Questa mattina alle prime ore del giorno è stata avviata una maxi operazione antimafia guidata dal procuratore Nicola Gratteri e che ha visto il coinvolgimento di più di 600 militari su tutto il territorio nazionale.
L’operazione è stata avviata dal comando provinciale di Vibo Valentia ma sta coinvolgendo tutta Italia. Sono state disposte ben 84 misure cautelari, le operazioni al momento sono ancora in corso.
Oggi, 7 settembre 2023, è stata avviata un’operazione antimafia coordinata dalla DDA di Catanzaro, Direzione Distrettuale Antimafia, con a capo il procuratore Nicola Gratteri.
L’operazione sta coinvolgendo l’intero territorio nazionale, il via è stato dato dai carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia che sono impegnati in quella che viene chiamata “Maestrale-Carthago”.
Trattandosi di un’operazione a livello nazionale sono stati coinvolti più di 600 militari che stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di 84 persone.
29 di loro sono già in carcere, 52 invece si trovano attualmente ai domiciliari, e tre invece hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Tra le persone che sono state interessate dalle misure cautelare ci sono anche imprenditori, professionisti e politici.
Tra gli arresti c’è anche un individuo ritenuto responsabile dell’omicidio di una donna, un’imprenditrice che era scomparsa nel 2016. La donna era stata uccisa e poi data come pasto ai maiali.
L’individuo responsabile dell’uccisione dell’imprenditrice sarebbe Salvatore Ascone, un uomo di 57 anni. Contro di lui le accuse mosse da alcuni collaboratori di giustizia.
La donna uccisa era invece Maria Chindamo, 42 anni, che era scomparsa il 6 maggio del 2016 a Limbaldi che si trova nel Vibonese. Da quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia l’uomo l’ha uccisa e poi data come pasto ai maiali.
Dalle indagini eseguite dalle forze dell’ordine è emerso che la donna fu uccisa in seguito alla sua decisione di avere una nuova relazione sentimentale, dopo che suo marito Vincenzo Puntoriero si era suicidato nel 2015.
Sotto accusa per la sua morte non solo Ascone ma anche altre due persone che lo aiutarono nell’omicidio. Uno dei due all’epoca dei fatti era minorenne mentre l’altro è deceduto.
Oltre alla relazione sentimentale, il movente sembrerebbe essere ricollegato anche agli interessi che alcune cosche dell’ndragheta avevano nei confronti di alcune terre che aveva acquistato la donna dopo la morte del marito.
Tra le altre persone interessate dalle misure cautelari c’è anche Andrea Niglia, ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, che ad oggi ha 47 anni e che era già stato indagato per la sua condotta lo scorso maggio.
Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari. In carcere invece è finito un avvocato, F.S., appartenente al Foro di Vibo Valentia, perquisito anche il suo studio.
Agli arresti domiciliari anche alcuni ex dirigenti, C.P. e F.M., del Dipartimento di Prevenzione e del Settore Veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale sempre di Vibo Valentia.
Un altro avvocato, J.A.P, è stato messo ai domiciliari, è l’ex presidente della Onlus “Da donna a donna”.
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