Sembra proprio che Maurizio Gasparri andrà a processo per un tweet. 140 caratteri scritti sul social network possono costare cari da quando è stato introdotto il reato di ingiuria anche per chi utilizza comunicazioni telegrafiche o telefoniche con scritti diretti ad una persona offesa, di cui vengono messi alla berlina l’onore o il decoro. Gasparri è stato citato a giudizio dal viceprocuratore onorario Laura Nicolini. Il tutto in seguito ad una querela che è stata sporta da Riccardo Puglisi, ricercatore di economia alla facoltà di scienze politiche di Pavia e che oggi fa parte della direzione nazionale di Italia Unica.
Il 25 agosto 2013 è stato pubblicato da un giornale online il tweet che recitava: “Trattativa Stato-mafia: il ministro Conso del Governo Amato alleggerì il 41 bis per 334 boss”. Gasparri con un tweet dice: “Ciampi e Scalfaro colpevoli della resa alla mafia”. Tutta la conversazione viene vista anche da Puglisi, che risponde a Gasparri, il quale avrebbe indirizzato a Puglisi il seguente messaggio privato: “Ignorante presuntuoso fai vomitare”.