Il direttore dell’intelligence britannica MI6 Richard Moore ha lanciato un appello ai russi contrari all’invasione dell’Ucraina, chiedendo loro di “unirsi” al Regno Unito per contribuire a porre fine al conflitto. La Russia non accetterà di buon grado questo appello e pertanto è attesa la risposta del Cremlino.
In un discorso pubblico, il capo dei servizi segreti di Sua Maestà si è rivolto direttamente ai russi che si oppongono alla guerra, esortandoli a collaborare con Londra per fermare lo spargimento di sangue.
Un invito che susciterà certo l’ira del Cremlino, in un momento in cui la Russia accusa l’Occidente di interferire negli affari interni. Ma mostra anche la volontà britannica di appellarsi alla società russa per indebolire il consenso interno a Putin.
Il messaggio di Moore punta a incoraggiare il dissenso e la resistenza tra i russi, nella speranza che la contrarietà all’invasione possa estendersi oltre le élite e manifestarsi più diffusamente nella popolazione.
Moore in un inconsueto discorso pubblico, tenuto all’ambasciata a Praga, ha dichiarato riferendosi ai dissidenti contatti al conflitto tra Russia e Ucraina: “Li invito a fare ciò che altri hanno fatto negli ultimi 18 mesi e ad unirsi a noi. La nostra porta è sempre aperta… I loro segreti saranno al sicuro con noi e insieme lavoreremo per porre fine allo spargimento di sangue”.
L’appello di Moore ai russi contrari alla guerra fa seguito a un video analogo diffuso due mesi fa dalla CIA, che esortava i cittadini russi a contattare l’agenzia americana per condividere informazioni sulla guerra.
Tuttavia, come già avvertito da Putin, collaborare con i servizi occidentali comporta rischi enormi, essendo reato punibile in Russia con 20 anni di carcere.
Nella sua dichiarazione, Moore ha anche rivelato che l’intelligence britannica sta utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale per ostacolare le forniture di armi russe in Ucraina.
Gli appelli di Regno Unito e Stati Uniti puntano quindi a indebolire il consenso interno di Putin e il suo sforzo bellico, nonostante i gravi pericoli per i potenziali dissidenti. Una strategia rischiosa, che difficilmente scalfirà il regime di Mosca, ma che segna la volontà occidentale di parlare anche alla società russa, che vive un conflitto non voluto da tutti.
Moore ha rivelato che l’intelligence britannica sta combinando competenze di intelligenza artificiale e analisi di big data, per riuscire a identificare e, soprattutto, a interrompere gli attacchi russi in Ucraina.
In passato il capo del MI6 ha ammonito l’Occidente sul rischio di restare indietro rispetto ai rivali nella corsa all’IA. Ora ha ribadito l’impegno a vincere la gara per un uso etico e sicuro di tali tecnologie.
Moore non ha dubbi sul fatto che gli avversari tenteranno di sviluppare l’IA in modo spericolato e pericoloso. Per questo una parte significativa del lavoro dei servizi britannici sarà individuare e bloccare chi vuole piegarla a fini ostili.
L’intelligence britannica sta già mobilitando capacità di ultima generazione per ostacolare lo sforzo bellico in Ucraina e contrastare ogni uso illecito dell’IA. Una nuova sfida tra potenze sul fronte tecnologico.
Nel discorso Moore ha descritto la controffensiva ucraina come una dura prova, ma si è descritto come ottimista sulle possibilità di successo, dato che la Russia sembra attualmente incapace di riprendere slancio.
Il capo del MI6 ha definito l’amministrazione di Putin “consumata da venalità, lotte interne e incompetenza”.
Secondo il leader dell’intelligence britannica il leader russo è chiaramente sotto pressione e la rivolta del gruppo Wagner ha rivelato al mondo: “l’inesorabile decadenza del suo regime autocratico e instabile.”
Sostanzialmente, nonostante le difficoltà, Moore ritiene che la controffensiva ucraina stia facendo emergere tutte le debolezze del sistema di potere costruito da Putin in Russia, aprendo potenziali crepe nel consenso di cui il presidente russo ha goduto finora.
Mentre la questione Wagner tiene ancora banco nelle discussioni internazionali e tra i vertici globali, il leader Prigozhin è riapparso.
In un video diffuso su Telegram, il capo del gruppo mercenario russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, è apparso mentre dà il benvenuto ai suoi combattenti in Bielorussia.
Prigozhin ha comunicato che, per ora, non parteciperanno più alla guerra in Ucraina, ma si prepareranno per una nuova missione in Africa.
Si tratta della prima prova video della posizione di Prigozhin dopo il fallito ammutinamento di Wagner, contro i vertici militari russi del mese scorso. Le immagini confermano il momentaneo ritiro dei mercenari dal fronte ucraino, ufficialmente per riorganizzarsi in vista di un futuro dispiegamento nel continente africano.
Una mossa che segue le crescenti tensioni tra il gruppo paramilitare e il Ministero della Difesa russo. Prigozhin sembra voler prendere le distanze dal conflitto per riaffermare la propria autonomia, in attesa che gli attriti con i vertici di Mosca rientrino.
L’ex leader del gruppo Wagner ha dichiarato: “Benvenuti ragazzi… Benvenuti in terra bielorussa. Abbiamo combattuto con onore”.
Ha poi aggiunto: “Hai fatto molto per la Russia. Quello che sta succedendo al fronte è una vergogna in cui non abbiamo bisogno di essere coinvolti”.
Tra il 23 e il 24 giugno scorsi, le truppe pesantemente armate di Prigozhin hanno preso il controllo della città di Rostov sul Don e del suo centro di comando militare, che guidava l’offensiva russa in Ucraina.
Successivamente, hanno marciato verso la capitale arrivando a 200 km da Mosca, in quella che Prigozhin ha definito una “marcia per la giustizia” con lo scopo a rimuovere i comandanti ritenuti corrotti e incompetenti.
Inizialmente Putin sembrava intenzionato a reprimere duramente l’ammutinamento, ma un accordo raggiunto dal suo alleato Lukashenko ha evitato uno scontro armato.
L’episodio ha messo in luce le crescenti frizioni tra il gruppo Wagner e i vertici militari russi, anch’essi impegnati nella campagna ucraina.
Mentre accade tutto questo i combattimenti proseguono e Odessa è stata gravemente danneggiata da feroci attacchi di Mosca, che hanno, appositamente, danneggiato infrastrutture importanti. Nonostante Erdogan abbia dichiarato che non si tratta di una rappresaglia di Putin contro l’attacco al ponte della Crimea, molti esperti ritengono che sia una dimostrazione di potenza contro l’Ucraina.
Preoccupa molto anche l’accordo sul grano del Mar Nero e la prospettiva di mancanza di approvvigionamento alimentare per i Paesi più poveri crea timori. Putin ha riferito che fornirà gratuitamente sostentamento ai Paesi africani bisognosi ma non è chiaro quali risvolti avrà questa scelta intrapresa dal leader del Cremlino.
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