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Politica

Meloni fa chiarezza sul caro carburanti: “È giusto tagliare le accise, ma ora non è possibile”

Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio, nonché leader di Fratelli d’Italia, ha spiegato, in un video sui social, i suoi “Appunti di Giorgia”, la scelta del governo di fine anno, confermata ieri nel Cdm, di tagliare lo sconto sulle accise introdotto dall’esecutivo di Mario Draghi a fine marzo e che, comunque, sarebbe rimasto in vigore fino al 31 dicembre.

Giorgia Meloni – Nanopress.it

La premier ha precisato che, in un altro video, stavolta del 2019, lei stessa chiedeva di tagliare le accise, ma ora non è il momento perché, di fatto, il costo è di circa un miliardo al mese, che in un anno arrivano anche a dieci, che si leverebbero ai servizi, ma soprattutto ad altre misure che sono state messe a punto nella manovra finanziaria approvata il 30 dicembre. Non sono mancate le polemiche per quanto detto da Meloni che ha ribadito successivamente che nel programma di Fratelli d’Italia non c’era nessuna promessa sul taglio.

Meloni: “È giusto tagliare le accise, ma ora non è possibile”

Gli appunti di Giorgia“, il format social in cui la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, sono tornati in grande spolvero. E con un unico argomento: la scelta del governo di non prorogare lo sconto sul taglio delle accise introdotto dall’esecutivo di Mario Draghi a fine marzo per porre un freno all’impennata dei costi dei carburanti.


Spiegazioni d’obbligo si può dire, anche perché, proprio ieri, dal Consiglio dei ministri, si è continuato sulla scia già intrapresa a fine anno: non mettere mano all’imposta indiretta, che ricade sui tutti i consumatori, ma piuttosto colpire i distributori di benzina che speculano sul prezzo del gasolio e non solo. Questo, per la premier, è il modo giusto di agire ed è anche la prima cosa su cui ha voluto tenere il punto.

Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti – Nanopress.it

Non solo, però, perché molti hanno attaccato Meloni riproponendo un vecchio filmato del 2019, in cui lei stessa, facendo il pieno alla sua auto, prometteva agli italiani che avrebbe per davvero tagliato le accise, perché era una necessità.


Ora, non è un caso che quel video sia del 2019 e non dell’ultima campagna elettorale, perché, capiamoci, sono ancora convinta sia giusto tagliare le accise sulla benzina, ma non sfuggirà che da qui al 2019 il mondo è cambiato e, purtroppo, stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci sta imponendo di fare alcune scelte“, ha spiegato nel merito la leader di Fratelli d’Italia che ha poi ribadito che non ha promesso niente di tutto questo prima del 25 settembre, proprio perché sapeva “qual era la situazione davanti alla quale mi sarei trovata“.

A onor di cronaca, però, qua la capo del governo si è sbagliata, perché nel programma del suo partito c’era anche la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise“.

Nel merito non sono mancate le polemiche delle opposizione che lei stessa ha chiarito successivamente, specificando che il punto del programma “significa che se hai maggiori entrare dall’aumento dei prezzi del carburante le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente. Quindi si tratta di un impegno molto diverso dal ‘taglieremo le accise’. Obiettivo che continuiamo a condividere e sul quale lavoreremo, ma impegno che nell’attuale contesto non potevamo prenderci“, ha detto.

Come che sia, lasciandole di fatto il beneficio del dubbio, Meloni ha spiegato quanto costa la misura allo Stato, ovvero un miliardo al mese, e dieci miliardi l’anno, che si sarebbero persi per inserire, nella manovra di bilancio, aiuti per “chi ne aveva più bisogno“. “Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale“, ha detto, perché lei è convinta “che fosse più sensato aiutare chi ha un salario basso, le famiglie, chi non poteva pagare le bollette, chi non riesce a fare la spesa o non ha un lavoro. Concentrare le risorse su questo piuttosto che aiutare anche chi, come me, ha uno stipendio di tutto rispetto“.

