La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si confronta su alcuni temi della campagna elettorale, a cominciare dalla questione fascismo e diritti femminili, per poi passare al problema energia e ai tortuosi rapporti con gli alleati di coalizione.
Per Meloni le accuse di illibertà e cultura post-fascista sono invenzioni, macchinazioni della sinistra per creare un mostro impossibile da eleggere ed improponibile per governare a cui lei e Fratelli d’Italia avrebbero sempre risposto con un’azione politica coerentemente di segno opposto.
Per prima cosa Meloni sente di dover ribadire l’estraneità sua e del suo partito alle accuse di vicinanza ideologica al fascismo. Piuttosto sarebbe interessante comprendere, prosegue la candidata premier, le ragioni di chi propugna tali falsità: forse per denigrare un avversario che altrimenti non si saprebbe come contrastare dal punto di vista delle proposte politiche.
Secondo Meloni l’infondatezza degli attacchi è resa manifesta dalle lotte condotte negli anni da Fratelli d’Italia in difesa, e non contro, le libertà: quelle lavorative, di voto, di pensiero, di impresa e femminili.
Proprio sull’autodeterminazione femminile l’esponente principale del Centrodestra si propone quale forza da sempre schierata con le donne e a garanzia del diritto all’aborto.
Spauracchi infondati vengono apostrofate da Meloni le insinuazioni di una volontà del suo partito di restringere le libertà sull’interruzione volontaria di gravidanza: anzi suo specifico intento e far valere la piena applicazione della legge 194.
In concreto per la presidente FdI ciò significa dare il giusto spazio e finanziamento anche alla prevenzione. Quindi creare incentivi ed aiuti, ad esempio, per convincere una donna che vuole abortire per motivi economici a rinunciare, poiché per lei lo stato è presente e si prende carico della sua situazione di madre svantaggiata.
Insomma questo sarebbe il modo di allargare i diritti, proclama Giorgia Meloni; qualcun altro forse lo dichiarerebbe un intervento affinché la donna sia libera, sì, ma libera solo di poter essere madre.
Proseguendo, altro tema centrale è l’energia ed il suo costo, argomento dal quale affiorano le spaccature e faglie tra le forze del Centrodestra, in particolare tra la stessa Meloni ed il segretario della Lega Matteo Salvini.
La deputata romana punzecchia l’alleato milanese il quale sembrerebbe paradossalmente più propenso a criticare la linea di Fratelli d’Italia rispetto alle soluzioni esposte dagli avversari del Centrosinistra.
La provocazione giunge in merito alla proposta di Salvini di uno scostamento da 30 miliardi per intervenire sulle bollette di famiglie ed imprese. Dopo un primo no di Meloni a fare ulteriore debito, in quanto con la spirale inflazionistica e speculativa diverrebbe insostenibile da ripagare e inutile a fini pratici di intervento economico (sarebbero troppo pochi), Salvini a proseguito a ripetere la stessa soluzione finanziaria, cosa che ha appunto generato irritazione nella presidente di Fratelli d’Italia e la caustica uscita suddetta.
Invece FdI, come intervento per calmierare gli effetti del caro energia, propone un disaccoppiamento nazionale (la prima opzione sarebbe un price cap europeo, ma ben poco si muove a Bruxelles) tra elettricità e gas al fine di abbassare il costo della prima e fornire intanto una boccata d’ossigeno ai portafogli degli italiani. La misura richiederebbe 3 miliardi e sarebbe quindi immediatamente attuabile senza bisogno di alcuno scostamento.
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