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Maurizio Crozza a diMartedì, la copertina a La 7: il comico scienziato rivela il Nazareno

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Sembra una replica, ma è il ritorno di Maurizio Crozza a diMartedì, costretto suo malgrado a ripetersi per via delle abitudini da sconcerto della scena politica a sinistra. Nella copertina di stasera 28 ottobre 2014, il comico non si è fatto scappare nessun tema caldo della settimana, come sempre star comica a La 7: la scissione del PD e annessa LeopoldaMetà a Roma e Metà a Firenze, come nel Rinascimento»); il Presidente Napolitano testimone («Trattativa Stato-Mafia? Figurati se si è fermata agli anni ’90»); Beppe GrilloPer amor di battuta», dice imitandolo, «fonderebbe persino un movimento politico»).

In forma più del solito, il Crozza di stasera apre con Matteo Renzi. Archiviata l’intervista del premier a Domenica Live da Barbara D’Urso, tanto gettonata la scorsa settimana, è tempo di commentare la presunta scissione del Partito Democratico:

«Nel Rinascimento gli artisti andavano metà a Roma e metà a Firenze. Stavolta non c’era Michelangelo, c’era Cuperlo: comunque in fatto di Pietà fa dei capolavori assoluti. La sinistra che si divide è una delle poche certezze che abbiamo: da quando esiste è stata una discussione continua (…) dovrebbe venirci in soccorso la scienza».

Colpo di genio per Crozza nei panni di scienziato chimico, facendo il verso a Zichichi, per tentare di spiegare renziani e anti-renziani, in compagnia – pensate – di Civati; segue spiegazione del presunto patto tra il premier e Silvio Berlusconi:

«Prendete un elemento chimico pesante, prendete il PD, ora scindetelo, si è liberata energia? No. Però ci siamo liberati di Fassina. Pensate, la forza della Leopolda. Cosa dice il teorema del Nazareno? Immerso nella Leopolda ricevo la spinta da sinistra verso l’estrema destra pari al peso del patto con un condannato. E questa è scienza? No, questa è l’Italia».

Proprio sulla Leopolda, il comico genovese rivolgendosi al conduttore poco filo-renziano, ha spiegato come siano andate veramente le cose all’interno del dibattito politico, tenutosi ai tavoli istituzionali con Matteo Renzi:

«C’erano tanti tavoli di discussione, fondamentali: in un tavolo, l’argomento di discussione era ‘dove va il cinema italiano?; oppure in un altro tavolo ‘i cambiamenti climatici’; ‘cosa mangiamo?’, ‘Ci vestiamo ancora all’italiana?’. Ah, che bello: alla Leopolda si poteva dire di tutto, tranne la parola sinistra. Per dire che il bagno era in fondo a sinistra? Obbligati a dire: vai in fondo e gira a destra, poi cammina all’indietro».

Susanna Camusso, ospite in studio, è stata tirata nuovamente in ballo dal comico, esponente del sindacato a cui Renzi ha chiuso le porte. Infatti, il comico ha qualche dubbio su alcune apparenti contraddizioni:

«Come puoi tenere nello stesso partito chi chiede più diritti e chi ne vuole dare meno? Ma lo capite che è una follia? E’ come mandare in vacanza insieme un vegano e un macellaio: dopo due minuti si ammazzano»; dello stesso parere, però, non sembra essere Crozza-Bersani. E vai con le freddure con tanto di metafore animalesche:

«La ditta non si abbandona, ragazzi. La ditta non si abbandona mica. Perché c’ho anche una certa età: dove la trovo un’altra ditta che mi prende? Non c’ho nemmeno un gran bel curriculum: non è che quando un funambolo si stufa, allora taglio la corda! I pedoni in Africa non attraversan mica sulle zebre?!».

In chiusura, nei minuti conclusivi della copertina, ma non meno rilevanti per la parodia, Maurizio Crozza ha dedicato una stoccata anche alle dichiarazioni del Presidente Giorgio Napolitano, testimone per la presunta trattativa Stato-Mafia:

«Il governo non tratta con i sindacati. Però magari due chiacchiere con la mafia le vogliamo fare? Due chiacchierelle. Oggi il presidente Napolitano ha testimoniato sulla trattativa Stato-Mafia, che – dicono, io non ci credo – ci sarebbe stata negli anni ’90. Dicono, ma io non ci credo: non è possibile, è assurdo. Figurati se si è fermata agli anni ’90».

Finale con sobbalzo dalla sedia per i telespettatori. A sentire il comico, ad alcuni potrebbe sembrare più realistico dello stesso leader del Movimento Cinque Stelle. Negli scorsi giorni, infatti, il numero uno grillino ha detto che la Mafia aveva una sua morale, parola di Crozza-Grillo, con la complicità di Andrea Zalone:

«Ma che ca**o stai dicendo? Ma cosa dici? No, non stavo scherzando… Voi giornalisti non riuscite mai a capire quando sto scherzando e quando sono serio. Ma non capite niente. Se dico che Hitler era un grande statista…che ca**o dici, stavo dicendo sul serio. Stavo scherzando mentre stavo dicendo sul serio».

Raffaele Di Santo

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