E’ stato assegnato un maxi risarcimento alla famiglia dello studente ceco morto quando all’Aquila c’è stato il terremoto. Il giovane viveva nel Convitto ed era deceduto a causa del crollo.
Un milione di euro è stato assegnato alla famiglia dello studente ceco morto durante il crollo del Convitto a L’Aquila per il terremoto. Il giovane 17enne si trovava lì perché era risultato vincitore di un viaggio premio indetto dal suo istituto scolastico.
Ammonta ad 1 milione di euro il maxi risarcimento riconosciuto dal Tribunale de L’Aquila per la morte dello studente ceco Ondreij Nouzovsky.
Il 17enne all’epoca del terremoto, avvenuto il 6 aprile 2009, soggiornava nel Convitto e si trovava a L’Aquila perché aveva vinto un viaggio come premio in un concorso indetto dal suo istituto scolastico.
Come predisposto dal tribunale, a versare il risarcimento alla famiglia sarà l’ex preside del centro, il Convitto Nazionale, la Provincia, ma anche il ministero dell’Istruzione dovrà sborsare la sua parte. Dopo tanti anni è arrivata finalmente la giustizia per quella morte assurda.
Quando cominciarono le scosse, precisamente nel pomeriggio del 30 marzo 2009, venne disposta l’evacuazione per il Convitto Nazionale. Gli alunni in serata rientrarono dalle famiglie, le scuole vennero chiuse e i sopralluoghi ebbero inizio per verificare le condizioni delle strutture.
Dai controlli emerse che il Convitto era agibile, così venne disposta la sua apertura. Ma invece non era così, infatti alcuni giovani morirono sotto le sue macerie nella giornata del 6 aprile. Due erano gli studenti giunti a L’Aquila dalla Repubblica ceca con viaggi premio, Ondreij Nouzovsky e Marta Zelena.
Il Convitto di via XX Settembre crollò mentre c’erano dentro Ondreij Nouzovsky, la studentessa Marta Zelena e Luigi Cellini, un giovane di appena 15 anni originario di Trasacco. Alla famiglia di Cellini è stato assegnato un risarcimento di 190mila euro nel 2021, come predisposto dal tribunale de L’Aquila. Per quanto riguarda la Zelena, non è dato sapere se la famiglia ha presentato richiesta per il risarcimento.
Lo studente Ondreij Nouzovsky frequentava l’istituto tecnico di Paudubice, località distante da Praga circa 100km. Insieme alla giovane Marta Zelena, deceduta anche lei per il crollo del convitto, era all’Aquila perché aveva vinto un viaggio premio.
Il giovane aveva origini italiane. Infatti, la sua bisnonna Romana Nicolini era nativa del Trentino e si era sposata con un giovane della Boemia, Antonin Novotny, un soldato incontrato durante la Prima guerra mondiale.
A presentare la domanda di risarcimento era stata la famiglia del giovane. Nel 2020 la somma richiesta ammontava a 1 milione e 220mila euro, che dovevano risarcire i responsabili della sua morte. La responsabilità della morte del ragazzo è stata attribuita a diversi enti, a cominciare dalla Provincia, proprietaria dell’edificio crollato, a Vincenzo Mazzotta, ex dirigente della Provincia, a Livio Bearzi, ex preside del Convitto.
Infine, anche il Ministero dell’Istruzione è stato inserito nella cerchia dei responsabili della morte del giovane. La condanna per Livio Bearzi è stata motivata dal fatto che non fece evacuare l’edificio mentre il 6 aprile 2009 le scosse erano in atto. L’ex preside sosteneva che non rientrava nelle sue mansioni prendere questa decisione.
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