Dopo il secondo audio “rubato” a Silvio Berlusconi, è la premier in pectore, Giorgia Meloni, a dire la sua. La leader di Fratelli d’Italia, in una nota, ha chiarito come chi non sposerà la linea a favore dell’Unione europea e della Nato sarà fuori dal governo, anche a costo di non farlo partire.
“Su una cosa sono stata, sono e sarò sempre chiara. Intendo guidare un governo con una linea politica estera chiara e inequivocabile“, ha scritto Meloni nella nota, che ha specificato anche che chiederà a tutti i ministri del futuro esecutivo che linea intendano adottare, perché anche da loro vuole chiarezza.
Giorgia Meloni pone fine al suo silenzio. Dopo una giornata, in cui sono usciti nuovi audio del suo alleato in maggioranza Silvio Berlusconi, in cui il leader di Forza Italia ricostruisce a modo suo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è la premier in pectore a dire quello che pensa, e lo fa con una nota che lascia poco spazio alle interpretazioni.
“L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica – ha iniziato la numero uno di Fratelli d’Italia nel comunicato che è stato diffuso -. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non farlo“. La futura presidentessa del Consiglio ha sottolineato come sia stata sempre chiara e sempre lo sarà sulla linea politica estera che intende avere nell’esecutivo che guiderà.
D’altronde, ha specificato ancora Meloni, il Paese con loro al governo “non sarà mai l’anello debole dell’Occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molto nostri detrattori“, anzi l’obiettivo è quello di rilanciare la credibilità e difendere gli interessi. “Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo. La prima regola di un governo politico che ha un forte mandato dagli italiani è rispettare il programma che i cittadini hanno votato”.
Più diretto, invece, è stato il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, che all’uscita da Montecitorio – dove oggi si è votato per l’Ufficio di Presidenza -, ha commentato le parole di Berlusconi, dicendo che sarà Antonio Tajani, il coordinatore nazionale del partito del Cavaliere ed ex presidente del Parlamento europeo, a spiegare al Ppe che volesse dire il suo numero uno, confermando, però, “le posizione di Forza Italia storiche espresse” così come quelle dello schieramento di Meloni che “ha tenuto dall’inizio“.
Quindi “vicinanza al popolo ucraino contro un’invasione immotivata e ingiustificata della Russia di Vladimir Putin“. Il piano, ha detto ancora, “è quello di un’alleanza internazionale che difenda il diritto internazionale e il prossimo governo si orienterà in questo modo senza se e senza ma“.
Poi è lo stesso Berlusconi, in una nota, a spiegare che no, non sono assolutamente in dubbio le sue scelte atlantiche, l’europeismo “il riferimento costante all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi liberi e democratici“. La sua posizione, ha chiarito, così come quella di Forza Italia “non si discostano da quella del governo italiano, dell’Unione Europea, dell’Alleanza Atlantica né sulla crisi Ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di dichiarazioni ufficiali, di atti parlamentari, di voti alle Camere“, ha scritto ancora nella nota.
Quell’audio rubato non era che un “interrogarsi sulle cause del comportamento russo, come stavo facendo, e auspicare una soluzione diplomatica il più rapida possibile, con l’intervento forte e congiunto degli Stati Uniti e della Repubblica cinese, non sono atti in contraddizione con la solidarietà occidentale e il sostegno al popolo ucraino“. Chiaro, poi, che non si possa arrivare ad avere una pace fin quando i diritti del popolo invaso “non saranno adeguatamente tutelati“.
Non è in discussione neanche l’amicizia e la gratitudine verso gli Stati Uniti, perché quei valori, ha detto ancora, gli sono stati insegnati dal padre “fin da ragazzo“. “Nessuno, sottolineo nessuno, può permettersi di mettere in discussione questo“. Di certo non può mettere in discussione questi valori, la sua lealtà la sinistra, “che tante volte è stata dalla parte sbagliata della storia“. A non farlo dovrebbe essere soprattutto la sinistra del Partito Democratico, che fino alle ultime elezioni “era alleata con i nemici della Nato e dell’Occidente“, ha concluso il Cav.
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