Rio 2016 ci ha regalato tante emozioni, qualche delusione ma anche tante medaglie inaspettate. In totale possiamo considerarci soddisfatto, abbiamo raggiunto quota 28 medaglie e il nono posto nel medagliere della classifica generale. Anzi, facendo il calcolo complessivo delle medaglie, invece di contare solo gli ori, saremmo in ottavo posizione superando la Corea del Sud che in totale ne ha vinte 21. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dichiarato: “Abbiamo fatto bella figura. Sono contento. Sono orgoglioso di essere il presidente del Coni e di essere italiano”. Voto al team Italia? “Almeno sette e mezzo”. Considerando che nessuno ci dava sopra le 20 medaglie, il risultato è ottimo. Senza dimenticare che se Nibali, Tamberi e Schwazer avrebbero potuto darci altra linfa ma per motivi diversi questo non è successo.
Rossella Fiamingo ci ha regalato la prima medaglia alle Olimpiadi di Rio 2016 nella disciplina della Spada femminile. Il coloro della medaglia, pardon la lega della medaglia, è l’argento ma poco importa perché la Fiamingo ha aperto le danze di una delle migliori Olimpiadi di sempre per il nostro paese. Nata in provincia di Catania nel 1991, Rossella Fiamingo ha iniziato con la spada fra le mani a soli 7 anni. Da qualche tempo è considerata una delle atlete della disciplina più talentuose del nostro paese e lo ha dimostrato con una medaglia alle sue seconde Olimpiadi.
Gabriele Detti ha vinto due medaglie di bronzo, prima nei 400 metri stile libero maschile e poi nei 1500 metri stile libero maschile con davanti il suo amico Paltrinieri che ha conquistato l’Oro Olimpico. Clamorosa la seconda medaglia di bronzo per Detti che nei 100 metri finali recupera l’americano Wilimovsky e per poco non raggiunge anche Jaeger. Due medaglia a 21 anni non sono niente male. Detti è, infatti, classe 1994 ed è nato in Toscana, nella città di Livorno.
Fabio Basile, 21 anni, nato a Rivoli, in Piemonte. Oltre ad essersi aggiudicato la medaglia d’oro nel Judo, Fabio Basile ha conquistato la medaglia numero 200 della storia degli azzurri nei Giochi Olimpici. Un motivo d’orgoglio al quadrato per questo ragazzo classe 1994. Un prodotto dell’Akiyama di Settimo Torinese. Fabio Basile è un vero e proprio talento che continueremo ad osservare nelle prossime manifestazioni sportive.
Le prime medaglie dell’Italia a Rio 2016 sono costellate da giovani interessanti che sono anche delle grandi certezze come Daniele Garrozzo, siciliano di nascita, nel 1992, e vincitore dell’oro olimpico nel Fioretto individuale. La sua carriera inizia nell’isola più a sud del nostro paese, precisamente ad Acireale. Il talento di Daniele viene subito dimostrato con diverse vittorie e riconoscimenti, poi, negli eventi importanti non tradisce mai: due argenti agli europei, un oro al mondiale di Mosca 2015 e quest’anno l’oro olimpico. Cosa volere di più a 24 anni?
Classe 1994, romana, una delle più talentuose judoke italiane, lei è Odette Giuffrida che a Rio 2016 ha conquistato la medaglia d’argento nella categoria 52 chilogrammi di Judo, perdendo in finale contro la kosovare Kelmendi. Odette Giuffrida non si accontenta dell’argento, voleva l’oro, ha dichiarato appena dopo la premiazione: “Provo una sensazione strana. Una parte di me è contenta perché ho solo 21 anni e questa è stata la mia prima Olimpiade. Ma non posso dire di essere totalmente felice”. Nella sua carriera Odette ha vinto due ori agli Europei juniores, 4 bronzi agli europei under 23, un bronzo ai mondiali juniores e un bronzo ai giochi europei.
