Il presidente del Comitato della Camera degli Stati Uniti per gli affari esteri, Gregory Meeks, ha lanciato un attacco al Dipartimento di Stato, criticando l’inviato degli Stati Uniti per l’Iran, Rob Malley. In un’intervista con la CNN, Meeks ha espresso preoccupazioni riguardo alla gestione della politica estera dell’amministrazione Biden verso l’Iran, sostenendo che Malley avrebbe dovuto essere più trasparente nelle sue azioni e comunicazioni con il Congresso.
L’attacco di Meeks si è concentrato sulla decisione di Malley di non informare il Congresso prima dell’inizio dei colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran sulla ripresa dell’accordo nucleare del 2015. Il funzionario Usa ha affermato che ciò ha minato la fiducia tra il Congresso e l’amministrazione Biden, e ha chiesto una maggiore trasparenza e collaborazione tra le due parti.
Il Dipartimento di Stato ha difeso l’operato di Malley, sostenendo che il suo lavoro è stato trasparente e che ha seguito le procedure standard in materia di comunicazione con il Congresso. Nonostante ciò, l’ accaduto indica che le preoccupazioni riguardanti la politica estera dell’amministrazione Biden, in particolar modo verso l’Iran persistono, e che il Congresso continuerà a esercitare un ruolo di controllo e vigilanza su questa materia.
Scoppia il caos nella politica estera Usa dopo il congedo di Malley
Un alto rappresentante repubblicano ha definito la “assolutamente inaccettabile” la risposta del Dipartimento di Stato Usa riguardo alla sospensione dell’autorizzazione di sicurezza dell’inviato degli Stati Uniti in Iran Rob Malley.
Il deputato Michael McCaul, presidente della commissione per gli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, ha scritto al Segretario di Stato Antony Blinken il 30 giugno, chiedendo “un resoconto completo e trasparente” sulle motivazioni che hanno spinto le autorità a compiere Malley, tali da essere stato sospeso e, successivamente, messo sotto inchiesta.
La risposta del Dipartimento di Stato alla richiesta di McCaul ha suscitato la sua indignazione. In un’intervista con la CNN, McCaul ha definito la risposta come: “assolutamente inaccettabile” e ha sostenuto che il Congresso ha il diritto di conoscere le ragioni della sospensione di Malley e della revisione della sua autorizzazione di sicurezza.
La sospensione di Malley ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione della politica estera degli Stati Uniti verso l’Iran e ha portato a critiche da parte di entrambi i partiti politici. La richiesta di McCaul per un resoconto completo e trasparente sul caso indica che il Congresso continuerà a esercitare un ruolo di controllo e vigilanza sulla politica estera dell’amministrazione Biden verso l’Iran.
È importante notare che la sospensione di Rob Malley è stata segnalata per la prima volta da Iran International il 29 giugno e formalmente annunciata il giorno successivo dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, come un “congedo“. È stato poi aggiunto che le sue funzioni sarebbero state temporaneamente assunte dal suo vice Abram Paley. Tuttavia, si ritiene che Malley fosse già stato sospeso ad aprile.
Un funzionario statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato, ha affermato che Malley è stato messo in congedo non retribuito il 29 giugno dopo che è stata diffusa la notizia che il suo nulla osta di sicurezza era in corso di revisione. Questa sospensione ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione della politica estera degli Stati Uniti verso l’Iran e ha portato a critiche da parte di entrambi i partiti politici.
L’assenza di una spiegazione chiara e trasparente sulla sospensione di Malley ha suscitato l’indignazione del presidente della commissione per gli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, Michael McCaul, che ha chiesto un resoconto completo e trasparente sulla questione. Ciò indica che il Congresso continuerà a esercitare un ruolo di controllo e vigilanza sulla politica estera dell’amministrazione Biden verso l’Iran.
È importante notare che un funzionario statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato, ha affermato che Rob Malley è stato messo in congedo non retribuito il 29 giugno dopo che è stata diffusa la notizia che il suo nulla osta di sicurezza era in corso di revisione. Ciò ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione della politica estera degli Stati Uniti verso l’Iran e ha portato a critiche da parte di entrambi i partiti politici.
In risposta alle richieste di spiegazioni da parte del presidente della commissione per gli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, McCaul, l’assistente segretario di stato per gli affari legislativi, Naz Durakoglu, ha dichiarato che il Dipartimento di Stato ha un “processo completo e completo” per valutare l’idoneità di un individuo ad accedere a informazioni riservate.
Si spera che il Dipartimento di Stato fornisca una spiegazione completa e dettagliata sulla sospensione di Malley e sulla revisione della sua autorizzazione di sicurezza per dissipare qualsiasi preoccupazione e incertezza su questa materia.
L’ex consigliere del Dipartimento di Stato sull’Iran Gabriel Noronha ha criticato l’amministrazione Biden per la mancanza di chiarezza sulla sospensione di Rob Malley e sulla revisione della sua autorizzazione di sicurezza.
