La vittoria alle regionali in Lombardia e nel Lazio da parte del centrodestra (unito) e soprattutto di Fratelli d’Italia sembra riflettere del tutto le proiezioni dei vari partiti a livello nazionale. Secondo la Supermedia di YouTrend per Agi, infatti, lo schieramento della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, torna a recuperare (molto) terreno sugli inseguitori, specialmente quelli delle opposizioni.
Perché a crescere un po’ meno del partito della premier, c’è quello del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, quindi la Lega, anche lei rilanciata rispetto a due settimane fa, e anche sempre più lontana da un terzo polo (di Carlo Calenda e Matteo Renzi) che cede parecchio, anzi più di tutti, anche del MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, sicuramente non lo schieramento uscito meglio dalle urne laziali e lombarde. Regge, invece, il Partito democratico che fra una settimana sarà chiamato a decidere chi vuole come leader (segretario, meglio) al posto di Enrico Letta.
Qualora ci fosse bisogno di ulteriori conferme che l’operato del governo di centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, stia facendo un ottimo lavoro secondo gli italiani arriva oggi la Supermedia di YouTrend per Agi che, in parte, conferma i trend già visti e analizzati all’apertura delle urne in Lombardia e nel Lazio, in cui hanno vinto rispettivamente il candidato della Lega, Attilio Fontana, e quello di Fratelli d’Italia, Francesco Rocca.
E forse non è un caso, anche se il lavoro, soprattutto per il Pirellone, è stato di squadra, e a trascinare più di tutti il governatore uscente è stato proprio il partito della premier che, nella media dei sondaggi, dopo giorni di cedimenti, torna a crescere e lo fa in grande stile. Rispetto a due settimane fa, quando era appena scoppiato il caso di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro Delle Vedove (il secondo ufficialmente indagata dalla procura di Roma per rivelazione di segreto d’ufficio) e quando la leader non era stata ancora messa fuori dai giochi oltre che dall’influenza anche dal presidente della Francia, Emmanuel Macron, per l’incontro con il numero uno ucraino, Volodymyr Zelensky: una vita fa, quasi.
Da meno del 30% di allora, infatti, Fratelli d’Italia arriva oggi al 30,2% guadagnando lo 0,8% e quindi più di tutti, anche di un Carroccio che, comunque, non sta a guardare. Il partito di Matteo Salvini dall’8,7% di due venerdì fa è fotografato oggi al 9,3%, sempre più vicino al Partito democratico, e sempre più lontano dal terzo polo.
Ecco, per quanto riguarda i primi – che poi in realtà sono terzi -, dopo mesi in cui il segno meno è stato una certezza davanti a cui arrendersi, da qualche tempo a questa parte riescono a crescere, e lo fanno passettino per volta. Rispetto a due settimane fa, per esempio, lo schieramento che fino al 26 febbraio sarà guidato da Enrico Letta, e poi chissà se da Stefano Bonaccini o Elly Schlein, racimolano lo 0,2 dal MoVimento 5 stelle, arrivando al 15,9% delle probabili preferenze.
Dal canto loro, i pentastellati di Giuseppe Conte, che hanno subito un tracollo a livello regionale quasi da brivido – non hanno mai spinto particolarmente sui territori, al massimo su alcune città, ed è giusto ribadirlo – cedono lo 0,1% in due settimane e arrivano al 17,8% dei consensi, abbastanza per dirsi tranquilli, non troppo per pensare ancora di governare senza degli alleati.
Tornando alla confederazione (si farà o no? Chissà) di Carlo Calenda e Matteo Renzi, anche loro usciti con le ossa rotta dalle urne lombarde in cui avevano puntato tutto su Letizia Moratti che, nei fatti, ha preso di più senza il loro appoggio, perdono lo 0,3% dal 3 febbraio e sono al 7,6%, praticamente a un soffio da Forza Italia di Silvio Berlusconi, che rimane stabile nel suo 7%, e nonostante le parole poco lusinghiere, e poi ritrattate, del Cavaliere nei confronti del presidente dell’Ucraina, e soprattutto nonostante l’assoluzione dell’ex premier nel caso Ruby Ter – per capire se avranno effetti, però, si dovrà aspettare alla prossima settimana.
Cede qualcosa, anche se poco – lo 0,2% -, l’alleanza tra Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni, che continua a galleggiare sopra la soglia di sbarramento ed è ora al 3,2%. Chi sta sotto, ancora, è +Europa di Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino, rimasto tale e quale a due settimane fa, quindi al 2,5% dei consensi. Perde, però, Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore dei Cinque stelle oggi al 2% tondo contro il 2,1% del 3 febbraio, mentre si prendono molto più di qualcosa sia Unione Popolare, sia Noi Moderati.
Per quanto riguarda lo schieramento dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris in due settimane cresce dello 0,2% ed è all’1,5% totale esattamente come il quarto partito della maggioranza di governo guidato da Maurizio Lupi che fa un balzo in avanti di quasi mezzo punto percentuale, dimostrando, quindi, come già detto all’inizio, che questo esecutivo piace e anche tanto, e sta facendo cose che accontentano, a conti fatti, quasi la metà degli italiani, almeno quelli che si recano alle urne: loro sì, sempre sempre di meno.
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