La Cina è inarrivabile ma l’Italia con la coppia Cagnotto-Dallapè si fa rispettare e si guadagna un fantastico argento nel tuffo da tre metri sincronizzato. Tania Cagnotto, successivamente, conquisterà anche un bronzo nell’individuale da tre metri e questa sarà la sua ultima olimpiade che chiude una carriera fantastica. Francesca Dallapè, 30 anni, nata a Trento dopo Tania Cagnotto è una delle migliori tuffatrici italiane e ha vinto ben 8 medaglie d’oro agli europei ma questo risultato è il primo vero riconoscimento in una olimpiade.
Il bronzo è il suo colore: dopo aver conquistato la medaglia del terzo posto all’Europeo di Goes, si è ripetuta ai Mondiali di Valkenburg e quest’anno ha conquistato l’ultima casella del podio ai Giochi Olimpici di Rio 2016 nella disciplina del ciclismo su strada. Elisa Longo Borghini è nata a Ornavasso, in provincia di Verbano Cusio Ossola, Piemonte, nel dicembre del 1991. E’ stata due volte campionessa nazionale e lo sport è di famiglia: la sorella è una ciclista come lei e sua mamma, Guidina Dal Sasso, è stata un’ottima sciatrice.
Fiorentino, classe 1987, di nome si chiama Niccolò Campriani che nelle Olimpiadi di Rio 2016 significa semplicemente due medaglie d’oro. La prima con la Carabina da 10 metri, indiscutibile, la seconda nella Carabina da 50 metri tre posizioni, quasi inaspettata poiché un tiro sbagliato da Nicolò da la possibilità al suo avversario di chiudere il match ma invece il fato, o la tensione da parte del russo Maslennikov, danno un’altra chance al tiratore toscano che questa volta non sbaglia e chiude i giochi. Campriani è alla sua terza olimpiade: iniziò a Pechino con un 12° posto, poi a Londra vince l’argento dai 10 metri e l’oro nei 50 mentre in mezzo c’è l’oro nel mondiale del 2010 nella Carabina 10 metri. Un fuoriclasse assoluto che, probabilmente, a Tokyo sarà uno dei candidati per diventare portabandiera azzurro.
Dopo tanti giovani che hanno dato inizio alla conquista delle medaglie di Rio 2016, ecco, finalmente, un veterano della spedizione azzurra in Brasile, Giovanni Pellielo. 46 anni e argento nel tiro al volo battuto in finale dall’atleta croato. Il tiratore di Vercelli è alla sua quarta medaglia olimpica: a Sydney 200 conquistò il bronzo mentre ad Atene e a Pechino vinse la medaglia d’argento. Pellielo, detto Johnny, potrebbe presentarsi a 50 anni a Tokyo 2020 in cerca di una medaglia d’oro che manca da Los Angeles 1984.
Per Marco Innocenti la medaglia d’argento nel double trap è la prima medaglia mai conquistata ai giochi olimpici e conquistarla nello sport di famiglia non ha prezzo. Anche la sorella e la cugina sono abili tiratrici ma il peso di questa medaglia porta il tiratore di Prato direttamente nell’Olimpo del panorama sportivo di questa disciplina. Classe 1978, insieme agli altri tiratori, come Campriani e Pellielo, conferma che il tiro è una tradizione sportiva sentita in Italia.
Elisa Di Francisca non riesce a ripetere l’impresa di Londra 2012 e l’Italia, dopo anni di dominio, perde il primato nel Fioretto femminile e quindi anche l’oro, cosa che ormai, grazie alla Di Francisca ma soprattutto alla Vezzali, non accadeva dal lontano 1996 ad Atlanta. L’atleta di Jesi, però, conquista un argento tutt’altro che atteso viste le difficoltà che ha avuto durante l’anno e la crescita continua della qualità delle avversarie. I ricordi di Londra, quando l’intero podio era azzurro, sono un’altra cosa.
Una vera e propria impresa quella della coppia del canottaggio in 2 senza per due semplici motivi: l’Italia non vince una medaglia dal 1948 con la coppia, anch’essa di bronzo, Felice Fanetti e Bruno Boni. Il secondo motivo, ancora più incredibile, è che Abagnale e Di Coistanzo sono scesi in canoa in Brasile per un caso fortuito, ossia la squalifica dei due designati Mornati-Capelli. Una medaglia che per loro vale davvero oro.
