Se la corruzione è già di per sé un atto ignobile, attuarla a spese della salute dei bambini è disumano, soprattutto se a farlo sono le persone che dovrebbero prendersene cura. È quello che sta succedendo in quattro Regioni dove i carabinieri del Nas stanno procedendo ad arrestare 18 persone, tra cui 12 pediatri, accusati di corruzione per aver prescritto latte artificiale alle mamme al posto di quello naturale allo scopo di ricevere regali di ogni tipo dalle aziende farmaceutiche. L’indagine ha coinvolto quattro Regioni, Toscana, Lombardia, Marche e Liguria dove sono in atto 26 decreti di perquisizione: undici dei medici arrestati sono toscani (8 a Pisa, gli altri a Livorno, Empoli e Piombino).
Oltre ai medici sono finiti nell’inchiesta anche un dirigente d’azienda e cinque informatori scientifici. Secondo gli uomini del Nas, i pediatri avrebbero costretto le mamme a interrompere l’allattamento al seno, non per motivi terapeutici, ma al solo scopo di prescrivere il latte artificiale. In cambio, ricevevano dalle società farmaceutiche, tramite gli informatori scientifici, regali e altro.
Le indagini per ora si sono concentrate sulla corruzione, ma non è escluso che si possa indagare anche sul danno biologico inflitto ai bambini. Nessun tipo di prodotto artificiale è in grado di sostituire il latte materno, fonte di anticorpi e nutrimenti che sono essenziali per una crescita sana dei bambini. Per questo lo stesso ministero della Sanità ha vietato la distribuzione di campioni o l’uso di qualsiasi mezzo che promuove il latte artificiale o che “induce a ritenere il prodotto equivalente al latte materno o che scoraggia l’allattamento al seno”.
La corruzione sembra non avere davvero limiti nel nostro Paese: si arriva a barattare la salute dei più piccoli e indifesi da parte di medici che sono votati invece alla loro cura. Per qualche regalo, qualche vacanza ai Tropici, orologi, o viaggi si mette a rischio la crescita dei bambini.
L’Italia purtroppo non è nuova a questo tipo di vicenda. È infatti ancora in corso il procedimento a carico di quei pediatri che hanno dato gli ormoni della crescita prodotti dalla Sandoz perché corrotti dagli informatori scientifici, arrivando a prescrivere “dosi da cavallo” ai piccoli ammalati.
La corruzione è endemica nel nostro Paese, tanto che ora si arriva a fingere di essere un corruttore pur di aumentare i guadagni, come hanno scoperto gli agenti della Guardia di Finanza riguardo al caso dell’Expo 2015.
La politica sta discutendo delle armi giuridiche da affidare alla magistratura per combattere il fenomeno che ora ha risvolti trasnazionali, come ha ricordato Nicoletta Parisi, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nell’intervista che ci ha concesso. Se l’Italia sta mettendo a punto una legislazione il più completa possibile, gli altri Stati non hanno leggi specifiche perché la corruzione non è un fenomeno così rilevante come da noi.
Non a caso, nella classifica stilata da Trasparency International siamo al 69° posto, dietro al Ghana per capirci: in Europa peggio di noi ci sono solo Romania, Bulgaria e Grecia, con gli altri Paesi dell’Unione tra le prime posizioni. “L’Italia è il paese in Europa in cui vi è la più bassa propensione a denunciare fatti di corruzione di cui si venga a conoscenza, sicuramente per motivi culturali ma anche perché non ci sono tutele sufficienti per chi prende questa strada”, ha ricordato Davide Del Monte, Project Officer di Transparency International Italia, in un’intervista esclusiva rilasciato al nostro sito.
I danni della corruzione sono davanti agli occhi di tutti, anche se si vuol far finta di non vederli: è un “circolo vizioso” che tiene in vita “cartelli e lobby”, come ha ricordato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione nell’intervista che ci ha concesso. Non solo: le stesse imprese che pagano le tangenti vengono danneggiate, come ci ha spiegato l’onorevole Lucrezia Ricchiuti.
Quando poi la corruzione arriva a non tenere conto della salute dei bambini, abbiamo davvero bisogno di dare una scossa al sistema, partendo dalla politica ma anche dalla società civile che deve indignarsi e agire sulle istituzioni affinché questo non accada più.
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