La condizione economica delle famiglie italiane si vede anche dalle piccole cose, come la questione della mensa scolastica per i figli. Le pagine della cronaca propongono spesso notizie che parlano di bambini cacciati dalla mensa perché i genitori non hanno pagato la retta della mensa, quindi la domanda che sorge spontanea è: cosa sta succedendo in Italia? Non siamo più nemmeno in grado di pagare il pranzo ai nostri figli? Oppure il problema è da cercare altrove?
Non stiamo parlando soltanto degli istituti privati, che prevedono spese ingenti, ma anche e soprattutto degli asili e delle scuole gestite dal Comune. E’ qui che la crisi economica diventa più evidente, perché tocca le realtà famigliari spesso più disagiate e in difficoltà. Il dato di fatto da cui iniziare l’analisi è che un numero sempre più alto di genitori è moroso per quanto riguarda il pagamento della retta della mensa scolastica. Quali sono i motivi?
I motivi
In primis c’è il fattore bilancio di quelle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese e cercano di tagliare ovunque possono, ma dall’altro lato c’è anche la reazione di quanti non accettano di pagare se poi ci sono bambini che mangiano gratis. Un fattore emulazione che spinge tutti a risparmiare su una tassa che, piaccia o meno, andrebbe pagata. In questo quadro confuso, chi davvero ci guadagna sono i furbetti del caso, che sfruttano la bagarre per non pagare anche se ne avrebbero la possibilità economica. Si tratta dei ricchi di turno che non dichiarano, evadono le tasse e riescono persino a sfruttare le agevolazioni.
Sono loro la causa principale di questo corto circuito che porta poi le famiglie oneste a non riuscire a far fronte al pagamento della mensa scolastica. Aggiungiamo poi i tagli ai fondi che lo Stato fornisce alle amministrazioni locali, ed ecco dipinto un quadro disperato, dove sono i bambini i primi a pagare. Innanzitutto da un punto di vista materiale, perché molti non possono accedere alla mensa a causa di delibere comunali che vietano il pasto a chi non paga; poi anche da un punto di vista psicologico, per il trauma causato da questa ghettizzazione che i bambini non possono comprendere.
Le soluzioni possibili
Quali sono le soluzioni possibili? Non si tratta di una situazione semplice, come sempre accade quando si mescolano interessi politici ed economici. La crisi economica sta stritolando le risorse degli italiani. Quel che di certo è inammissibile è che, con tutti gli sprechi della macchina burocratica, lo Stato non sia in grado di garantire un pasto a tutti i bambini, preservandone quindi la dignità.
Un fallimento sociale cui solo il buon senso può porre rimedio. Se proprio i Comuni non possono far fronte alle spese, che almeno vengano sottoposte a controlli più efficaci le reali capacità di spesa delle singole famiglie, alla ricerca dei ladri di turno, cercando al contempo di evitare divisioni e differenziazioni dei bambini tra ricchi e poveri: tutti dovrebbero mangiare insieme, anche a costo di consentire la classica schiscetta, il pasto da casa che tanto di moda sta tornando anche in ufficio per gli adulti. Nell’ingiustizia, insomma, si cerchi di non penalizzare proprio gli innocenti. Quello sì che sarebbe un delitto.
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