Nello Skeet femminile l’Italia ha dominato, grazie anche all’argento di Chiara Cainero. L’atleta, nata ad Udine nel 1978, ha conquistato un’ottima finale, senza sbagliare nemmeno un colpo ma in finale, contro la connazionale Bacosi, si è accontentata dell’argento dopo l’oro conquistato a Pechino 2008. La mamma friulana ha dedicato la medaglia d’argento al figlio che prima di partire le aveva detto di vincere una medaglia e tornare in Italia e mamma Cainero cosi ha fatto.
La finale dello Skeet femminile è stata colorata di azzurro: in finale, assieme alla Cainero, ha gareggiato Diana Bacosi. La ragazza, classe 1983, di Città del Pieve, Perugia, non ha sbagliato nemmeno un colpo nella finale, colpendo 15 volte su 15 il bersaglio. Una freddezza ed una caparbietà incredibili. Da quando è adolescente Diana Bacosi ha iniziato a sparare, grazie alla passione del padre ma solo con il lavoro e la costanza è riuscita ad arrivare sino all’oro olimpico.
Arriva un’altra medaglia della nostra spedizione azzurra ed è il canottaggio a 4 senza senior a portarcela, grazie alla gara di Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Domenico Montrone e Giuseppe Vicino. Gran Bretagna e Australia sono riuscite a conquistare rispettivamente l’oro e l’argento mentre l’Italia, negli ultimi 500 metri, è riuscita a recuperare la Nuova Zelanda, riuscendo a conquistare un podio che mancava da Atene 2004. La medaglia di bronzo è tutta del quartetto del Sud. Infatti, i quattro atleti provengono tutti dal mezzogiorno: Matteo Castaldo è nato a Napoli nel 1985 ed ha conquistato nella sua carriera un oro al Mondiale del 2015 e un oro ai Giochi del Mediterraneo del 2013, Giuseppe Vicino è nato anche lui nel capoluogo campano ed ha solo 23 anni ma ha già vinto diversi campionati (22 ori nel campionato italiano, 1 oro all’europeo e ben 3 ori ai Mondiali), Matteo Lodo è nato a Terracina, classe 1994, il più giovane del gruppo, e nella sua carriera ha vinto l’oro ai Mondiali del 2015 mentre Domenico Montrone è nato a Modugno nel 1986. Un mix di talento, forza, coraggio, dedizione ed orgoglio che gli ha portati fino alla conquista della medaglia di Bronzo a Rio 2016.
Un cecchino. Gabriele Rossetti, figlio d’arte, riesce a fare meglio del padre che alle Olimpiadi del 1992 era riuscito a conquistare una medaglia di bronzo ma Gabriele ha voluto imparare l’arte dello Skeet per poi, un giorno, poterlo superare e cosi è stato. Rossetti ha iniziato una cavalcata difficile, sbagliando qualche colpo ma poi, non appena il gioco si è fatto duro, non ha più sbagliato un colpo eliminando in finale anche lo svedese Svensson, chiudendo con un 16 su 16 incredibile. L’oro olimpico a soli 21 anni è una gioia immensa e, per di più, c’è la consapevolezza di poter continuare a questi livelli per molto tempo e per molte olimpiadi. A Tokyo 2020 avrà solo 25 anni e vorrà ripetersi nuovamente per la gioia del papà che lo ha cresciuto nello Skeet e per l’Italia intera.
Ad oggi è il talento italiano più puro che abbiamo nel nuoto. A soli 21 anni Gregorio Paltrinieri si trasforma in un motoscafo e vince, anzi stravince, la 1500 metri stile libero mancando per poco anche il record del mondo ma, come ha già detto, prima o poi riuscirà a farlo. Paltrinieri è nato a Carpi, faccino pulito da bravo ragazzo, poche parole, forse un po’ di timidezza ma poi, quando è in vasca, si trasforma in uno squalo che continua imperterrito a nuotare finché non trova la preda. L’oro olimpico vale più di ogni altra cosa ma il giovane nuotatore ha già conquistato diverse medaglie sia ai mondiali che agli europei e di record ne ha fatti segnare più di uno. Il ragazzo è pronto a sostituire una colonna del nuoto come Federica Pellegrini e a farci sognare ad ogni gara.
