dell’impresa. Perché cinque anni? “Un semplice calcolo. E’ il tempo che, sulla carta, è necessario per coprire i 50mila chilometri. Ma questa non è una maratona e non ho un cronometro da rispettare. Magari ci metterò di più o ci metterò di meno, vedremo. Se troverò un posto che mi entusiasmerà particolarmente potrei soggiornarci un po’ di più“.
Tweets di @MattiaMiraglio
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La partenza è avvenuta sabato 19 aprile (ritrovo alle 10, la partenza effettiva alle 11) con i saluti del sindaco Sergio Soave e dell’assessore allo Sport Marco Paonne, e i suoi tanti amici. Nel suo paese natio, i commenti più frequenti lo dipingono come un pazzo, uno sconsiderato, un immaturo; molti mostrano già adesso piena convinzione che non ce la farà a portare a termine il suo obiettivo. “Perfino il mio migliore amico ha fatto di tutto per dissuadermi“, ha affermato il ragazzo. Quando dispiega la sua cartina sul tavolo per mostrare il percorso che seguirà nel suo viaggio, esibisce un entusiasmo e una convinzione che spiazzano chi ha di fronte. E quando comincia a descrivere nel dettaglio l’organizzazione del tragitto, è chiaro che non si tratta di un semplice capriccio giovanile.
La preparazione del viaggio è durata sei mesi: “Ho studiato il percorso, mi sono preparato fisicamente, correndo 20 km al giorno e camminando in montagna“, spiega. “Ho valutato le problematiche, come quelle legate alla disponibilità economica, le logistiche organizzative. Mi sono rivolto alla testimonianza di persone esperte, quelle che potevano consigliarmi ed indirizzarmi sulle scelte. Poi c’è stata la parte ‘medica’, le visite, i vaccini“.
Negli ultimi giorni, una volta sparsa la notizia, Mattia è stato comunque consacrato a celebrità, tanto che le voci di incoraggiamento sono aumentate rispetto alle critiche. A partire dal padre, che dopo l’iniziale smarrimento “oggi è diventato il mio primo fan“. Racconta Mattia: “Fatico persino a girare per il centro. La gente mi ferma per strada, c’è chi mi offre dei soldi, mi dicono: ‘Questi dovrebbero bastarti per due giorni…’. Il sostegno che ho ricevuto negli ultimi tempi è incredibile. Non era affatto scontato. Hanno fiducia in me, è come se mi chiedessero di camminare anche per loro“.
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