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Il video della copertina di Maurizio Crozza a DiMartedì del 24 maggio 2016 – Il comico genovese viene introdotto come sempre dal suo caro ‘Giova’, il conduttore e giornalista Giovanni Floris, subito dopo l’intervista a Maurizio Belpietro, il direttore di Libero epurato dal suo editore. L’intervento di copertina di Maurizio Crozza non ha lesinato sui fatti principali della settimana, come è solito fare, dando un ampio excursus dai partigiani nominati da Maria Elena Boschi fino al commosso saluto finale al leader radicale Marco Pannella.
L’esordio della copertina di Maurizio Crozza a DiMartedì del 24 maggio 2016 non poteva che cominciare tradizionalmente che dalla frase di Maria Elena Boschi sui partigiani che ha tenuto banco negli ultimi giorni, legato ovviamente alla grande discussione sul referendum costituzionale del prossimo ottobre. Un dubbio da chiarirsi per sapere se il conduttore Giovanni Floris voterà sì o no al referendum costituzionale: ‘Giova, sei un giornalista vero o al referendum voti no? Lo sai come si divide: italiani che votano sì e italiani che non sono veri.’ Ma è stato soprattutto l’accostamento ai partigiani ad opera di Maria Elena Boschi, ministro per i rapporti con il Parlamento del governo di Matteo Renzi, a ispirare Crozza nella sua copertina.
Crozza infatti ha sottolineato di aver dovuto aprire, per un’altra volta, una copertina di DiMartedì parlando del ministro: ‘Io non voglio prendermela con lei, una battuta infelice può capitare a tutti. Ma è l’ennesimo Dimartedì che inizio con una battuta infelice sulla Boschi…’ ha constatato il comico genovese in tono quasi amaro. D’altronde, però, la discussione sui partigiani ha infiammato di polemiche l’intera settimana passata, con interventi di difesa e attacco da tutte le parti politiche e civili. Crozza però ci ha tenuto a sottolineare un passaggio: ‘sempre meglio partigiano falso che verdiniano vero’, ha detto, alludendo al ruolo centrale del capo do Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, Denis Verdini, ex berlusconiano di ferro passato alla corte di sostegno a Matteo Renzi (anche per quanto riguarda il referendum costituzionale).
Legando il discorso al ministro Boschi che ha giurato che il fallimento del referendum potrebbe mandare via anche lei, oltre a Renzi, Crozza non ha potuto esimersi: ‘Renzi e Boschi via in una botta sola… è un’occasione ghiotta, non sono in grado di fare una scelta serena’. Il passaggio naturale su Matteo Renzi, che per difendere il referendum ha parlato delle minacce di inciucio, ha dato il il colpo di genio a Crozza, che ci ha tenuto a far sapere quanto, a livello di inciuci, già il governo corrente non sia messo così male, dato che sta su anche al sostegno del sunnominato Verdini o di Fabrizio Cicchitto.
Dal governo alla Riforma Rai, con citazione/imitazione di Berlusconi in una breve battuta, e soprattutto del cavallo di battaglia di Maurizio Crozza, l’ex segretario del PD Pierluigi Bersani, la cui imitazione serve al comico genovese per una gioco di parole sulla difesa della memoria storica italiana: ‘Porco boia pensa che destino i partigiani: son fuggiti dalle mitragliate nei boschi nel 1944 per beccarsi la Boschi nel 2016. Siamo mica qui a misurare la resistenza con l’amperometro…” La riforma costituzionale è il perno per spostarsi un attimo sulla politica estera, sul rischio corso in Austria con le elezioni presidenziali che hanno mandato in sfida uno dei Verdi e uno dell’estrema destra, Hofer, ‘che in confronto Goebbels era Diliberto’.
Elezioni quindi: impossibile non parlare delle amministrative della capitale, ma Crozza si è limitato a commentare l’annuncio di Giorgia Meloni di voler intitolare una strada a Giorgio Almirante, storico leader del MSI (‘Pertini in paradiso è talmente nervoso che dentro la pipa ci sta mettendo l’hashish’, è stata la battuta del comico), e le critiche di Francesco Storace che ha accusato la candidata sindaco di populismo (‘è come vedere Lady Gaga che critica Cristina d’Avena per un look aggressivo’, ha commentato Crozza). Altro passaggio sul comizio di Virginia Raggi, candidata nella capitale col Movimento 5 Stelle, che è stato disertato improvvisamente dai grillini con le auto in doppia fila perché i vigili, il vero problema di Roma come li ha definiti il comico genovese, stavano facendo loro le multe.
Il finale della copertina di Maurizio Crozza a DiMartedì del 24 maggio 2016 ha trasceso la politica spicciola con un commosso omaggio al leader radicale Marco Pannella. ‘Un grande liberale che se n’è andato. Ciao Marco.. Alla fine sei riuscito a passare nella maggioranza’ ha concluso Maurizio Crozza prima di scomparire dalla telecamera.