La premier Meloni risponde alle dichiarazioni dell’ex Presidente del consiglio Amato sulla strage di Ustica e gli chiede di mettere a disposizione della magistratura eventuali informazioni in suo possesso.
Dopo le dichiarazioni dell’ex premier Giuliano Amato, in molti attendevano la reazione di Giorgia Meloni, che è arrivata poco fa. La Presidente del Consiglio ha sottolineato come non ci sia nessun segreto di Stato e ha ribattuto chiedendo ad Amato di mettere a disposizione della magistratura le informazioni eventualmente in suo possesso. il vicepremier Matteo Salvini ha invece condannato le parole del politico, ritenendole “gravissime“, aggiungendo di aspettare un commento da parte di Macron, tirato in ballo proprio da Amato.
“Quelle di Giuliano Amato su Ustica sono parole importanti che meritano attenzione. Il presidente Amato precisa però che queste parole sono frutto di personali deduzioni” ha detto Meloni, alla quale è stato chiesto il suo punto di vista sulla vicenda che ha coinvolto l’ex presidente Amato.
“Chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti” ha poi aggiunto la premier.
Parole che Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, nonché vicepremier, ha invece bollato come “gravissime“. “Giuliano Amato ha rilasciato dichiarazioni di inaudita gravità a proposito di Ustica: è assolutamente necessario capire se ci sono anche elementi concreti a sostegno delle sue parole. Visto il peso delle affermazioni di Amato e il suo ruolo rilevante all’epoca dei fatti, attendiamo commenti delle autorità francesi” ha commentato Salvini.
La strage di Ustica è oggi ancora una delle pagine più buie della storia italiana: nel 1980 ben 81 persone persero la vita in un’incidente aereo ammantato da risvolti ancora oggi oscuri.
Proprio di questo, Giuliano Amato, intervistato da La Repubblica, ha parlato, scatenando un putiferio non solo sui social ma anche tra gli esponenti politici. L’ex premier ha rilasciato affermazioni piuttosto decise, in merito.
“La versione più credibile è quella della responsabilità dell’Aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno” ha detto al giornalista Amato.
“Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua Aviazione e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario” ha poi aggiunto a sorpresa l’ex Presidente del Consiglio.
“Il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi” ha quindi concluso Amato. Una tesi a cui ha risposto il figlio di Craxi, Bobo, che su Twitter ha spiegato come effettivamente il padre avesse avvisato il dittatore libico della volontà di attentarlo, ma ben sei anni dopo, nel 1986.
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