Dopo sette mesi di attesa, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha invitato, durante un colloquio telefonico, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a un incontro negli Stati Uniti. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, la chiamata tra i due leader è stata calorosa e ha rappresentato un importante passo avanti nelle relazioni tra i due Paesi.
L’ opinione israeliana sull’invito sembra evitare di menziona che l’incontro si svolgerà alla Casa Bianca, lasciando l’ipotesi di un possibile incontro a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre.
La riunione tra Biden e Netanyahu è stata attesa a lungo, a causa delle tensioni tra Stati Uniti e Israele, che hanno congelato la diplomazia tra i due storici alleati. Biden ha cercato di ristabilire le relazioni tra i due paesi, ribadendo l’impegno degli Stati Uniti verso la sicurezza di Israele e la promozione di una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.
Biden ha invitato Netanyahu a incontrarsi
L’incontro rappresenta un’opportunità importante per Biden e Netanyahu per discutere le questioni chiave che riguardano la regione, tra cui il programma nucleare iraniano, la situazione in Siria e la recente escalation della violenza tra Israele e Hamas a Gaza.
Durante una telefonata che l’ufficio di Netanyahu ha definito “calda e lunga“, il presidente Usa Biden ha invitato il primo ministro israeliano Netanyahu per un incontro negli Usa, e il primo ministro ha ovviamente accettato. È stata la prima volta che i due leader si sono parlati in quattro mesi, e questo invito rappresenta un importante passo avanti nelle relazioni tra gli Stati Uniti e Israele.
Nonostante l’ufficio di Netanyahu non abbia specificato che l’incontro si terrà alla Casa Bianca, come il primo ministro sperava, i leader hanno concordato che i loro staff lavoreranno per coordinare una data.
L’incontro tra Biden e Netanyahu ha raccolto interesse internazionale, in quanto potrebbe contribuire ad appianare la tensione diplomatica tra i due Paesi, che si è raffreddata enormemente e in maniera repentina negli ultimi mesi.
Biden ha cercato di ristabilire il rapporto tra gli Stati Uniti e Israele, ribadendo l’impegno degli Stati Uniti verso la sicurezza di Israele e la promozione di una soluzione pacifica al conflitto palestinese.
Secondo l’opinione israeliana, durante la telefonata tra Biden e Netanyahu, il primo ministro ha informato il presidente americano della legislazione che la sua coalizione sta cercando di approvare la prossima settimana per ridurre il controllo giudiziario sulla ragionevolezza delle decisioni governative.
L’opposizione si è scagliata contro la proposta di legge, ma Netanyahu ha assicurato a Biden che cercherà di ottenere maggior sostegno durante la pausa parlamentare estiva per le restanti parti della revisione giudiziaria della coalizione.
In precedenza Netanyahu aveva accettato di sospendere la legislazione di revisione alla fine di marzo per avviare negoziati con l’opposizione mediata dal presidente Isaac Herzog, per cercare di raggiungere un compromesso sulla riforma giudiziaria. Sembra oeri che la coalizione di Netanyahu stia ancora cercando di far passare la proposta di legge, nonostante l’opposizione.
La proposta di legge ha sollevato preoccupazioni tra i critici, che vedono in essa un tentativo di indebolire l’indipendenza del sistema giudiziario israeliano. La situazione politica a Israele rimane delicata, e l’approvazione di questa legge potrebbe avere conseguenze significative sullo stato di diritto nel Paese.
La decisione del governo di Israele di procedere unilateralmente con la revisione giudiziaria, iniziando con la legislazione sulla “ragionevolezza” ha scatenato proteste diffuse in tutto Israele, che si sono estese anche all’esercito.
Centinaia e forse migliaia di riservisti attivi in alcune delle unità più elite dell’IDF stanno minacciando di interrompere il volontariato se la revisione continua ad avanzare. La situazione politica in Israele rimane delicata, con la revisione giudiziaria che continua a suscitare preoccupazioni e timori per il futuro.
Durante la telefonata di lunedì tra il presidente Biden e il primo ministro Netanyahu, i leader hanno anche discusso di misure per riportare la calma nella Cisgiordania, attraverso gli incontri regionali che Israele e l’Autorità palestinese hanno tenuto quest’anno in Giordania e in Egitto.