Noronha ha twittato che l’amministrazione non è stata in grado di chiarire la natura delle infrazioni alla sicurezza di Malley e ha rimandato il Congresso al Manuale degli affari esteri.
Quando è emersa la notizia che il suo nulla osta di sicurezza era in fase di revisione il 29 giugno, Malley ha dichiarato che si aspettava che l’indagine fosse risolta favorevolmente e presto, ma nel frattempo era in congedo.
Tuttavia, il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller ha confermato che Malley aveva smesso di svolgere i compiti di inviato speciale per l’Iran il 29 giugno ed era andato in congedo diverse settimane prima, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli.
L’amministrazione Biden ha ricevuto critiche da tre senatori repubblicani per la sua politica iraniana e le indagini sulla sicurezza di Malley.
L’ex funzionario statunitense per l’Iran è stato nominato subito dopo l’insediamento del presidente Joe Biden nel 2021 per provare a rilanciare l’accordo sul nucleare iraniano del 2015, abbandonato dall’allora presidente Donald Trump nel 2018.
Gli iraniani contrari alla Repubblica islamica non hanno mai visto di buon occhio Malley, ritenendo che avesse una posizione troppo morbida nei confronti del regime clericale e che sottovalutasse i sentimenti popolari a favore di un cambio di governo democratico e laico.
Anche alcuni legislatori statunitensi hanno espresso dubbi sulla capacità di Malley di svolgere il suo ruolo.
Nonostante la sospensione di Malley, gli Usa hanno continuato a tenere colloqui con l’Iran per cercare di ridurre le tensioni e concordare misure volte a limitare il programma nucleare iraniano, liberare alcuni cittadini statunitensi detenuti e sbloccare alcuni beni iraniani all’estero.
Funzionari iraniani e occidentali hanno riferito di questi colloqui a giugno, anche se non è chiaro se la sospensione di Malley abbia avuto un impatto su tali colloqui.
La questione è diventata un punto focale della politica Usa e molti legislatori hanno chiesto di avere risposte certe in merito ai dubbi su Malley e su come procede la diplomazia tra Washington e Teheran.
La lettera dei legislatori Usa e la convocazione dell’ambasciatore italiano a Teheran
il gruppo di 18 senatori repubblicani, guidati dal senatore Bill Hagerty, ha chiesto un’indagine sulle circostanze poco chiare che circondano la gestione da parte del Dipartimento di Stato dell’indagine sul nulla osta di sicurezza dell’inviato speciale per l’Iran Malley.
Questa richiesta di indagine indica che la questione della sospensione di Malley e della revisione della sua autorizzazione di sicurezza continuerà ad essere una fonte di preoccupazione e di attenzione da parte del Congresso.
Nella lettera i deputati hanno scritto: “Scriviamo per richiedere che l’Ufficio dell’ispettore generale (OIG) conduca un’indagine indipendente per verificare se i funzionari del Dipartimento di Stato abbiano rispettato tutte le leggi e i regolamenti appropriati, comprese le politiche e le procedure descritte nel Manuale per gli affari esteri del Dipartimento di Stato”.
Il Congresso degli Stati Uniti ha ricevuto la notizia dello sviluppo sulla sospensione dalla sua carica di Malley soltanto mesi dopo che il fatto si è verificato. Più precisamente la notizia è stata resa pubblica con il pubblico la scelta su chi avrebbe dovuto rimpiazzarlo.
La notizia del nullaosta sospeso è stata rivelata per la prima volta da Iran International il 29 giugno, e formalmente annunciata il giorno successivo dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, che l’ha definita “un congedo” e ha annunciato che le sue funzioni sarebbero state temporaneamente assunte dal suo vice, Abram Paley. Nonostante ciò, si ritiene che Malley fosse stato sospeso già ad aprile.
Michael McCaul ha scritto al segretario di Stato Antony Blinken il 30 giugno chiedendo “un resoconto completo e trasparente” sul motivo per cui Malley è stato sospeso ed era sotto inchiesta. McCaul ha successivamente definito la risposta del Dipartimento di Stato “assolutamente inaccettabile”. Questo suggerisce che la sospensione di Malley continuerà ad attirare l’attenzione del Congresso e potrebbe portare a ulteriori richieste di spiegazioni da parte dei legislatori.
Il fatto che il Congresso Usa sia stato tenuto all’oscuro degli sviluppi di questa vicenda che coinvolge uno in via alto statunitense in Iran, ha sollevato numerosi dubbi e polemiche in merito a ciò che è realmente successo e che, secondo i deputati che hanno inviato la questa lettera, non è la metodologia corretta per rapportarsi al Congresso e soprattutto sembra evidenziare qualcosa di importante che è stato appositamente tenuto nascosto.
McCaul ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla questione e ha affermato che il Congresso merita di sapere esattamente perché Malley ha avuto il suo nulla osta di sicurezza sospeso, è stato poi sospeso dal suo incarico e ora è indagato dall’FBI. Inoltre, McCaul ha annunciato che chiederà un briefing riservato all’FBI sulla questione la prossima settimana.
