È in corso il bilaterale ufficiale fra Macron e Meloni, dove la premier italiana ha parlato a lungo dell’emergenza migranti.
Durante il dibattito si è parlato di molti argomenti, ma i più sentiti sono stati il tema migranti e la transizione energetica. La presidente del Consiglio ha espresso le sue preoccupazioni in merito alla strage di Cutro, puntando il dito contro coloro che guadagnano dal traffico di esseri umani, poi ha parlato degli investimenti per la transizione e della collaborazione con i diversi Paesi Europei per rispondere efficacemente al problema migranti e per perseguire il comune obiettivo della pace in Ucraina. I temi sono stati ampiamente affrontati nel Consiglio Europeo e ci sarà un aggiornamento nel prossimo, previsto a giugno, poi c’è stato un incontro a Bruxelles con il presidente francese che è ancora in corso.
Meloni sul tema migranti
È molto sentito il tema migranti da parte di Giorgia Meloni, che dopo un incontro ai vertici nel Consiglio Europeo, ha incontrato in un albergo storico di Bruxelles, il presidente francese Macron per un bilaterale, al margine della prima giornata del Consiglio. In serata ha anche incontrato il premier portoghese Antonio Costa.
Meloni è arrivata nella capitale del Belgio questa mattina e ha spiegato al Consiglio che il tema dei migranti è centrale, sentito molto dall’Italia per i recenti avvenimenti. Si è detta soddisfatta dell’ultima bozza di conclusioni che chiede alla Commissione Europea di procedere spedita.
“sui migranti mi aspetto passi avanti. occorrono azioni concrete per evitare che le organizzazioni criminali controllino i traffici di esseri umani sul mediterraneo, per questo bisogna rafforzare l’attività sar e velocizzare il lavoro sui rimpatri”.
Poi esprime le sue preoccupazioni sulla situazione in Tunisia, affermando che da questo Paese potrebbero arrivare 900mila rifugiati e in effetti la Commissione Europea sta valutando di andare in visita con il ministro italiano Piantedosi ad aprile per lavorare al fine di fermare le partenze, quindi stoppare il problema all’origine.
La guerra in Ucraina
Ovviamente non manca il tema attualissimo della guerra fra Russia e Ucraina, molto sentito da tutti i Paesi che hanno partecipato alla prima giornata del Consiglio. Anche qui la linea italiana è apparsa chiara e Giorgia Meloni ha da subito condannato l’operato di Putin sottolineando che il mandato di arresto internazionale emesso dall’Aja è giusto perché in questo conflitto c’è una catastrofe umanitaria grandissima.
Come la Von der Leyen anche lei si è unita alla denunci dei tanti soprusi che stanno ricevendo i cittadini ucraini, in particolare i bambini, vittime silenziose di questa guerra. In circa 17mila sono stati rapiti e strappati via dalla loro casa e dalla loro famiglia, in un contesto già difficilissimo da sopportare perché non c’era più la loro quotidianità.
Questo giustifica pienamente l’arresto per il presidente russo e tale opinione ha trovato d’accordo tutti i leader europei, compreso il segretario dell’Onu Antonio Guterres, incontrato pochi giorni fa da Von der Leyen.
Rispondendo a una domanda dei giornalisti in merito alla posizione della Lega sull’Ucraina, Meloni ha dichiarato che non è preoccupata perché aldilà delle sfumature di pensiero dei diversi esponenti politici, si lavora per un obiettivo comune, ovvero la negoziazione e il termine del conflitto, ricordando sempre chi è l’aggressore e chi la vittima.
Il Patto di Stabilità
Sul Patto di Stabilità ha proseguito:
“Ci sono visioni differenti ma credo che l’ue debba imparare dagli errori passati. gli investimenti che renderanno competitivo il nostro sistema devono essere tenuti in considerazione dalla governance, che deve essere più attenta alla crescita”.
Ora c’è bisogno di investire nella transizione ecologica, digitale e per le catene di approvvigionamento strategico, sarebbe tragico tornare ai parametri del passato.
Ora è in corso l’incontro bilaterale con Macron e c’è grande attesa per le dichiarazioni successive dei due leader, nel frattempo la Meloni ha annunciato che sono previsti incontri analoghi che con il premier polacco Mateusz Morawiecki e quello greco Kyriakos Mitsotakis.