È così che immagina il proprio partito la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, per la quale l’atlantismo in politica estera dovrà essere indiscutibile per la sua formazione come per le altre della coalizione.
Visti gli attacchi, rinnovatisi in queste ore, verso le ambigue posizioni nei confronti della Russia di Lega e Forza Italia, Meloni prova a tacitare i retroscena ribadendo la fermezza della collocazione internazionale di FdI.
La guerra in Ucraina è stata una vera e propria rivoluzione per la politica europea. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica e la fine della retorica sul nemico comunista alle porte, la Federazione Russa è divenuta un possibile partner commerciale, uno stato tra gli altri a cui far abbeverare le opulente economie europee occidentali.
Simultaneamente la NATO, l’alleanza militare a guida U.S.A., ha progressivamente perso di peso e di senso, sfilacciandosi per l’assenza di un nemico contro cui serrare le fila.
Tuttavia la nuova cortina di ferro calata sul continente dal 24 febbraio ha spazzato via le acquisizioni politico-diplomatiche degli ultimi trent’anni e costretto molti governi e forze politiche a virate impegnative e consistenti.
Sicuramente uno dei gruppi che in Italia ha più risentito del nuovo scenario, proprio per il tipo di alleanze e messaggi costruiti negli ultimi anni, è la coalizione di Centrodestra ed in particolar modo i partiti di Berlusconi e Salvini.
Questi due tutt’ora faticano a divincolarsi dall’immagine di leader di schieramenti pro-Russia (vedi lo scandalo sulle intromissioni russe in casa Lega per sospingere verso la crisi di governo), cosa che genera non pochi grattacapi a quella che dovrebbe divenire la futura condottiera dell’alleanza: Giorgia Meloni.
Non ha caso la capa politica romana sembra aver ben compreso come la campagna elettorale interna al Paese vada bilanciata con l’immagine estera che la stessa produce. Ossia di come le altre istituzioni nazionali e sovranazionali modulino fiducia e collaborazioni in base al senso di sicurezza e prevedibilità che quella stessa relazione internazionale è in grado di offrire alle medesime organizzazioni estere.
Da ciò deriva la irremovibile posizione atlantica assunta da Meloni dallo scoppio del conflitto nell’Est Europa, arricchita dall’inevitabile appoggio a NATO ed Unione Europea (almeno sul piano del dossier Ucraina).
Quindi ampio sostegno all’Ucraina ed al suo popolo in lotta per la propria autodeterminazione, appoggio costante all’invio di armi a Kiev, netta condanna di Putin e del suo regime.
L’obiettivo, espresso dalla leader di destra, è un’Italia protagonista dei tavoli internazionali, posizione garantitale dalla fermezza della propria collocazione e dalle proprie alleanze con l’estero.
Meloni tenta così di responsabilizzare il proprio partito e tutta l’alleanza di Centrodestra, consapevole che altrimenti ambiguità e scandali sul piano internazionale offrirebbero il fianco ad un facile attacco degli avversari e minerebbero la sua auspicata (e forse probabile) salita verso Palazzo Chigi.
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