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A Maurizio Gasparri non è proprio piaciuto il monologo di Pierfrancesco Favino a Sanremo. L’attore, nel corso della serata conclusiva, ha recitato un brano tratto dall’opera teatrale “La notte poco prima delle foreste” del drammaturgo e regista francese Bernard-Marie Koltès del 1977, dedicato alle sofferenze e ai dolori dei migranti. Il pezzo, già portato da Favino a teatro, ha scosso le coscienze, da una parte e dall’altra dello schieramento politico. Tra chi proprio non l’ha digerito c’è Gasparri, esponente di Forza Italia da sempre contro gli immigrati. Dopo il tweet in cui ha definito Favino “penoso”, il candidato nel Lazio, l’ex AN e già ex MSI, si è scagliato contro l’attore dagli studi de “L’aria che tira” su La7, parlando di “buonismo a tutti i costi” per chi ha preso 300mila euro lordi. “Che ne desse un po’ in beneficenza”.
Incalzato dalla conduttrice Myrta Merlino che gli chiede il perché della definizione di “buonismo”, il candidato al Senato si spiega. “A me non piace la recita che deve anche imitare lo straniero”, dice riferendosi alla performance di Favino. “Quel pezzo di recita teatrale, messo lì, sembra un’ulteriore predica di buonismo quando oggi in Italia c’è il problema un problema di immigrazione che va regolato”.