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Come ogni settimana, Maurizio Crozza è tornato a diMartedì, la copertina a La 7 non le ha mandate a dire a nessuno, nemmeno stavolta. Soprattutto ai responsabili delle alluvioni di Genova (“spalare è tradizione di famiglia”, da nonni a nipoti sono anni che si assiste a bombe d’acqua); occasione per una nuova imitazione-commento, quella del Presidente della Liguria Claudio Burlando; spazio anche alle reazioni politiche di Crozza-Renzi, Crozza-Grillo e Crozza-Berlusconi.
Mentre alcuni volontari continuano a ripulire dal fango, non manca la riflessione del comico di Genova:
“Spalare è diventata una tradizione di famiglia: lo hanno fatto i nostri nonni, i nostri genitori, la mia generazione, e adesso i nostri figli. Spalare a Genova è come un rito d’iniziazione: per esempio, per entrare nel mondo degli adulti gli aborigeni australiani fanno il rito del taglio del prepuzio. Noi a Genova andiamo oltre: ci tagliamo direttamente i co**oni“.
Secondo Crozza a La 7, i costi che ci saranno per sostenere le spese dell’emergenza sono equivalenti a quelle necessarie per mettere in sicurezza la città:
“La prima stima dei danni a Genova: intorno ai 200 milioni di euro, cioè più o meno quello che costa mettere in sicurezza il Bisagno, che è il torrente che è esondato. E’ stato così nel ’70, nel ’92, nel ’93, nel 2011. Con quello che il Bisagno c’è già costato, solo di danni, l’avrebbero già sistemato cinque volte. Con tutti quei soldi potevano svuotarlo, ca**arola, e riempirlo di Chanel n.5“.
Ma di chi è la colpa? Amministrazioni locali, provinciali, regionali, vertici del Pd?
“Come fai a prendertela con i vertici del Pd, Giova? Sono solo 40 anni che la sinistra governa a Genova. Poverini! Non hanno ancora avuto i ltempo di ambientarsi. Facciamoli prima conoscere un po’ il territorio. Ecco, sinistra, vi do subito una dritta: è un territorio dove ogni tanto piove. In autunno? Piove“.
Oltre al danno, però, come spesso e purtroppo capita in alcune circostanze, per gli alluvionati liguri è arrivata anche la beffa:
“Ma non si può prendersela con la sinistra, perché in questi 40 anni, la sinistra qualcosa di buono l’ha fatto: 40 anni fa, quando esondava il Bisagno i dirigenti comunali incaricati al dissesto idrogeologico mica li premiavano? Adesso sì: l’anno scorso il comune ha dato un premio di 40.000 euro a quattro super-dirigenti per aver centrato l’obiettivo: il dissesto idro-geologico. Ca**o, l’hanno centrato in pieno!“.
Dunque, l’appello al sindaco della città Ligure:
“Sindaco, quest’anno gliene dia almeno 100.000, perché se dovete prenderci per il cu*o, ca**o fatelo alla grande! Stupiteci! Comunque, il Ministro dell’Industria ha detto: il torrente Bisagno è un’emergenza nazionale. E sai, quando l’ha detto, Giova? L’ha detto nel 1974, è una dichiarazione dell’allora ministro Ciriaco De Mita, nel governo Rumor. 1974, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma anche sopra, di fianco, scantinati, tombini: ca**arola, è passata dappertutto.
Tema locale, ma responsabilità nazionali, secondo il comico:
“Quello che provoca queste catastrofi non è tanto il cataclisma della natura, è più la catalessi delle Istituzioni: politici, burocrati, TAR, dormono – tutti -sulle loro poltrone. Questo è un Paese di gente, seduta sulla loro poltrona, e che guarda gente in ginocchio, e dall’alto in basso, per giunta“.
“Una sorta di scollamento tra Istituzioni e realtà“, dice il comico. Ciò esisterebbe anche per il Presidente della Liguria, Claudio Burlando, stasera imitato dal comico a La 7 con effetto novità, sulla falsa riga della recente intervista rilasciata in questi giorni a Sky:
“Guardi, direi che per noi, perché ci basiamo sempre, ci basiamo sempre sul modello matematico. Quella sera, il modello matematico e la realtà almeno fino alle 21.00 coincidevano. Col sindaco Doria, ci siam detti: se tu vuoi andare a teatro, io magari vado per funghi. Poi, a un certo punto, io ricevo una telefonata dal modello matematico che mi ha chiamato”; “Modello, scusami, sei con la realtà? Veramente no, ci siam mollati proprio ora. E cosa fa la realtà? Credo che vada a piovere tanto da esondare e io ho detto: por*a tro*a. La verità è che la realtà è una str*nza inaffidabile“.
Gli unici fuori-legge? Secondo la parodia del comico, né politici né responsabili:
“A leggere le dichiarazioni non è colpa di nessuno: tutte le procedure sono state eseguite alla perfezione eTutto si è svolto secondo la legge: finanziamenti, gare, appalti, ricorsi, TAR. Sì, certo, c’erano le macchine che galleggiavano e melma ovunque, però, ca**o, era tutto a norma. Ecco, a pensarci bene, i ragazzi che spalavano…Chi li ha autorizzati questi ragazzi? Senza assicurazione, con pale non omologate? A operare su tombini pubblici occupando spazi stradali senza pagare la TOSAP, la tassa di occupazione del suolo pubblico, e che sono anche arrabbiati perché si son dovuti comprare l’acqua al bar, perché, il comune, non ha pensato nemmeno a distribuire delle bottigliette d’acqua: ha ragione il comune. Volevate anche l’acqua? Con tutta quella gratis che è venuta giù?”
E la politica cos’ha fatto o cosa non ha fatto? Si chiede Crozza a La 7, Renzi primo interpellato:
“Genovesi, verrei anche a spalare“, commenta il comico nei panni del Premier, “ma non vorrei che le macchie di fango mi rovinassero la camicia bianca“. Il Grillo di Crozza non è da meno: “Eccomi qua, ragazzi, son venuto a spalare: ah, mi mandate a fan*ulo? Avete organizzato un vaffa-day al contrario“. L’ultima parola, ancora una volta, è per Crozza-Berlusconi che ha stemperato i toni drammatici nel solito modo, a cena con Vladimir Luxuria, “che la pala la porta di suo“.