Lo sapevamo, Rio 2016 sarebbe stata l’ultima Olimpiade di Tania Cagnotto. Ma non si è dei veri campioni se non si chiude in bellezza e la migliore tuffatrice nella storia italiana non poteva che regalarci lo spettacolo di una medaglia di bronzo dal trampolino dei 3 metri. La bolzanina, dopo la medaglia, ha dichiarato che ha “gareggiato con il cuore” e tutti noi lo abbiamo percepito. A 31 anni riuscire ancora a tuffarsi in questo modo significa essere davvero uniche, considerando che l’oro e l’argento erano praticamente inarrivabili poiché le due cinesi stanno facendo davvero un altro sport. Tania Cagnotta lascia la vasca, il trampolino e i tuffi ma lo fa con grande rispetto, dedizione e con la gioia di aver vinto l’ultima medaglia della sua carriera.
breve storia e citazione di Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli
I 4 moschettieri della Spada maschile si chiamano Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli e sono riusciti a conquistare la medaglia d’argento purtroppo perdendo per 45 a 31 la finale contro un team francese incontenibile ma possiamo goderci senza amarezza questo splendido risultato. Enrico Garozzo è nato a Catania nel 1989, è il fratello di Daniele Garozzo che ha conquistato l’oro olimpico nel Fioretto individuale, e nella sua carriera fino a questo momento non è ancora riuscito a vincere un oro se non nel 2008 ai campionati giovanili di Acireale. Paolo Pizzo, catanese classe 1983, ha già vinto un oro mondiale e due medaglie d’argento agli europei. Marco Fichera, come Garozzo è nato ad Acireale, ed è una giovane promessa della disciplina. Andrea Santarelli è il più giovane del gruppo, nato a giugno del 1993 mente Fichera è nato ad aprile, e non è siciliano come gli altri tre della squadra ma è nato a Foligno, in Umbria.
Classe 1990, nata a Firenze, Rachele Bruni ha conquistato la medaglia d’argento nella 10 km di fondo, è una nuotatrice incredibile, davvero potente e precisa. Nella sua carriera, prima della medaglia olimpica, ha conquistato 10 campionati italiani, 8 campionati europei e una medaglia d’oro alle Universiadi. Il nuoto di fondo è faticoso, chilometri di bracciate e l’obiettivo di resistere e non mollare mai fino al tocco dell’arrivo. La nuotatrice, in forza all’Esercito come molti degli atleti nostrani, al termine della gara e della conquista della medaglia ringrazia tutti ma soprattutto il suo allenatore.
A Londra 2012 aveva conquistato un sesto posto ma a Rio è arrivato carico. Elia Viviani, 27 anni, ha conquistato la medaglia d’oro nella gara di ciclismo su pista e dopo la vittoria ha subito abbracciato i genitori e ha dedicato il suo successo a Nibali. Il veronese è riuscito nell’impresa ma Viviani ha già vinto diversi trofei in passato come europei e mondiali junior ma l’oro olimpico è qualcosa di incredibile. Il ciclista 27enne nato a Isola della Scala ha battuto Mark Cavendish, l’avversario che lo aveva battuto qualche mese fa ai mondiali di Londra, una sfida nella sfida che è riuscito a vincere.
