Un uomo di 66 anni è morto a Imola colpito da meningite fulminante. Ricoverato venerdì sera a causa di una febbre molto alta presso il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria della Scaletta, è morto nella serata di sabato. La conferma che si è trattato di meningite batterica da meningococco è arrivata solo lunedì dal laboratorio.
I SINTOMI DELLA MENINGITE
Il Dipartimento di Sanità pubblica dell’Asl di Imola sta effettuando controlli sulle persone entrate in contatto con la persona morta, invitandoli alla profilassi antibiotica. Profilassi già effettuata sugli operatori sanitari che si erano occupati dell’uomo morto di meningite.
«Il meningococco è un batterio che si trasmette per contagio diretto, ossia attraverso le goccioline di saliva o muco emesse parlando, tossendo o starnutendo – ha detto Gabriele Peroni, direttore della Uoc di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ausl di Imola –. Pertanto una semplice profilassi antibiotica è raccomandata, in via del tutto precauzionale, solo per le persone che abbiano avuto contatti molto ravvicinati con il soggetto infetto nei dieci giorni precedenti all’esordio dei sintomi. Il periodo di incubazione del meningococco è infatti compreso tra due e dieci giorni. Ugualmente, le persone venute a diretto contatto con il malato devono porre attenzione all’eventuale insorgenza di sintomi come febbre alta, cefalea intensa, vomito, rigidità nucale, agitazione e poi torpore. Non bisogna però allarmarsi, perché questo germe è normalmente presente nelle prime vie aeree di circa il 5-10% della popolazione e solo raramente provoca meningite o setticemia».
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