Nella seconda puntata del format social “Gli appunti di Giorgia”, la presidentessa del Consiglio ha spiegato alcuni degli argomenti che più hanno creato dibattito durante la settimana scorsa. Nello specifico, Giorgia Meloni ha parlato del bonus cultura, che deve essere rivisto perché non è corretto che lo prendano tutti i ragazzi, anche i figli dei miliardari, e del Pos per il cui utilizzo, ha detto, lo Stato e quindi il governo non può levare le commissioni perché incostituzionale.
Meloni ha chiarito anche il pensiero dell’esecutivo sulla flat tax, che non andrebbe a discriminare i lavoratori indipendenti, ha parlato del fatto che il Pil dell’Italia è cresciuto di più rispetto a quello di altri Stati come la Francia e la Germania, e ha spiegato anche le mosse del governo nella gestione dei migranti, ribadendo che in casa nostra non si entra irregolarmente.
Meloni: “18app non la aboliamo, ma vada ai redditi più bassi”
Passata l’influenza, che l’ha costretta a casa per qualche giorno facendole rinunciare anche all’impegno ad Alicante con il presidente spagnolo, Pedro Sanchez, Giorgia Meloni, la prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, è tornata in grande spolvero con la sua rubrica settimanale “Gli appunti di Giorgia“. Il copione del format è stato sempre lo stesso: la leader di Fratelli d’Italia ha infatti spiegato, chiarito, ribadito quali sono stati i temi di polemica, o semplicemente di attualità nella settimana appena trascorsa dando risposte alle domande che le hanno posto direttamente gli utenti dei social.
Scenario natalizio e una novità, in primis: gli sticker attaccati dalla figlia Ginevra sull’agenda nera “a beneficio dei meme“, poi subito via con le cose importanti, e quindi l’elogio al nostro Stato: “Più giro il mondo – ha detto la premier – e più mi rendo conto di quanta voglia d’Italia ci sia nelle altre nazioni, di quanto il nostro lavoro e le nostre eccellenze vengano visti positivamente“. Su questo, ovviamente, si deve riflettere per essere sempre più “importanti e centrali“.
Tra le cose positive, la proroga dell’Unione europea per la decontribuzione al Sud, che è una misura “fondamentale per assumere“, il governo vorrebbe renderla strutturale e “presenterà un emendamento alla manovra per estendere a tutto il 2023 i crediti d’imposta per le aziende che assumono al Sud, per le zone economiche speciali e per le aree terremotate. Non era facile individuare le risorse ma ci siamo riusciti“, ha spiegato Meloni.
Sempre a livello europeo, l’esecutivo, ha detto, ha vinto “la battaglia per non mettere il vino e la carne tra i prodotti considerati nocive per la salute, una battaglia che ci consente di difendere le nostre eccellenze agroalimentari e il made in Italy: è un risultato che abbiamo portato a casa e siamo molto soddisfatti“. Meloni, poi, ha portato del contributo di 300 milioni che “consente di connettere con una infrastruttura strategica l’Italia e la Tunisia sul piano energetico. L’Italia sempre più hub di approvvigionamento energetico d’Europa“. Un’occasione, ha aggiunto, che deve essere sfruttata “con intelligenza, collaborando con le nazioni del Mediterraneo, potremo avere un ruolo strategico“.
“Un’altra buona notizia della settimana passata – ha chiarito Meloni – è che l’economia italiana, nonostante la situazione in cui ci troviamo, nell’ultimo trimestre, è cresciuta di più di quella francese, di quella tedesca e di quella spagnola“. Questi dati dimostrano che “le nostre imprese, anche nei momenti di difficoltà, sanno fare la differenza, possono fare la differenza, soprattutto se vengono aiutate. E noi intendiamo aiutarle“.
Poi è passata alle note dolenti, esprimendo dapprima solidarietà nei confronti del ministro della Difesa, Guido Crosetto, ma ribadendo le scelte fatte che rispondono solo alle esigenze degli italiani che li hanno votati. A proposito della rubrica, Meloni ha chiarito che la rubrica non serve a scappare alle domande, considerato sia che mediamente ha fatto più punti stampa dei suoi predecessori, ma anche perché non ha problemi “essendo convinta di quello che faccio e delle scelte che porto avanti. Forse il problema è che rispondo quel che penso, ed è quel che intendo continuare a fare“, ha detto prima di parlare del bonus cultura, la 18App.