Forse è stata una delle medaglia inaspettate ma Lupo e Nicolai hanno portato in alto il nome dell’Italia del Beach Volley riuscendo ad arrivare sino alla finalissima contro il Brasile che, però, si è dimostrato più forte delle aspettative e ha meritato la medaglia d’oro. Daniele Lupo e Paolo Nicolai sono i due fautori della medaglia d’argento in una disciplina che in Italia conta, praticamente, solo d’estate quando si va in vacanza e si inizia a giocare sulle spiagge italiane. Nicolai e Lupo hanno trasmesso gioia e portato il beach volley nelle case degli italiani. Paolo Nicolai è nato Ortona, in provincia di Chieti, nel 1988, è alto 2 metri e 2 centimetri e nella sua carriera ha vinto 2 europei, 3 world tour e 3 mondiali junores. Daniele Lupo è nato a Roma nel 1991, è alto 194 centimetri, e nella sua carriera può annoverare, come Nicolai, diverse vittorie come i due ori agli europei e i 2 ori al world tour.
In finale non c’è stata storia, gli Stati Uniti hanno dimostrato di essere di un’altra categoria vincendo sulla nostra formazione per 12 a 5 ma le ragazze di Fabio Conti hanno dimostrato di essere un vero gruppo e che l’unione fa la forza. Questa medaglia d’argento, infatti, dimostra come il gruppo possa davvero riuscire a sopperire delle mancanze tecniche dei singoli. Tania di Mario chiude la carriera a 37 anni, con una medaglia d’argento al collo, forse un coronamento della sua carriera sportiva. Il Setterosa torna a vincere una medaglia e non accadeva da Atene 2004 quando sali sul gradino più alto del podio.
La Serbia aveva ridimensionato la qualità del Settebello, vincendo poi l’oro olimpico in finale contro la Croazia, ma la squadra azzurra ha dimostrato tutte le sue doti nel 12-10 contro la squadra del Montenegro, con quistando una medaglia di bronzo molto importante per il movimento della pallanuoto. La pallanuoto maschile va a segno, a medaglia, per l’ottava volta nella storia dei Giochi Olimpici, un traguardo quasi fisso, un appuntamento che difficilmente perdiamo, una vera e propria garanzia. Il CT Sandro Campagna al termine del match ha ringraziato tutti e fatto i complimenti alla squadra: “Tutti sono stati eroici. Un grazie di cuore a tutti loro, che mi hanno sopportato, ma hanno fatto una crescita esponenziale e di squadra”.
Un bronzo che, rispetto ad altri, è passato quasi inosservato ma l’atleta azzurro, di origini cubane, Frank Chamizo ha compiuto un vero e proprio miracolo nella lotta libera nella categoria dei 65 kg. L’atleta proveniente da Cuba voleva a tutti costi la medaglia d’oro ma non ci ‘ riuscito: “Volevo l’oro per l’Italia che mi ha dato un’altra vita” ma i giudici non hanno dato a Frank ciò che lui pensava di meritare. Non importa, il ragazzo ha talento, è forte e sa lottare, il bronzo porta in grembo altri traguardi che potrà raggiungere vista la giovane età (24 anni). Frank Chamizo è nato a Cuba, nel 1992, la madre viveva in Spagna mentre il padre è fuggito negli Stati Uniti. L’Italia lo accolto grazie all’amore per Dalma Caneva che lo ha portato nel Belpaese e già ai Mondiali di Las Vegas del 2015 Franck ha dimostrato la sua foprza vincendo la medaglia d’oro nei 65 kg, il primo atleta italiano a riuscirci nella storia.
Ci siamo appassionati alla pallavolo ma come per il beach volley, il Brasile ha avuto la meglio in finale. L’ItalVolley dello Zar Ivan Zaytzev, 4 ace agli Stati Uniti nella semifinale, non riesce ad andare oltre all’argento e non riesce a sfatare il tabù dell’oro olimpico nella pallavolo, una disciplina nel quale possiamo sempre dire la nostra ma che per un motivo o per un altro non riusciamo ad imporla nelle grandi manifestazioni come le Olimpiadi. Il Brasile vince, forse qualche errorino arbitrale ci avrebbe dato la possibilità di lottare fino al quinto gioco ma la superiorità era palpabile. Dalla nostra parte abbiamo una squadra davvero pronta per Tokyo 2020 con un talento come Simone Giannelli pronto a crescere e una squadra, insieme a Lanza e Zaytzev, pronta a rimboccarsi le maniche per portare a casa il tanto agognato primo posto ai Giochi olimpici.
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