Il terzo incontro, previsto per la primavera, non si è mai materializzato a causa dell’ulteriore deterioramento dei legami tra Gerusalemme e Ramallah.
La questione della revisione giudiziaria rappresenta una sfida significativa per le istituzioni democratiche in Israele. Si prevede che la situazione continuerà ad evolversi nei prossimi giorni e settimane, e che l’incontro tra Biden e Netanyahu potrebbe avere un ruolo importante nel plasmare il futuro delle relazioni tra gli Washington e Tel Aviv.
Le considerazioni emerse dopo la telefonata tra i due leader
Secondo il sito di notizie Axios, la conversazione di lunedì tra il presidente Biden e il primo ministro Netanyahu avrebbe avuto lo scopo di calmare le acque tra i due Paesi, ma il leader statunitense avrebbe anche intenzione di sollevare preoccupazioni in merito al rinnovato avanzamento della revisione giudiziaria di Gerusalemme.
Biden, infatti, ha espresso preoccupazione per la natura intransigente del governo israeliano e per le sue politiche in Cisgiordania.
La revisione giudiziaria ha portato Biden ad annunciare alla fine di marzo che Netanyahu non avrebbe ricevuto un invito alla Casa Bianca nel “breve termine“.
Gli Usa si sono espressi contro il pacchetto legislativo che va a limitare i poteri dell’Alta Corte di Israele e ha spiegato che a suo avviso, riforme legislative di tale importanza dovrebbero essere assunte soltanto con un sostegno elevato e condiviso e la priorità è mantenere in essere le istituzioni democratiche israeliane.
Da quando Netanyahu è tornato al potere il 29 dicembre i due leader si sono sentiti alcune volte ma senza fare passi avanti nei rapporti. L’ultima volta che si sono parlati è stato a marzo, quando Biden ha lanciato l’allarme per la revisione.
L’incontro tra Herzog e Biden alla Casa Bianca, previsto per martedì 18 luglio, ovvero il successivo alla telefonata tra Biden e Netanyahu, indica che l’amministrazione Biden ritiene che il rapporto tra gli Stati Uniti e Israele trascenda il governo del giorno e che gli Stati Uniti continuino a mantenere un forte legame con Israele.
La dichiarazione del leader dell’opposizione Yair Lapid, però, secondo cui “gli Stati Uniti non sono più il nostro alleato più stretto” a causa delle politiche “disastrose” del governo Netanyahu, fa emerge le tensioni che persistono tra Israele e gli Stati Uniti.
Il rapporto di Channel 13 secondo cui Netanyahu si sarebbe scagliato contro l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Michael Herzog a causa dei rapporti tesi del governo con l’amministrazione Biden, indica la tensione esistente tra il governo israeliano e gli Stati Uniti.
Secondo fonti diplomatiche citate dal canale televisivo, Netanyahu sarebbe scontento del viaggio del presidente Herzog negli Stati Uniti e avrebbe espresso preoccupazione che questo possa essere utilizzato come pretesto per evitare di invitare il premier israeliano alla Casa Bianca nel prossimo futuro.
Questo episodio mostra le tensioni che persistono tra Israele e gli Stati Uniti, anche a livello personale, e solleva ulteriori preoccupazioni sulla stabilità del rapporto tra i due Paesi.
La tensione tra Israele e gli Stati Uniti resta palpabile, come dimostrano gli ultimi sviluppi diplomatici tra i due paesi. Nonostante l’ufficio di Netanyahu abbia cercato di minimizzare il dissenso tra i due governi, l’editorialista del New York Times Tom Friedman ha scritto un editoriale sostenendo che l’amministrazione Biden stia rivalutando il proprio rapporto con Israele.
Herzog incontrerà il presidente Biden, il segretario di Stato Antony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. La visita culminerà in un discorso a una sessione congiunta del Congresso e un incontro con la vicepresidente Kamala Harris.
Le tensioni non sembrano placarsi. Il ministro degli Esteri Eli Cohen sta infatti valutando la possibilità di nominare Joe Zevuloni, un sostenitore israelo-americano dell’ex presidente Donald Trump, come inviato speciale negli Stati Uniti. Una mossa che potrebbe ulteriormente irritare l’amministrazione Biden.