Nonostante la tensione emersa tra Israele e Iran, che vedono sempre più malcontento crescere così come gli attacchi, diventati ora reciproci, che hanno ricevuto ammonizioni e critiche anche dalla comunità internazionale preoccupato per la possibilità di un’escalation militare, si apprende che le Forze di Sicurezza israeliane hanno attuato il quarto attacco in meno di una settimana in Siria colpendo membri delle guardie rivoluzionarie iraniane che, stando in forma alle informazioni emerse, sono rimasti uccisi. Durante la mattinata del 4 aprile è stato attuato anche un attacco da parte di un uomo musulmano a Israele. La tensione è alle stelle.
La tensione scaturita in territorio siriano ha mostrato, da diverse settimane, attacchi israeliani mirati a sradicare il terrorismo islamico, che vanno però colpire profondamente anche la popolazione che abita nelle zone limitrofe dei siti ritenuti roccaforte dei gruppi terroristici. Oltre agli attacchi tra autorità israeliane e iraniane, sono stati colpite anche le truppe statunitensi di stanza in territorio siriano e il malcontento sta degenerando in una tensione che si allarga al Medio Oriente e che peggiora ulteriormente la crisi attuale, causata da politica e relazioni internazionali incrinate anche a causa del conflitto in Ucraina.
È stato messo a punto un attacco aereo da parte delle milizie israeliane che ha preso di mira l’area di Damasco lunedì notte. Si tratta del quarto attacco attribuito a Israele in Siria negli ultimi giorni. I media siriani hanno rivelato che la tensione sta andando sempre più verso una possibile escalation militare che potrebbe che potrebbe scaturire far scaturire un reale conflitto armato, mentre fino ad ora abbiamo assistito a attacchi reciproci, ma comunque non continui seppur vicini.
Le informazioni emerse inizialmente indicavano che le vittime erano state uccise a causa di un attacco avvenuto a sud di Damasco precisamente ad al Kiswah. Secondo quanto riferito successivamente anche un altro sito a Jebel El Mania è stato colpito.
Le autorità hanno rivelato che due civili sono morti nell’attacco e la notizia è stata riportata anche dall’agenzia di stampa statale Sana.
La tensione ai massimi livelli e anche gli Stati Uniti hanno preso di mira siti ritenuti vasi delle milizie ribelli in Siria sostenute dall’iran dopo che sono stati attuati attacchi anche verso i militari Usa e più volte di recente. Le Guardie della Rivoluzione islamica sostengono da molto tempo le milizie islamiche con l’intento di espandere l’influenza islamica il più possibile e contrapporsi anche allo storico nemico Israele.
Quest’ultimo attacco, avvenuto durante la notte tra il tre e il 4 aprile, arriva su una scia di azioni militari attuate dall’IDF che hanno preso di mira le milizie filo-iraniane in territorio siriano.
Nella giornata del tre Aprile 2023 un sospetto drone iraniano è stato abbattuto dalle Forze israeliane che, inizialmente, non hanno precisato la provenienza del velivolo militare ma, poi, hanno comunicato dell’effettiva constatazione della provenienza dall’iran. Il drone iraniano è partito dalla Siria ed è stato abbattuto, dopo essere entrato in territorio israeliano, vicino alla valle di Hula.
Ma si tratta soltanto degli ultimi due episodi dato che sono state attaccate anche la base aerea di Dabaa vicino ad al-Qusayr dove sono rimasti uccisi anche cinque soldati siriani. Ma anche due giorni prima, ovvero giovedì scorso due membri del corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica o IRGC sono rimaste uccise nell’attacco israeliano attuato a Damasco.
Le Guardie Rivoluzionarie uccise sono state identificate come Milad Heydari e Meqdad Meqdani e le autorità iraniane hanno dichiarato che i militanti martirizzati verranno sicuramente vendicati. Meno di 24 ore prima, ovvero mercoledì altri attacchi aerei israeliani hanno preso di mira nuovamente Damasco con i media statali che hanno dichiarato che due uomini appartenenti alle forze militari siriane hanno perso la vita.
