In occasione del 25 aprile, in cui ricade l’anniversario della liberazione d’Italia, la premier Giorgia Meloni ha voluto scrivere una lettera al Corriere della Sera. Una lettera lunga e ricca di riflessione nella quale ribadisce “Oggi è la festa della libertà”.
Non è l’unico concetto che la premier ci tiene a precisare infatti tra le sue riflessioni ribadisce fortemente come l’attuale destra, costituita dopo la liberazione d’Italia, sia totalmente distaccata da quella nostalgia del fascismo che spesso le viene affibbiata, e tocca anche temi come la democrazia, l’unità e la libertà.
La lettera della premier al Corriere della Sera
Oggi 25 aprile ricade l’anniversario della liberazione d’Italia, e in qualità di Festa nazionale ci sono diversi eventi in programma, molti dei quali istituzionali.
La Premier, Giorgia Meloni, oggi accompagnerà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a deporre una corona di alloro all’Altare della Patria, proprio come da tradizione.
In occasione di questa giornata però Giorgia Meloni ha voluto scrivere una lettera lunga e ricca di riflessioni e di affidarla al Corriere della Sera.
Una lettera molto importante e che tocca temi molto delicati come la democrazia, la libertà, il patriottismo, l’unità nazionale, valori che sono presenti nella Costituzione Italiana.
La premier apre la lettera con l’augurio che questa giornata possa nel tempo diventare “un momento di ritrovata concordia nazionale” in questa giornata infatti si celebra la ritrovata libertà degli italiani e il traguardo di aver raggiunto la democrazia.
Chiarisce poi che i partiti che oggi rappresentano la destra in Parlamento niente hanno a che fare con la nostalgia del fascismo che spesso gli viene affibbiata, abbiamo visto come nei giorni scorsi alcuni parlamentari hanno voluto invitare la Meloni a chiarire apertamente la posizione della destra italiana.
In particolare Gianfranco Fini in un’intervista aveva dichiarato e invitato Giorgia Meloni a chiarire che la destra odierna non ha niente a che fare con il fascismo, e sembra che la premier abbia voluto cogliere questo invito ribadendo un concetto ormai chiaro a molti.
La lettera prosegue parlando di come il 25 aprile del 1945 segno la fine della Seconda guerra mondiale, dell’occupazione nazista sul territorio italiano, e del Ventennio fascista.
Segnò anche la fine delle persecuzioni anti ebraiche, dei bombardamenti e di tante altre privazioni che per molto tempo hanno afflitto l’Italia, ma segnò anche l’inizio di una sanguinosa guerra civile che lacerò il popolo italiano soprattutto in alcune zone del territorio.
Diversi mesi dopo la fine del conflitto si registravano ancora esecuzioni sommarie, e che centinaia di migliaia di italiani che si trovavano a Istria, Fiume e Dalmazia subirono una seconda ondata di eccidi e l’esodo dalle loro terre.
Sicuramente per la premier questa giornata rimane “l’affermazione dei valori democratici, che il fascismo aveva conculcato e che ritroviamo scolpiti nella Costituzione repubblicana”.
E per la premier l’obiettivo della Costituzione italiana era quello di creare un testo che unisse e non dividesse il popolo. Ed è da qui che nasce la nuova destra democratica italiana.
L’Italia è diventata nel tempo “una grande democrazia, solida, matura e forte”, una democrazia nella quale nessuno è disposto a rinunciare alle libertà che sono state guadagnate nel tempo e che rappresentano un patrimonio per tutti.
Nella lettera la Meloni parla anche di come sia sbagliato affibbiare a qualsiasi avversario politico la categoria del fascismo con l’intento di delegittimarlo, perché in questo modo si indeboliscono i valori che invece si vorrebbe difendere.
Il sostegno all’Ucraina
Nella lunga lettera scritta dalla premier non mancano poi i riferimenti all’attuale guerra che si sta svolgendo in Ucraina. Tra le sue parole si può leggere l’intenzione dell’Italia a voler sostenere la nazione ucraina nel conflitto.
Ciò che è successo in Ucraina, ossia l’invasione da parte della Russia, rappresenta una minaccia per la libertà di ogni Paese democratico e l’Italia per la premier sta “dalla parte della libertà e della democrazia, senza se e senza ma”.
Ha chiuso poi la lettera parlando di Paola Del Din, che combatteva con le Brigate Osoppo e che fu la prima donna italiana che si paracadutò durante la guerra.
Per il suo coraggio, Paola Del Din, prese una Medaglia d’oro al valor militare, e durante i suoi interventi nelle scuole e nei vari eventi istituzionali ha sempre dichiarato di come fu il tempo a ribattezzarli Partigiani ma loro erano soltanto Patrioti e lo sono ancora.
La Premier dedica a lei questa giornata e a tutti gli italiani che nel tempo hanno anteposto l’amore per l’Italia a ogni contrapposizione ideologica.