Nel merito, Meloni ha spiegato che non si vuole abolirlo, ma che il ministro Gennaro Sangiuliano “sta lavorando a una ‘carta cultura’, però sicuramente 18app è una misura che va rivista“. Perché non i 500 euro che vengono dati a tutti al compimento della maggiore età non possono essere riconosciuti “indipendentemente dal reddito, e io francamente che un figlio di un miliardario o di parlamentari, mia figlia stessa quando avrà 18 anni, penso” che su fasce di reddito più alte “si possa rinunciare ai 500 euro. E penso che la stessa misura, concentrata su redditi più bassi, possa essere molto più impattante. Quindi credo vada introdotto un limite nel reddito di chi accede a questa misura“. Devono essere “meglio definiti i contenuti e le cose che si possono acquistare con queste risorse e credo anche che occorra lavorare un po’ sulle truffe. Quindi confermo che intendiamo modificare questa norma, senza però togliere queste risorse alla loro destinazione originale: i giovani e la cultura“.
Le parole della premier sul Pos e sui migranti
Meloni ha parlato anche delle critiche di Banca d’Italia alla manovra, specificando che sono arrivate solo “sul tema dell’aumento del contante e l’obbligo del Pos“. A tal proposito, ha ricordato di una lettera che la Banca centrale europea, nel 2019, aveva mandato all’ora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e ai presidenti di Camera e Senato, in cui si diceva che l’uso del contante era “particolarmente importante per alcune categorie sociali” e unica “moneta legale che consente ai cittadini di regolare un pagamento immediatamente senza tariffe per il suo utilizzo. La Bce dice al governo italiano di allora di fare attenzione perché la moneta elettronica ha un problema di commissioni“.
Sulle commissioni per il Pos, nello specifico, ha detto che non si possono togliere, perché “sarebbe incostituzionale. La moneta elettronica è privata e lo Stato non può impedire a chi offre il servizio di guadagnarci una commissione“, ha detto ancora la presidentessa del Consiglio.
Meloni è tornata a parlare, poi, della decisione del Consiglio europeo di mettere il tetto ai pagamenti in contanti a 10mila euro, ovvero il doppio di quanto previsto dal governo italiano: “Allora vorrei chiedere a chi ci ha detto che vogliamo favorire gli evasori, nell’Unione europea vogliono favorire gli evasori? Non credo, probabilmente abbiamo ragione noi quando sosteniamo che bisogna consentire alle persone di utilizzare il denaro contante e che questo non ha nulla a che fare con la lotta all’evasione“, ha spiegato.
“Forse abbiamo ragione noi anche quando cerchiamo di spiegare che una misura come il tetto al contante ha un senso solamente se è una misura europea – ha proseguito ancora – perché se esistono diversi tetti al contante in giro per l’Europa quelli che hanno un tetto più basso rischiano di creare problemi alla loro economia in rapporto alle altre nazioni“.
La premier ha chiarito anche la ratio della misura sulla flat tax per le partite Iva dicendo che non è vero che i lavoratori dipendenti non vengono discriminati, perché, fogli alla mano, ha detto per loro, i “due terzi dei contributi a carico del datore di lavoro, un lavoratore autonomo si paga i contributi interamente. A parità di remunerazione, con la flat tax portata a 85 mila euro la partita Iva pagherà un po’ di più senza avere una serie di diritti che i lavoratori dipendenti hanno“.
In conclusione, Meloni ha parlato del tema dell’immigrazione specificando come non ci sia stato nessun cambio di rotta del governo che, invece, “non intende cambiare posizione, la nostra posizione rimane sempre la stessa: in Italia non si entra illegalmente, si entra solo legalmente. Vogliamo combattere il traffico di essere umani, gli ingressi illegali e le morti in mare. Non vogliamo continuare a favorire i trafficanti di esseri umani“.
“Ho letto qualche settimana fa la notizia di scontri a fuoco tra le forze del ministero libico e i trafficanti di essere umani: la gente che organizza le partenze dei migranti illegali verso l’Italia gira armata e io non voglio aiutare questa gente perché io le mafie le combatto tutte“, ha concluso Meloni.