Il Natale 2018 ha visto la ripresa di Melegatti, storico marchio del made in Italy dolciario che stava per chiudere i battenti ma che ha trovato forza e nuove idee per rinascere ed evitare il fallimento. Non sembrava possibile, invece ce l’hanno fatta. Sulle tavole di Natale degli italiani c’è il pandoro e il panettone Melegatti. Ma non è tutto.
Dichiarata fallita lo scorso 29 maggio, l’azienda è stata rilevata all’asta per 13,5 milioni di euro dal gruppo vicentino della famiglia Spezzapria.
I primi dolci che sono stati distribuiti in queste settimane sono stati prodotti in altri stabilimenti, ma la nuova proprietà ha raggiunto l’obiettivo di essere presente in alcune catene nella grande distribuzione, oltre che nello spaccio aziendale di San Giovanni Lupatoto e nel temporary shop in centro a Verona. E va detto che molti lienti sono arrivati da tutto il Veneto nello spaccio aziendale per poter comprare un pandoro Melegatti.
“Abbiamo sfornato 500mila pezzi, è stata una corsa contro il tempo, ma volevamo comunque essere presenti per questo Natale”, ha detto Gianluca Cazzulo, amministratore delegato dell’area commerciale di Melegatti.
Come anche NanoPress aveva ricordato, parte del merito del ritorno di Melegatti va agli angeli del lievito, Matteo Peraro e Davide Stopazzoni, due dipendenti che anche quando lo stabilimento era chiuso, senza percepire stipendio o rimborsi, hanno continuato ogni giorno e con pazienza a curare il lievito madre che è alla base dei dolci, che altrimenti sarebbe morto.
“Sono due eroi. Parliamo veramente di un tesoro e di qualcosa di unico – dice il presidente di Nuova Melegatti, Giacomo Pezzapria -, che forse ha anche piu’ di 124 anni di storia, perché probabilmente esisteva già prima della fondazione della ditta, utilizzato da Domenico Melegatti nella sua prima pasticceria”.
“Il resto l’ha fatto la gente”, ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha proseguito: “E’un grande regalo di Natale, da dedicare a tutti i lavoratori della Melegatti e, come buon auspicio e augurio, a tutti coloro che stanno vivendo un momento di difficoltà lavorativa”.
“Quella di Melegatti – aggiunge il governatore – è stata una vicenda sofferta, arrivata a un passo dall’epilogo peggiore e risolta grazie alla determinazione ferrea dei suoi lavoratori e alla lungimiranza di un’impresa che ha creduto nella possibilità di un miracolo. Il resto l’ha fatto la gente che, capito con grande sensibilità il dramma vissuto, ha voluto dare il suo contributo acquistando tantissimi di quei pandori che hanno rischiato di non esserci più, e che mi auguro invece ci saranno sempre sulle tavole dei veneti e degli italiani”.
Melegatti, che ha assunto a tempo indeterminato 35 dipendenti che erano stati licenziati, promette di continuare gli investimenti: “E’ evidente che non rimarremo a 35”, ha sottolineato Roberto Spezzapria, presidente dell’omonimo gruppo che ha rilevato l’azienda attraverso Sominor srl. L’obiettivo della nuova proprietà è di arrivare nel 2019 a un fatturato fra i 35 e i 44 milioni di euro, con la campagna di Pasqua.
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