Ai domiciliari è finito un impiegato di 47 anni, che è indagato per falso in atti pubblici, truffa aggravata e istigazione alla corruzione.
Gli uomini della Guardia di Finanza hanno anche sequestrato un Caf di Palermo e 620mila euro, considerato provento illecito. Le indagini sarebbero scattate dopo la denuncia di un dipendente comunale di Palermo, che aveva notato alcune incongruenze nelle richieste per i sussidi.
Maxi truffa sul reddito di cittadinanza a Palermo
È accusato di aver prodotto documenti falsi per consentire a decine di persone di ottenere il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. È con questa accusa che l’impiegato di una partecipata della Regione Sicilia è finito ai domiciliari. Si tratta del 47enne Francesco T. L’uomo è indagato per falso in atti pubblici, truffa aggravata e istigazione alla corruzione.
A disporre i domiciliari il gip di Palermo, su richiesta della procura. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno sequestrato il caf (centro di assistenza fiscale) in cui l’indagato lavorava e 620mila euro, considerati frutto di proventi illeciti. Le indagini delle Fiamme Gialle sono scattate dopo la denuncia di un impiegato comunale, che aveva notato alcune incongruenze nelle dichiarazioni per ottenere il sussidio. I finanzieri hanno quindi accertato la produzione di documenti falsi, quali contratti di locazione e fittizie dichiarazioni di residenza.
Stando a quanto riferisce l’Ansa, l’indagato avrebbe anche cercato di corrompere dipendenti comunali con soldi e regali per velocizzare l’iter. Al momento sono state individuate 53 persone, che avrebbero percepito il reddito di cittadinanza pur non avendo i requisiti per ottenere il sussidio, mentre 93 sono gli indagati.