La situazione continua a suscitare l’attenzione dei media e dei legislatori, poiché la sospensione di Malley e la revisione della sua autorizzazione di sicurezza sembrano essere circondate da circostanze poco chiare. Tuttavia, al momento non è chiaro se ulteriori informazioni sulla questione saranno rese disponibili.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti non è stato in grado di fornire ulteriori documenti o informazioni sulla sospensione del nulla osta di sicurezza dell’inviato speciale per l’Iran, Robert Malley.
Il presidente della commissione per gli affari esteri della Camera dei rappresentanti, ha dichiarato che il Congresso merita di sapere esattamente perché Malley è stato sospeso dal suo incarico.
I senatori repubblicani hanno inviato una lettera all’ispettore generale ad interim del Dipartimento di Stato, Diana Shaw, con domande specifiche a cui è necessario rispondere entro il 21 luglio 2023.
La situazione continua a sollevare preoccupazioni e richiedere spiegazioni da parte dei legislatori e del Dipartimento di Stato.
Le domande dei senatori si sono concentrate su dettagli specifici riguardanti la sospensione del nulla osta di sicurezza di Malley, come la data esatta del suo congedo non retribuito e quando il suo nulla osta di sicurezza è stato sospeso, nonché su informazioni sulle credenziali rilasciate dal Dipartimento che gli davano accesso a sistemi classificati o spazi/strutture classificate.
Inoltre, i senatori hanno chiesto informazioni sui lavori dell’Iran Action Group del Dipartimento di Stato e su quando e come è stato ordinato ai membri della task force di non discutere o condividere informazioni riservate con Malley dopo la sospensione del suo nulla osta di sicurezza. La situazione continua a sollevare preoccupazioni e richiedere spiegazioni da parte dei legislatori e del Dipartimento di Stato.
I legislatori repubblicani del Congresso degli Stati Uniti sono sempre più frustrati dalla riluttanza dell’amministrazione Biden a condividere informazioni sulla sospensione del nulla osta di sicurezza dell’inviato speciale per l’Iran, Robert Malley.
La preoccupazione è aumentata dopo che un articolo del Tehran Times, una pubblicazione controllata dal regime iraniano, ha fornito dettagli sulla situazione di Malley, portando a temere che il governo iraniano sappia di più sulla questione rispetto ai legislatori statunitensi.
Il senatore Marco Rubio ha affermato che l’amministrazione non ha informato in modo proattivo il Congresso sulla situazione di Malley e ha criticato l’amministrazione per non essere disponibile a fornire informazioni.
Il senatore Josh Hawley ha detto che si sente come se gli avessero mentito e ha criticato l’amministrazione per essere poco trasparente su varie questioni. La situazione continua a sollevare preoccupazioni e richiedere spiegazioni da parte dei legislatori e del Dipartimento di Stato.
In Iran la questione non sembra suscitare molto interesse e il regime continua deliberatamente a compiere azioni ritenute non adeguate ma soprattutto considerate violenti e feroci e voci contro la popolazione iraniana e contro i paesi esteri considerati ostili come ovviamente in prima linea Israele. Il percorso diplomatico intrapreso dal regime prevede l’avvicinamento alle Nazioni asiatiche e vicini mediorientali come l’Arabia Saudita e in Africa, dove il presidente Raisi ha appena concluso un viaggio diplomatico per diversificare gli approvvigionamenti e la dipendenza commerciale, con lo scopo di contrapporsi all’Occidente.
Il regime iraniano ritiene responsabili le regioni occidentali dei disordini interni e sostiene che l’Occidente sia una minaccia per la sopravvivenza della Repubblica islamica dell’Iran e che fomenti rivoltosi ha rovinando così ciò che è stato costruito saldamente con fatica sulle leggi della serie e nel loro rispetto.
Come più volte spiegato l’Iran tiene molto alla sua immagine internazionale e ad emanare potere intransigenza contro chi si oppone alla linea politica del regime sia internamente che esternamente al paese e ha preso di mira questa volta anche l’Italia e ha richiamato l’ambasciatore italiano per discutere di una questione che ritiene importante.
L’Iran ha convocato l’ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone, in risposta alla partecipazione di Maryam Rajavi, leader del movimento dissidente Mujahedin Khalq Organization, a un evento al Parlamento italiano.
L’Iran considera l’MKO un’organizzazione terroristica e ha accusato l’Italia di “incoraggiare e promuovere il terrorismo” ospitando la Rajavi.
In un comunicato ufficiale, il governo iraniano ha esortato il governo italiano a dimostrare la propria serietà nell’impedire che il Paese diventi un rifugio sicuro per i terroristi e ha affermato che quanto accaduto “danneggerà oltremodo l’immagine dell’Italia agli occhi dell’opinione pubblica iraniana“.
Il diplomatico italiano ha risposto che informerà quanto prima le autorità italiane sulla questione. La situazione rimane tesa e in evoluzione.