I costi della benzina e del gasolio in un distributore di Napoli – Nanopress.it

Tra le misure che non sarebbero mai state approvate prorogando lo sconto, la premier ha inserito il taglio del costo del lavoro, l’aumento del 50% dell’assegno unico per le famiglie, l’aumento di 2 miliardi per il fondo sulla sanità, non si sarebbero potute aiutare le famiglie per calmierare le bollette domestiche, non ci sarebbe stata la decontribuzione per i giovani e per i precettori del reddito di cittadinanza, non ci sarebbe stato il fondo carrello, non si sarebbe potuto intervenire sui crediti di imposta delle piccole e medie imprese. Insomma, non si sarebbe potuto fare granché.

Ma non è detto che vada così per sempre, anzi. “Sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale, non temporaneo, delle accise“, ha dichiarato ancora prima di precisare che, oltre a dover uscire da questa situazione emergenziale, è necessario “rimettere in modo la crescita economica“, perché per arrivarci servono risorse e “per averle occorre produrre maggiore lavoro e ricchezza. È quello su cui stiamo lavorando“.

I chiarimenti della premier su quanto fatto dal governo

Meloni, poi, ha puntato il dito contro la “mistificazione totale della realtà”, ovvero sul fatto che negli ultimi giorni si sia scritto e detto che il governo ha aumentato le accise, o che abbia fatta dietrofront rispetto a quello che aveva fatto l’esecutivo precedente: “Noi abbiamo confermato quella scelta, ma abbiamo deciso poi di far terminare quel provvedimento“, ha chiarito.

Ma un’altra mistificazione, ha detto, nasce dal fatto che non è vero che in Italia il prezzo della benzina è arrivato a 2,5 euro al litro, niente affatto. “Ora, siccome io sto monitorando il prezzo, questi dati non mi tornano e questo è ampiamente verificabile” nelle app, ma anche nei siti delle autorità preposte. Su quello del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha precisato la premier, “il prezzo medio della benzina in Italia della settimana scorsa, in cui in tv si è parlato solo di questo: il prezzo medio era 1,812 euro. È un prezzo che ci piacerebbe fosse più basso, ma quando cambia rispetto a quanto vissuto nei mesi precedenti, negli anni precedenti?“.

C’è di più, ha detto ancora la numero uno del primo partito: “Sono andata a guardare alcuni dati: il taglio delle accise del precedente governo è stato fatto a marzo, a maggio la benzina era a 1.885 euro, più alto di oggi. Il 27 giugno a 2.073, il 18 luglio a 1.989, il 1 agosto 1.877“. Si può considerare fuori controllo il prezzo attuale, è vero, ma la stessa cosa era già successa ai tempi del governo di Mario Monti, quello di Matteo Renzi, in cui i prezzi erano comunque alti “eppure io non ricordo le campagne che stiamo vedendo in questi giorni…“.

Una persona che fa benzina – Nanopress.it

Chiaro, altrettanto, che ora ci siano delle storture e che si debba intervenire, proprio come hanno fatto in Consiglio dei ministri, perché “magari c’è qualcuno che se ne approfitta“. In linea di massima, però, ha precisato ancora Meloni, “la gran parte dei benzinai in Italia si sta comportando in maniera assolutamente onesta e responsabile e soprattutto a tutela loro che dobbiamo lavorare e verificare se qualcuno non si approfitti di una situazione delicata“.

Per chi non lo farà, ci saranno poi delle norme sanzionatorie oltre che, appunto, l’obbligo di esporre il prezzo medio giornaliero che deve essere visibile esattamente come quello alla pompa. “Tu consumatore devi sapere se ti conviene o no a fare la benzina in quel distributore, perché questo ci aiuta a combattere quei pochi comportamenti sbagliati che ci sono. In autostrada, dove il prezzo è più alto in virtù delle concessioni e dove talvolta saltano le regole, bisogna monitorare quel che accade, anche sulle future concessioni“. In conclusione, poi, la premier ha specificato che a lei “non sembra la situazione che viene raccontata“, e che alle spalle ha “una campagna di comunicazione ben costruita. Il governo deve continuare a monitorare, a vedere quel che accade, ma io resto convinta delle scelte fatte“.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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