La pace tra Giorgia Meloni, la nostra presidentessa del Consiglio, ed Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, è arrivata, finalmente. Dopo mesi di dichiarazioni al vetriolo tra Roma e Parigi, e qualche segno distensivo arrivato sia a Reykjavik sia in occasione del G7 in Giappone, i due numeri uno si sono incontrati all’Eliseo e hanno avuto modo di parlare soprattutto della questione che riguarda i migranti, in cui, ha detto la premier, si è riuscita ad arrivare a un punto di incontro anche perché i due Stati devono collaborare in vista dei prossimi impegni europei, e non solo ovviamente.
Le europee si avvicinano, oddio non così tanto considerato che manca ancora un anno, ma il clima deve essere disteso, per lo meno tra le principali istituzioni di Italia e Francia, che devono continuare a collaborare a Bruxelles. E quindi, dopo i segnali poco incoraggianti degli ultimi mesi, ovvero da quando a Palazzo Chigi è arrivata Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio ed Emmanuel Macron, che è il numero uno dell’Eliseo, hanno deciso di firmare un armistizio, direttamente a Parigi, e specialmente su quello che è stato, nel corso del tempo, più di tutti il motivo del contendere: i migranti.
E quindi, dopo che la leader di Fratelli d’Italia è stata all’Assemblea generale del Bureau International des Expositions per sostenere la candidatura di Roma all’Expo del 2030, l’atteso faccia a faccia con il presidente della Repubblica francese in casa sua. Ad aprire le danze post colloquio, è stato Macron che ha innanzitutto portato le sue condoglianze per la scomparsa di Silvio Berlusconi, numero uno di Forza Italia e a lungo presidente del Consiglio, di una settimana fa, ma ha anche fatto capire che il legame tra i due Paesi è fondamentale.
Ricordando il trattato del Quirinale, il presidente ha detto che “è questa amicizia che mi interessa prima di tutto, signora presidente del Consiglio, quella che permette talvolta di far vivere le controversie, i disaccordi, ma in un quadro sempre rispettoso perché si iscrive in una storia più grande e profonda di noi“. E quindi la necessità di rafforzare la politica comune dell’Unione europea in materia migratoria: “Continuiamo a vedere drammi nel Mediterraneo, dobbiamo organizzarci meglio” in materia di asilo e immigrazione per evitare nuovi drammi, ha dichiarato, evocando anche la necessità di rafforzare “il controllo delle nostre frontiere esterne“. Una questione che l’Italia, posta in prima linea, “conosce bene“, ha puntualizzato Macron.
Poi la parola a Meloni, che ha spiegato che “ci attende alla fine di questo mese un importante consiglio europeo. Siamo d’accordo che si debbano fare passi concreti rispetto a una visione della difesa della dimensione esterna: bisogna superare la diatriba tra movimenti primari e secondari“.
“Non possiamo continuare a consentire lo schiavismo del terzo millennio, bisogna stroncare la rete dei trafficanti di vite umane e evitare che la selezione all’ingresso sia fatta da una rete di criminali. Per questo bisogna collaborare e garantire il diritto a non emigrare. Su questo lavoriamo insieme“, ha detto ancora la presidentessa del Consiglio che poi ha aggiunto che con la Francia “condividiamo una sensibilità comune su molte materie, penso al tema del Mediterraneo, in particolare con riferimento alla Tunisia e alla Libia, rispetto ai quali lavoriamo con obiettivi convergenti“.
All’attenzione dei due presidenti, però, c’è stata anche la questione del sostegno all’Ucraina. “Non c’è dubbio che l’Italia e la Francia continueranno a sostenere la causa ucraina a 360 gradi“, ha scandito Meloni in conferenza stampa. “Se non lo facessimo – ha avvertito – troveremmo un mondo molto più caotico. Quello che gli ucraini stanno facendo è difendere anche la nostra libertà“, ed è per questo che lei si dice “fiera di poter annunciare assieme a Macron” che lo scudo antiaereo franco-italiano Samp-T è adesso “operativo” nel Paese di Volodymr Zelensky. Macron, dal canto suo, ha voluto ringraziato la nostra premier per “la grandissima chiarezza del suo impegno, del suo sostegno, e della nostra cooperazione in materia“.
Macron e Meloni, però, hanno avuto modo di parlare anche di questioni più concretamente economiche, e forse anche un po’ dolenti, come quelle che riguarda il nuovo Patto di stabilità che dovrebbe essere licenziato a Bruxelles e su cui si è in fase di trattativa con l’Italia che cerca di far pesare la sua opinione contro anche a Berlino. “Non possiamo consentire che tornino parametri che oggi sarebbero assolutamente inadeguati: la sfida è una governance incentrata sugli investimenti. Se ci siamo dati una priorità non si può non tenere conto di questi elementi“, ha detto la leader della maggioranza di centrodestra. “Gli investimenti – ha concluso – sule materie strategiche non possono essere considerati come tutti gli altri, è una materia su cui siamo d’accordo“.
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