È stata anche presa di mira una base aerea secondo il sito Capital Voice, che ha riportato sostanzialmente che il bersaglio colpito sembrava essere stato un obiettivo mobile sull’autostrada su di Damasco, ritenuto essere un convoglio da parte di una nazione straniera con forniture verso il quartiere di Kafr Souseh. Il quartiere è noto per essere base di forze iraniane e anche di militanti di Hezbollah.
Nonostante questa notizia non sia stata confermata sono emerse numerosi video sul web che mostrano incendi nei quartieri di al Midan e anche a Kafr Souseh, ma non è noto se si tratti di attacchi o se siano state le schegge provenienti dai missili di difesa siriani ad appiccare il fuoco.
Mentre accade tutto questo è il caos aleggia Israele anche a causa della rivoluzione popolare, che è riuscita per ora a ritardare la riforma giudiziaria ma si apprende che il ministro della Difesa israeliana Ben Gvir, per concedere il nullaosta alla sospensione temporanea della revisione, ha ricevuto da parte del governo Netanyahu la possibilità di istituire la Guardia Nazionale è ciò rende la questione tesa e complicata, dato che la volontà del politico di ultradestra è quella di concentrare le proprie forze contro il terrorismo e di conseguenza il timore è che invece di cercare un equilibrio in questa situazione difficile proceda nel voler sradicare le milizie ribelli, concentrando attacchi importanti che riceverebbero sicuramente una contromossa delle forze islamiche e si scatenerebbe un conflitto armato, che oltre a mettere in ginocchio il Medio Oriente, getterebbe la comunità globale, già colpita dalla crisi scaturita dal conflitto in Ucraina, all’interno di un quadro preoccupante e che danneggerebbe in maniera irrimediabile l’economia globale Così come le relazioni internazionali già estremamente compromesse.
La tensione sta generando violenza anche all’interno della popolazione di Israele e i gruppi islamici presenti in Palestina hanno cominciato a rispondere a ciò che ritengono un attacco razzista e mirato nei loro confronti a discapito purtroppo della popolazione che sempre più spesso rimane coinvolta.
Martedì mattina 4 Aprile, due soldati israeliani sono rimasti feriti in un accoltellamento che è stato descritto come un sospetto attacco terroristico nei pressi della base militare di Tzrifin che è situata nel centro di Israele.
I feriti sono stati trasportati dal servizio di emergenza Magen David Adom in ospedale per le cure mediche e uno si trovava in condizioni gravi mentre l’altro relativamente stabili.
L’aggressore, o perlomeno il sospetto aggressore, è stato fermato per essere interrogato e il comandante della centrale di polizia Avi Bitton ha riferito in una nota che il ventenne proviene dalla città di Hebron in Cisgiordania e, secondo quanto emerso, sembra abbia agito da solo, nonostante inizialmente sembrava possibile la presenza di un complice..
Nonostante non sia stato rivendicato l’attacco è stato nominato da Hamas con favore, che ha collegato l’accaduto ai tentativi degli ebrei estremisti di sacrificare un animale nel luogo sacro del Monte del Tempio a Gerusalemme prima della Pasqua ebraica.
Il portavoce di Hamas ha riferito in merito che: “Accogliamo con favore l’attacco a coltellate che ha la prima risposta alla guerra che Israele sta conducendo nella moschea di al Aqsa e l’intenzione di fare un sacrificio. Quello che accadrà sarà ancora peggio. Israele colonie rimarranno in uno stato di paura e mancanza di sicurezza.”
Ma la violenza per le strade è diventata qualcosa di reale concreto che genera episodi come quello avvenuto a Betlemme, dove un palestinese ha colpito tre soldati israeliani con l’auto investendoli vicino al villaggio di Beit Ummar.
Sono morti 15 israeliani e molti altri soggetti no rimasti feriti, dopo gli attacchi terroristici palestinesi in Israele e in Cisgiordania, ma almeno 86 palestinesi sono rimasti uccisi dall’inizio del 2023 e diverse vittime facevano parte della comunità ed erano cittadini innocenti.
La paura di attacchi in questo mese sacro musulmano del Ramadan che terminerà il 21 aprile, ha generato timore internazionale, dato che coincide anche con la Pasqua Ebraica e i terroristi di entrambe le fazioni discordanti spesso hanno utilizzato festività religiose per prendere di mira e nemici.
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