La premier Giorgia Meloni è stata sentita dal Copasir in merito all’evasione dai domiciliari di Artem Uss. La leader di Fratelli d’Italia ha negato ogni responsabilità del governo. “Non è colpa del governo ma di un altro organo dello Stato” ha dichiarato la Presidente del Consiglio. L’imprenditore era evaso dal domicilio di Basiglio lo scorso 22 marzo.
L’evasione dagli arresti domiciliari dell’imprenditore Artem Uss ha suscitato non poche polemiche. Oggi Giorgia Meloni ne ha dovuto rispondere davanti al Copasir, durante un colloquio di oltre due ore. La premier ha negato ogni colpa dell’esecutivo nella fuga del quarantenne russo dal domicilio di Basiglio, alle porte di Milano.
“Non è colpa del governo ma di un altro organo dello Stato” ha dichiarato Giorgia Meloni davanti al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il colloquio è avvenuto oggi ed è durato oltre due ore. Assieme alla Presidente del Consiglio, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e la direttrice del Dis Elisabetta Belloni.
Il motivo di tale discussione, l’evasione dai domiciliari di Artem Uss, imprenditore russo di 40 anni, figlio del governatore della regione della Siberia di Krasnojarsk, arrestato lo scorso 17 ottobre a Malpensa e in attesa di essere estradato negli Stati Uniti.
Le accuse, per lui, fin da subito erano apparse pesantissime: contrabbando di petrolio verso Russia e Cina, violazione dell’embargo contro il Venezuela, riciclaggio di denaro, frode bancaria e “dulcis in fundo“, e per gli Usa fatto ancora più grave, esportazione illegale di tecnologia militare dal loro Paese verso la Russia.
Giorgia Meloni, ascoltata dal Copasir, fa un chiaro riferimento alla magistratura italiana, e non è un caso che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio abbia mandato degli ispettori alla Procura milanese, rea di aver concesso all’uomo gli arresti domiciliari a Basiglio. Ma come è riuscito ad evadere Uss?
Il quarantenne si trovava agli arresti domiciliari dallo scorso 2 dicembre in una casa di Basiglio, piccolo comune alle porte di Milano, ed è riuscito ad evadere il 22 marzo, nonostante i controlli dei Carabinieri ogni 72 ore, a poche ore di distanza dalla conferma da parte del Tribunale di Milano sulla sua estradizione negli Usa.
Alle 14.07 di quel giorno, Uss si allontana dall’abitazione e sale nella macchina di un complice. Il braccialetto elettronico suona per qualche minuto, poi tutto tace. I militari dell’Arma giunti per capire cosa fosse accaduto, fanno sfondare la porta ai Vigili del Fuoco, ma dell’uomo ormai non c’è più traccia.
Pochi giorni prima, il 13 marzo, la moglie dell’uomo rientra in Russia con la motivazione di doversi occupare del figlio minorenne. Ora Artem si trova in Russia e spiega di esser stato costretto a evadere a causa dell’imparzialità del Tribunale italiano.
“In questi pochi giorni particolarmente drammatici, persone forti e affidabili mi sono state accanto. Le ringrazio. Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara parzialità politica. Purtroppo è anche pronto a piegarsi alle pressioni delle autorità statunitensi” ha dichiarato in un comunicato.
Stando a fonti dell’agenzia Bloomberg, Artem sarebbe riuscito a fuggire grazie alla collaborazione di agenti russi. Uss avrebbe raggiunto la Slovenia in poche ore dall’evasione, dirigendosi poi in Serbia.
Sarebbero più di dieci le persone con cui sarebbe venuto in contatto l’imprenditore russo durante il suo arresto, dieci delle quali sarebbero gli ideatori della fuga, mentre altre 4-5 ora sono sotto indagine per il loro coinvolgimento.
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