La Russia pronta a usare tutti i tipi di armi in Ucraina in caso di attacco di Kiev contro Mosca. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza del Cremlino, Dmitry Medvedev, insinuando una sinistra ipotesi nella nuova fase della guerra che vedrà gli Stati Uniti consegnare alla resistenza ucraina anche missili a lungo raggio.
Le parole di Medvedev sono state riportate poche ore fa da Ria Novosti e aprono a uno scenario inquietante. Continua l’escalation di tensioni tra Putin e l’Occidente, dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Lavrov, che sostiene: “Tutta la Nato combatte contro di noi”.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, non lascia spazio a dubbi e interpretazioni nelle sue recenti dichiarazioni sulla possibile reazione di Mosca a un attacco da parte di Kiev.
La lettura proposta da Medvedev sarebbe una: imbottire l’Ucraina di armi per arrivare a una “soluzione diplomatica” è una mera illusione dei governi occidentali. E, come tale, assicura il numero due del Consiglio di sicurezza russo, fuori dalla realtà.
“In caso di attacchi alla Russia, la risposta può essere qualsiasi cosa” comprendendo, ha sottolineato in un passaggio citato da Ria Novosti, “l’uso di tutti i tipi di armi“.
Il Cremlino e segnatamente il suo capo, Vladimir Putin, avrebbero già indicato la via e Medvedev ha ricalcato l’eventuale orizzonte di una nuova fase del conflitto parlando di “zero restrizioni” nei piani della Russia in caso di minacce che siano ritenute di entità tale da “giustificare” l’uso di ogni arma possibile per piegare l’Ucraina.
Durante un intervento ai microfoni della stampa russa, riferisce ancora Ria Novosti, Medvedev avrebbe chiaramente guardato all’ipotesi dell’uso di armi nucleari sul suolo ucraino.
In conformità con i nostri documenti dottrinali, compresi i Fondamenti della deterrenza nucleare. Posso assicurarvi che la risposta sarà rapida, dura e convincente
Le sue parole arrivano in un momento caldissimo nel capitolo di tensioni tra Russia e Occidente e guardano al rischio di un risultato opposto a quello di una concreta apertura al negoziato.
L’annuncio degli Stati Uniti sul via libera all’imminente consegna di un nuovo pacchetto di aiuti militari per oltre 2 miliardi di dollari – compresi missili a lungo raggio capaci di penetrare in profondità tra le linee delle retrovie russe – ha infiammato l’arena del dibattito provocando reazioni immediate nella dialettica del Cremlino.
“Ora tutto sarà diverso“, avrebbe assicurato Mosca dopo la decisione di Washington sull‘invio di altre armi a Kiev, tra cui razzi a più ampia portata (fino a 150 chilometri) come i sistemi Glsdb.
Gli Stati Uniti hanno nuovamente alzato la posta in gioco
Con l’ok di Joe Biden, le truppe ucraine riceveranno per la prima volta missili a lungo raggio che potrebbero sconquassare i piani della Russia e arrivare a colpire più lontano.
Una scelta che fino a pochi mesi fa sembrava lontana dal tavolo occidentale delle possibilità di supporto a Zelensky per evitare di “allargare il conflitto”, ma che ora sarebbe prossima a tradursi in realtà con conseguenze che Putin riterebbe “imprevedibili”.
Quanto e come la decisione della Casa Bianca possa influire sulle sorti conflitto e cambiare il volto della guerra non è ancora chiaro.
Quel che è certo è che Mosca punta ancora una volta sul rischio di una escalation militare che non escluderebbe come obiettivi anche Nato e Occidente, mentre si avvicina il 24 febbraio, a un anno esatto dall’avvio dell’invasione.
Giorno in cui, secondo alcuni analisti, la Russia intenderebbe “ricordare” la sua impresa contro l’Ucraina con una nuova offensiva.
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